Il Sebeto è un fiume che ha segnato la storia e il mito di Napoli, un corso d’acqua che oggi scorre per lo più sottoterra, ma che in passato era una presenza vitale per la città. La sua storia è un intreccio di realtà e leggenda, che affonda le radici in tempi antichissimi.
Origini e percorso:
- Sorgenti: Le sorgenti del Sebeto si trovavano alle falde del Monte Somma, in particolare nella zona della “Bolla”. Alcune fonti storiche, come quelle di Giovanni Antonio Summonte nel 1675, suggeriscono anche possibili origini sotterranee presso la Chiesa di Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana, mentre Ambrogio Leone nel 1514 ipotizzò una zona nel nolano.
- Percorso: Il fiume attraversava i territori degli attuali comuni di Volla, Casalnuovo e Casoria, arricchendosi delle acque piovane, per poi sfociare nel mare di Napoli, nei pressi dell’attuale Piazza Municipio.
- Antichità: In epoca antica, il Sebeto era un fiume navigabile e importante per la città di Neapolis (l’antica Napoli). Il suo nome greco era Sepeithos, che significa “andar con impeto”, suggerendo un corso d’acqua a volte impetuoso. Si pensa che i Greci Cumani abbiano incanalato il fiume già nel 470 a.C., e che sia stato utilizzato per l’approvvigionamento idrico grazie all’acquedotto augusteo nel 47 a.C.
Trasformazioni nel tempo:
- Interventi umani ed eventi naturali: Nel corso dei secoli, il corso del Sebeto ha subito diverse modifiche a causa di eruzioni del Vesuvio, movimenti tellurici e, soprattutto, l’espansione urbanistica della città.
- Interramento: Già nel Medioevo, il fiume si era ridotto a un rigagnolo. Successivamente, nel centro storico di Napoli, il Sebeto, spesso soggetto a straripamenti, fu coperto da edifici nobiliari. Infine, i brevi tratti ancora esistenti furono definitivamente intombati nel XX secolo per permettere l’ulteriore sviluppo della città.
Leggende e mitologia:
- Sebeto e Vesevo: La leggenda narra di una rivalità tra il fiume Sebeto e il vulcano Vesuvio, personificati come due giganti che si scontravano, con il Vesuvio che eruttava fuoco e il Sebeto che trasportava detriti verso il mare. Quando i due giganti si placavano, la vita fioriva sulla terra che era stata il loro campo di battaglia.
- Sebeto e Leucopetra: Un’altra leggenda racconta dell’amore conteso tra Sebeto e Vesevo per la ninfa Leucopetra, figlia di Nettuno. Questa leggenda aggiunge un elemento romantico e mitologico alla storia del fiume.
- Napoli come Sebezia: Nel Medioevo e nel Rinascimento, il Sebeto era talmente legato all’identità di Napoli da essere utilizzato come personificazione della città stessa, tanto che Napoli veniva chiamata anche Sebezia.
Oggi il Sebeto scorre per lo più sottoterra, un fiume “dimenticato” agli occhi di molti. Tuttavia, alcuni tratti del suo corso sono ancora visibili nella zona orientale di Napoli, attraversando quartieri come Ponticelli e le campagne di Volla e Casalnuovo.
Il Sebeto è molto più di un semplice corso d’acqua. È un simbolo della storia di Napoli, un legame tra il passato e il presente, un intreccio di natura, mito e intervento umano. La sua storia ci ricorda l’importanza di preservare la memoria del nostro territorio e di rispettare l’ambiente che ci circonda.