La sostenibilità vende

Perché è così difficile, per le aziende, scegliere la sostenibilità? A questa domanda molti risponderanno automaticamente “perché la sostenibilità è troppo costosa”. Una ricerca un po’ più approfondita, tuttavia, dimostra che le cose non stanno esattamente così. O meglio, ci sono certamente dei costi da considerare, quando si apportano cambiamenti sostanziali a un processo produttivo o anche semplicemente quando si cambia un’abitudine inveterata, ma non è detto che questi costi si traducano in una perdita di guadagno. Perché? Perché la sostenibilità vende più di quanto non si pensi, soprattutto se viene promossa in modo adeguato.

È vero che i prodotti sostenibili costano di più?

In linea di massima sì. Prima di tutto, dal punto di vista di un’azienda, occorre considerare i costi che sempre si affrontano quando si cambia il modo di produrre, quando si cambia un macchinario, quando si sostituisce un fornitore o si modifica un processo, con la conseguente necessità di formare nuovamente il personale. Tutti questi costi, per quanto limitati nel tempo, incidono sul profitto. Spesso, inoltre, le scelte sostenibili implicano processi più costosi nella gestione dei rifiuti e richiedono di utilizzare materiali di qualità superiore o che vengano sottoposti a controlli più accurati. Tutto questo, ovviamente, fa lievitare il costo finale del prodotto. Ci sono però diversi altri aspetti che conviene considerare.

La sostenibilità fa risparmiare (più di quanto immaginiamo)

Quello che non tutti sanno è che fare scelte sostenibili, spesso, vuol dire anche risparmiare sul lungo periodo. Per esempio, sostenibilità vuol dire anche risparmio energetico e ottimizzazione. Scegliere di utilizzare energie alternative e di ridurre gli sprechi (per esempio in termini di elettricità e riscaldamento) può portare a considerevoli risparmi che si accumulano nel tempo. Proprio di energie alternative e delle loro varie applicazioni si parlerà a gennaio in occasione di GECO, il primo grande evento online dedicato interamente alla sostenibilità, che vedrà la partecipazione di numerosi espositori operanti in questo settore. E se ottimizzare energicamente una struttura o un edificio può ridurre drasticamente la bolletta per un privato o una famiglia, applicare lo stesso principio a livello industriale non solo può ridurre in modo consistente le emissioni di CO2, ma anche rivelarsi conveniente per l’azienda. Lo stesso si può dire per la gestione degli sprechi e degli scarti di produzione, che in un’ottica di economia circolare, in alcuni casi, possono perfino essere rivenduti per altri utilizzi. Spesso a frenare questo genere di progresso è soltanto il timore di dover affrontare un cambiamento complicato.

La sostenibilità vende

Il consumo consapevole è iniziato come movimento di nicchia, ma negli ultimi anni ha coinvolto sempre più persone in tutto il mondo, diventando una scelta distintiva di vasti gruppi demografici. Numerosissime ricerche dimostrano che il numero dei consumatori consapevoli dell’impatto ambientale dei prodotti e disposti a scegliere opzioni più sostenibili, anche a fronte di un costo più alto, è in continua crescita. Vale la pena di ricordare che moltissimi brand hanno registrato considerevoli aumenti delle vendite e delle fidelizzazioni dopo aver promosso, con campagne ad hoc, la scelta di passare a filiere sostenibili. Nel complesso, quindi, la sostenibilità si rivela non solo la scelta eticamente più giusta, ma anche la più conveniente. Occorre fare attenzione, tuttavia, alla tentazione delle “scorciatoie”: i consumatori contemporanei sono molto informati e, se le scelte sostenibili di un’azienda si rivelano solo di facciata o se vengono presentate come tali pratiche che sostenibili non solo, la campagna promozionale non andrà lontano e rischierà di produrre l’effetto opposto a quello desiderato.