Torna finalmente in libreria Peppe Millanta, Vincitore del Premio John Fante Opera Prima 2018 con il suo Vinpeel degli Orizzonti. A cinque anni da quel caso letterario, uscito sempre per Neo Edizioni, oggi Millanta è di nuovo sugli scaffali delle librerie, con “Cronache da Dinterbild“. Uno “sprequel” (un prequel e un sequel insieme) di quel luminoso e poetico romanzo che raccontava del paese di Dinterbild, una comunità sospesa nel tempo, e dei suoi abitanti. E del piccolo Vinpeel, ovviamente.
Eccoci allora di nuovo qui con questo oggetto magico, inusuale, in cui sono racchiuse delle storie provenienti da questo paese, Dinterbild, “il luogo dove si rifugia chiunque abbia paura, lontano dal mondo e da ciò che può fargli male”.
Per leggere questo sprequel che esce proprio oggi 31 maggio 2023, insomma, bisogna in qualche modo aver fatto la conoscenza dei personaggi contenuti nel libro del 2018. Ma non è del tutto necessario: è godibile anche stando a digiuno del precedente. Basta sapere, però, che l’autore sta riprendendo alcuni dei personaggi di Vinpeel immaginandone, con fantasia e leggerezza, le loro storie.
Anche se Millanta ci mette una premessa, anzi, è proprio una autocertificazione, a inizio del volume.
MODELLO DI AUTOCERTIFICAZIONE
Compilazione obbligatoria in caso di lettura
Io sottoscritto/a _______________ nato/a a ________ il ___________ segno zodiacale _______________ Dichiaro sotto la mia responsabilità:
– di aver già letto Vinpeel degli orizzonti
– di non aver ancora letto Vinpeel degli orizzonti, ma di correre a leggerlo appena possibile
Firma
Con tanto di firma di apporre. Una volta messa, se vi va, siete pronti ad entrare, ad affrontare il viaggio. E allora, eccoci di nuovo qui nel villaggio di Dinterbild. Dove ci sono solo Ned e il signor Biton. Sono lì, a guardare il mare, e ad ascoltare le conchiglie, con le storie che portano. Quella di Del, dei suoi quadri, della bella Myriam
dalla pelle color ebano, e
dall’odore di Maghreb.
E poi altre conchiglie, che messe tutte insieme, pezzettino dopo pezzettino, serviranno a costruire qualcosa di unico e importante. La storia del Giudice Morel e delle coincidenze della vita, gli incastri impaginati in modo folle.
“L’idea (“unica” o “da pazzi”, a seconda dei punti di vista) in cui Ned e Biton si stavano cimentando in realtà era: “Molto logica”, almeno a sentire Ned. “Logica un corno”, almeno a sentire Biton. Ma per capire bisogna, come spesso avviene, tornare al principio, al momento in cui Ned e Biton si erano incontrati sulla spiaggia, unici abitanti rimasti a Dinterbild dopo che tutti gli altri erano andati via con i Palloni Volanti per raggiungere l’Altrove.”
Dialoghi sbilenchi e memorabili, racconti dolci e misteriosi, personaggi divertenti animano le pagine di questo libro che si costruisce come un gioco magico. Millanta ha una scrittura scorrevole, regala discorsi magistrali, ama evidentemente la sperimentazione linguistica e adora giocare con i lettori, incuriosirli, sorprenderli.
L’obiettivo finale, che è quello per Ned e Biton di solcare il mare, costruendo una barca di conchiglie, appare ovviamente logico. Logico?
“Logico un corno!» Il siparietto si ripeté uguale a se stesso ancora numerose volte. Biton non riusciva a capire come si potesse costruire, e soprattutto far navigare, una barca fatta di conchiglie. La realtà era che neanche Ned lo sapeva. O meglio. Non sapeva spiegarlo. Ascoltava le storie nelle conchiglie, e in base a quello che sentiva le disponeva in mezzo alle altre, come se le stesse accordando tra di loro.”
