Un viaggio in 11 tappe, esperienze assolutamente da non perdere, tra mare e collina, tra natura e storia, tra cibo e tradizione in un weekend nella Terra delle Gravine.
La Puglia è una regione ricca di bellezza: due mari, tantissime città, architetture uniche, natura incontaminata, una storia antichissima e il cibo, che attraverso vini e piatti tipici dà voce al variegato territorio e alle sue tradizioni.
La Terra delle Gravine, poi, è un vero e proprio concentrato di quella che è l’essenza di Puglia.
Noi ci siamo tornati per la seconda volta (Massafra lo scorso anno) e vi raccontiamo qui alcuni dei luoghi che abbiamo amato di più.
1. La Rotonda di Mottola e La Schiavonia.
Detta anche la “Terrazza sullo Ionio”, è un posto mozzafiato da cui si ha una visione d’insieme su alcune città del Parco, fino a vedere anche Taranto e il suo golfo. In particolare è possibile scorgere Massafra sulla sinistra e di fronte Palagiano, piccolo abitato di recente costruzione. Suggestivo passeggiare di sera fra i vicoli bianchi della centro storico della città, detto Schiavonia perché anticamente abitato da popoli slavi arrivati qui nel Medioevo, ricchissimo di chiese, grandi piazze e bei palazzi.
Molto bella la La Chiesa di Santa Maria dell’Assunta (o Chiesa Madre – XII secolo).
Ex cattedrale di Mottola custodisce la tomba di Thomas Becket , Santo Patrono di Mottola.
2. La Gravina di Petruscio (Mottola).
Ci spostiamo poco fuori dal centro abitato per visitare il suo villaggio rupestre, riconosciuto come uno dei luoghi più affascinanti al mondo.
Accompagnati dall’inebriante profumo di erbe aromatiche si scende attraverso una scalinata di epoca medievale in quello che fino al medioevo, appunto, fu un fiorente e ben organizzato centro abitato con orti, negozi, abitazioni su più livelli e persino neviere per conservare il cibo.
Le Gravine, infatti, generatesi da fenomeni carsici e dallo scorrere dei fiumi che fin dal Giurassico scendono verso il mare dalle Murge, sono oggi dei veri e propri mondi scavati nella terra che vantano una biodiversità incredibile. Il loro segreto? E’ nella presenza del fiume, che non si vede ma c’è ancora! L’acqua, infatti, scorre sottoterra rendendo il paesaggio al loro interno sempre verde e vario.
3. Le Chiese rupestri della Gravina di Mottola.
Sono 3 – Santa Margherita, Sant’Angelo e San Nicola – ma si visitano in mezza mattinata e “costringono” a una piacevolissima passeggiata a tu per tu con la natura spingendoci a volte fin dentro la gravina per scendere in quelle che furono dai tempi della preistoria fino al medioevo delle vere e proprie “città in negativo”, scavate nella roccia.
Oltre ai magnifici affreschi, in stile per lo più bizantino (che denota una presenza fin dall’antichità di monaci di culto bizantino in zona), quello che colpisce è l’atmosfera, la sensazione di aver fatto il proprio ingresso in un mondo parallelo e la sensazione è quella di viaggiare nel tempo.
La guida vi illustrerà con cura tutti i particolari perché qui ogni cosa ha una sua storia da raccontare.
4. Masseria Sant’Angelo di Piccoli.
Da visitare al tramonto, questa bellissima masseria ci ha colpito prima di tutto per la bellezza della zona in cui sorge, sulla strada tra Mottola e Massafra, in mezzo a ettari di prato puntellati da altre masserie e da asinelli e animali al pascolo.
Secondo per l’accoglienza, l’ospitalità della famiglia che la abita e che si dedica con grande talento agli allevamenti di vacca podolica, dell’Asino di Martina Franca e del Cavallo Murgese.
Quella da vivere in masseria è un’esperienza adatta anche ai bambini, a tu per tu con gli animali, innocui, liberi di pascolare in una porzione di terreno. Terzo per il magnifico cibo che ci hanno fatto degustare.
Qui vi sembrerà di mangiare in famiglia assaggiando piatti e prelibatezze locali, tra cui la ricotta forte, con il suo sapore intenso e sapore piccante e l’ottima carne podolica in abbinamento ai vini naturali Petracavallo, a metà fra biodinamici e biologici prodotti con il metodo artigianale di una volta, con il torchio del nonno.
