A Capralba l’abbattimento di migliaia di visoni

Immagini sensazionali diffuse da Essere Animali, filmato con un drone l’abbattimento di migliaia di visoni nell’allevamento situato a Capralba, nel cremonese. Come in Danimarca, gli animali uccisi in una camera a gas e gettati con la pala del trattore in un cassone.

La decisione di abbattere tutti gli animali è stata presa dall’Ats Valpadana in seguito all’ordinanza del Ministero della Salute che prevede l’uccisione di tutti i visoni, anche i riproduttori, nelle strutture in cui dovessero rivelarsi casi di animali positivi al coronavirus, per l’alto rischio che gli animali possano contagiare gli esseri umani con una forma mutata del virus. Nell’allevamento di Capralba, il più grande d’Italia con circa 28.000 animali, quasi la metà di quelli allevati per la pelliccia in Italia, sono stati trovati nei mesi scorsi tre casi di visoni positivi al coronavirus.

“Ci indigniamo per queste immagini che mostrano migliaia di corpi inermi, gettati come rifiuti, ma le uccisioni dei visoni avvenivano anche gli scorsi anni, con l’unica differenza che gli animali abbattuti quest’anno a Capralba, anziché diventare pellicce, saranno inceneriti per l’alto rischio di contagio del virus all’essere umano”, commenta Simone Montuschi, presidente di Essere Animali.

“Negli altri 7 allevamenti ancora attivi in Italia proprio in questi giorni sta avvenendo la stessa mattanza e, poiché in quelle strutture non ci sono animali positivi, i visoni diventeranno pellicce o inserti per indumenti. Ecco ciò che dovrebbe veramente indignarci, l’uccisione crudele per futili motivi di esseri viventi, così come l’immobilismo del Governo, capace solo di emettere un’ordinanza che sospende gli allevamenti fino a febbraio 2021, una misura inutile di fronte a una questione così grave come il rischio di contagio di forme mutate del virus dagli animali all’essere umano.” Infezioni da coronavirus con mutazioni legate al visone sono state rilevate in esseri umani in Olanda, Danimarca, Svizzera, Sud Africa, Russia, Stati Uniti e Isole Faroe, mentre visoni positivi al coronavirus sono stati rilevati in allevamenti situati in Olanda, Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Italia, Grecia, Francia, Polonia e Lituania. Essere Animali chiede da tempo un divieto di allevamento di animali da pelliccia, obiettivo della campagna Visoni Liberi. Attraverso tre video indagini l’organizzazione ha documentato più volte le condizioni dei visoni negli allevamenti italiani, filmando animali feriti, con comportamenti stereotipati e una gestione degli allevamenti che inevitabilmente agevola la diffusione del virus, essendo le gabbie disposte una a fianco all’altra, con i visoni rinchiusi a stretto contatto fra loro. Diversi Paesi europei hanno già vietato gli allevamenti di visoni, l’ultimo in ordine di tempo l’Ungheria che, pur non avendo strutture attive, ha imposto un divieto per evitare che allevatori provenienti da nazioni che stanno vietando gli allevamenti possano insediarsi nel territorio magiaro. L’Italia è uno dei pochi Paesi, perlomeno all’interno dell’UE, che ancora li consente. “Gli allevamenti di visoni sono crudeli verso gli animali e pericolosi per la salute pubblica, la produzione di pellicce doveva essere vietata già anni fa, d’altronde diverse proposte di Legge sul tema non sono mai state discusse. Ora non si perda altro tempo e si introduca subito un divieto nazionale di allevamento di animali da pelliccia”, conclude Montuschi.