Così gli editori del libro hanno lanciato oggi nella rete questo nuovo romanzo, con un post su facebook: “Quando diciamo che ci piacciono le cose sghembe e imprevedibili non pensiamo soltanto a quelle dure, grottesche, cupe, folli. Sì, sono senza dubbio il nostro scheletro, ciò che più si avvicina alla nostra indole e al nostro essere; ma cerchiamo di avere orizzonti più ampi di così – sai che noia, se no? La verità è che abbiamo un debole per la fantasia sconfinata, per i visionari, per chi prende le linee rette che hai in testa e le piega le devia le attorciglia. Che ci faccia delle lame di bisturi o delle faccine sorridenti è una questione secondaria, di gusto: ma la nostra idea di letteratura ha a che fare con quella cosa lì. Quando Peppe Millanta ci ha preso e infilato nella propria testa come in “Essere John Malkovich”, noi non siamo stati capaci di vedere i confini della sua fantasia, tanto era vasta. Ogni passo era una sorpresa, un ruzzolone, un inciampo, un salto, una caduta in una botola spaziotemporale verso un altrove inimmaginabile. E perciò abbiamo saputo subito, subito, fin dalle prime righe, che anche se quella cosa lì c’entrava poco con ciò a cui avevamo abituato i nostri lettori – con la dissezione antropologica di Paolo Zardi, con le visioni postapocalittiche di Gianni Tetti, con la sordida malinconia di Alessandro Turati –, insomma, anche se era qualcosa di completamente diverso da quello che avevamo fatto fino a quel momento, abbiamo saputo subito che dovevamo pubblicarlo. Perché fare libri in qualche modo è aggiungere porzioni di realtà all’universo: e quella costruita da Peppe Millanta meritava un po’ di spazio. Cos’è successo poi? Che l’hanno amato praticamente tutti. Che intorno a questo libro si sono addensate storie meravigliose. Che la gamma di bizzarrie che in questi 15 anni abbiamo aiutato ad attraversare il fossato e raggiungerci si è ampliata di uno spicchio un po’ più luminoso del solito. Ora, dopo 5 anni, è giunto il momento di tornare a Dinterbild, di conoscere un po’ meglio le creature che la abitano, di farsi trasportare ancora un po’ da quel profluvio di invenzioni che è il mondo interiore di Millanta. Fate gli zaini, e mi raccomando: come in tutti i viaggi che si rispettino, vestitevi a cipolla, ché non si sa mai. Pronti? È ora di andare. “
E allora consigliamo di lasciare gli ormeggi e andare. Questo è un libro consigliato ai sognatori, a chi ama leggere per perdersi, per viaggiare nel tempo e nello spazio, entrando in contatto con mondi paralleli e realtà straordinarie. Complimenti quindi all’autore nuovamente per il coraggio, per una seconda prova che dimostra come la vena poetica e creativa non si sia affatto esaurita, anzi per Millanta è più attiva che mai. Con una fantasia fuori dal comune, e una incontrollabile voglia di evasione.
L’autore
Peppe Millanta non è il vero nome di Peppe Millanta, ma si è talmente abituato che si volta anche se lo chiamate così.
Diplomato all’Accademia Nazionale Silvio d’Amico, firma la sceneggiatura della serie Blackout – Vite sospese su Rai1, cura le rubriche Quota Mille e Macchemito su Rai Abruzzo. Fondatore della Scuola Macondo, dedicata alle arti narrative, è direttore artistico del festival SquiLibri di Francavilla al Mare. Dirige la collana “Comete” (Ianieri Edizioni), dedicata alla narrativa di viaggio. Suo il libro La rotta delle nuvole. Piccole bussole per sognatori testardi (Ediciclo, 2020).
Ha esordito con il romanzo Vinpeel degli Orizzonti (Neo Edizioni, 2018) vincitore di numerosi premi tra cui Premio John Fante Opera Prima, Premio Città di Cuneo e Premio Alda Merini, candidato al Premio Strega Ragazze e Ragazzi e selezionato al Campiello Opera Prima. Il romanzo è tradotto in Francia, Argentina, Cile e Romania.