5. Rione di Rivolta (Ginosa).
Set del film del 2017 “Chi mi ha visto?” con Pierfrancesco Favino e Beppe Fiorello e di una scena clou del film di Pasolini “Vangelo secondo Matteo”, è questo un luogo magico.
Non ci sono parole che possano descrivere la sensazione, quasi commovente, che si prova scendendo dalla città attuale, attraverso vicoli e palazzi fino alla strada che si affaccia sulla parte di gravina rimasta ancora come nei tempi antichi.
Di fronte a noi, incastonate nella roccia e avvolte nella natura, decine di piccole abitazioni organizzate in nuclei abitativi e in fondo alla strada il piccolo villaggio che ci ha fatto perdutamente innamorare di quello che è un posto che evoca in chi lo visita emozioni mai provate.
Si passeggia lungo un sentiero a strapiombo (ma sicuro!) sulla gravina fino a raggiungere il Rione di Rivolta e qui la macchina del tempo si aziona e nulla da quel momento in poi, nessun luogo che abbiamo visto dopo, ha potuto mai rapirci così.
6. Panificio Piccolo (Ginosa).
Tra i vicoli bianchi di Ginosa, girando in una strada che parte dalla caratteristica piazza principale, si trova questo forno storico (via Redipuglia) di cui consigliamo di assaggiare i prodotti che sanno di tradizione e di Puglia autentica. All’interno del locale un magnifico forno antico è protagonista di un intero ambiente in cui il profumo di pizza pugliese e di pane ti travolge.
Lo sguardo viene rapito dalle tante teglie appoggiate tutte intorno piene di deliziose specialità. Non da meno è l’ospitalità dei proprietari, fattore comune qui in Puglia in cui cibo buono e sorrisi non mancano mai.
Oltre ai dormenti, buonissime brioche alla cannella chiamate così perché necessitano di 15 ore di lievitazione, abbiamo tra le tante cose mangiato la tipica focaccia pugliese, morbida e arricchita da pomodorini dal sapore dolcissimo, e il piatto forte del territorio: la Callared, uno stufato di pecora cotta lentamente con patate e verdure il cui sapore racconta questo angolo di Puglia, un entroterra non troppo lontano dal mare in cui ancora esistono piatti conviviali che oggi, così come un tempo, si gustano in compagnia, davanti a un camino in inverno, seduti a un tavolo in mezzo alla strada in primavera e estate.
7. Museo della Maiolica di Laterza.
A pochi minuti da Ginosa, Laterza è un’altra città-gravina.
Qui da non perdere è una visita al nuovissimo MuMa, allestito nell’ affascinante palazzo marchesale e che custodisce un gran numero di pezzi di quella che qui a Laterza è una tradizione di secoli.
E’ possibile ammirare maioliche finemente decorate con colori sgargianti, perfettamente conservate, fabbricate a mano per differenti usi e occasioni.
Dagli albarelli di un farmacista ai piatti da portata delle famiglie più ricche, una collezione molto grande del collezionista Riccardo Tondolo, che in vent’anni di ricerche ha messo insieme questi pezzi originali fatti da artigiani di Laterza tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo rintracciandoli nei musei di tutto il mondo
8. La macelleria rosticceria Tamborrino (Laterza)
Per una cena tipica vi invitiamo a prenotare un posto in una delle macellerie-bracerie della città. E’ un’esperienza per il palato da fare!
Ce ne sono in tutta la Puglia e in molte delle città del Parco delle Gravine, ma quelle di Laterza sono particolarmente rinomate. Qui la carne è senza dubbio appena tagliata e invece di portarla via e cuocerla a casa, potete accomodarvi in una grande sala al piano inferiore e farvele cuocere e servire direttamente dal macellaio e dai suoi abili “fuochisti”.
Oltre alla bontà della carne al fornello e alla possibilità di mangiare alcune prelibatezze locali, come njumiredde, bombette, salsicce, zampini e tanto altro, la differenza la fa la cottura che affidata a queste sapienti mani fa in modo che ogni tipologia di taglio e di carne tiri fuori tutto il suo sapore.
9. In barca a vela nel Golfo di Taranto
Questa è un’altra splendida esperienza da fare! Cullati dal vento nel Mar Grande di Taranto non è solo un modo per rilassarsi e per godere dello splendido mare pugliese, ma anche per ammirare le “forme” della bellissima Taranto con un solo sguardo.
Veleggiando è possibile “viaggiare” dalla Taranto vecchia alla nuova in pochi minuti e avere una visione d’insieme che consente di ammirare per intero alcuni monumenti, come il Castello Aragonese e quella che è un’opera di alta ingegneria, il Ponte Girevole, che separa le due “anime” di questa città magica.
La nostra skipper (Onda Buena Academy)ci ha parlato anche delle famose cozze pelose, tipiche di Taranto, ma che purtroppo non abbiamo assaggiato.
10. Ipogeo di Palazzo Baffi (Taranto vecchia)
Effetto “wow!” per questa decima tappa! Passeggiando per Taranto vecchia (che grazie a una brava guida è possibile visitare anche in poche ore) là dove un tempo sorgeva la gravina, oggi si visita la parte più antica della città che nasconde sotto terra un mare di tesori tra cui questa carbonaia ipogea.
Si accede attraverso una normale porta simile ad un ingresso in una casa, ma che conduce a una scala che scende fino a una serie di cunicoli che conducono fino al mare.
Una vera magia per gli occhi che dopo minuti di quasi totale oscurità e dopo essere passati per ambienti stretti e umidi, possono riempirsi all’improvviso della vastità blu del mare e della sua profumata brezza. Wow!
11. Il museo Casa Vestita (e la Bottega Vestita) a Grottaglie.
Il sogno di un bambino, la passione di un adulto, la creatività e curiosità di un artista e un pizzico di fortuna.
Sono questi gli ingredienti, impersonificati dal proprietario Cosimo Vestita, che fanno di questo luogo uno dei musei e dei posti più incredibili e affascinanti al mondo.
Siamo nel cuore del quartiere delle ceramiche di Grottaglie e dietro un grande cancello, tra una bottega e un’altra, si apre un piccolo mondo fantastico in cui la ceramica e la bellezza, oltre che la natura, la fanno da protagoniste. Quando Cosimo la acquistò, negli anni 90, spinto da un sogno ricorrente che faceva da bambino riconoscendo la casa in vendita come la stessa che gli appariva senza che l’avesse mai vista prima, non aveva l’attuale aspetto.
Il suo istinto e la voglia di indagare in quello che era un tempo il canyon della gravina lo hanno indotto a scavare e permesso di rinvenire una quantità incredibile di ceramiche in forma di vasi, piatti, anfore e oggetti di ogni tipo e destinazione d’uso che egli stesso ha saputo organizzare in un museo dislocato in alcune cisterne dal fascino unico.
Ma non finisce qui. Durante gli scavi è tornato alla luce un forno ipogeo mai usato che altro non fu che una copertura che nascondeva una piccola chiesa templare segreta: uno spettacolo da restare a bocca aperta.
Da non perdere la bottega di ceramiche di Cosimo Vestita. Situata a pochi metri dalla casa-museo è lì che prendono vita oggetti splendidi che vi risulterà difficile non comprare, anche per la generosità del maestro che vi sconterà ogni cosa.
Queste sono le 10 cose, più una, la Casa Vestita, appunto, che ci hanno maggiormente rapito nel nostro ultimo viaggio nel Parco delle Gravine.
In poco più di due giorni è possibile visitare tutto, e anche tanto altro, mangiare e bere fino a non poterne più e godere della giovialità e autenticità delle persone che abitano quello che è un angolo di Puglia da poter visitare davvero in ogni stagione!
Photo credits: Carmine Castella (@Zahre)
Info: www.parcogravine.com
Un ringraziamento speciale, oltre a chi già nominato nell’articolo, va a chi ci ha ospitato, a chi ha organizzato il viaggio e a e chi ci ha fatto degustare gli ottimi vini di questa terra:
Francesco Maglio (organizzatore press tour) – Visit Parco Gravine
La guide turistiche degli Infopoint:
Braceria dal Centurione– Mottola
Ristorante Il Vecchio Frantoio – Laterza
Il Pizzicagnolo – Grottaglie
Masseria Petrino – Palagianello
Casa Isabella – Mottola
B&B Baja delle Sirene – Taranto
B&B Il Falco Grillaio – Laterza
Masseria Amastuola, Massafra
Cantine San Marzano – Taranto
Press Tour organizzato da Visit Parco Gravine, Comune di Mottola e Regione Puglia – Assessorato all’industria turistica e culturale
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