Il South Dakota nel romanzo di un’italiana: “L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte” di Manuela Montanaro

Articolo aggiornato il 14 Aprile 2025

Partiamo da una nota personale: Trilobiti di Breece D’J Pancake è uno dei migliori libri di racconti che io abbia mai letto. Quindi, quando ho trovato in esergo, sfogliando questo romanzo, una citazione proprio da uno dei racconti dello scrittore americano, subito mi si è accesa una scintilla:

Ginny per me non è altro che l’odore amaro delle more in cima alla collina.
Trilobiti, Breece D’J Pancake

Questo romanzo è il secondo classificato del “Premio di narrativa Neo Edizioni” 2024: “L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte” e l’autrice è Manuela Montanaro. Dalla prefazione made in USA dell’ottimo Chris Offutt, autore tradotto in Italia da minimumfax, scopriamo che “La vicenda narrata è ambientata a Keystone, nel South Dakota, una cittadina che la scrittrice non ha mai visto, in un Paese che non ha mai visitato. Anche solo immaginare un’impresa narrativa di questo tipo è audace e coraggioso. Il libro che tenete tra le mani è la prova della tenacia, dell’abilità, del talento e della vigorosa immaginazione di Montanaro“.

Tasselli che si aggiungono alla comprensione di un’opera che è nata da una mente italiana, ma che per ambientazione e plot potrebbe essere tranquillamente stata scritta da un’autrice western nata e cresciuta oltreoceano. La Montanaro, infatti narra una storia cupa e misteriosa ambientata nel South Dakota. E lo fa bene come se a scrivere fosse uno scrittore americano.

“L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte” di Manuela Montanaro è davvero un’avventura letteraria fuori dagli schemi, un intreccio di mistero, thriller e sogno. Il titolo stesso cattura immediatamente l’attenzione, così come la copertina: promettendo una narrazione non convenzionale, incentrata su una protagonista con un destino decisamente singolare: è morta 8 volte, in 8 modi diversi, stando a ciò che si dice in giro.

Nel freddo inverno nel South Dakota, il paesino di Keystone -vicino a una riserva indiana- è scosso da un omicidio. Nel locale di Lenny è stata uccisa una giovane nativa, Callista Wood, una giovane prostituta che nessuno sembra conoscere.
Lo sceriffo Davidoff indaga sul caso, così come sta facendo con una vecchia donna scomparsa Seraphine Jackson, “la donna di colore che aveva vissuto tutta la vita nei boschi del South Dakota, sola, in una casa priva di elettricità e acqua corrente, ed era scomparsa nel nulla in un giorno di fine estate del 1964“. Anche i suoi resti sono stati da poco ritrovati nei boschi, e per questo motivo in paese è tornata nel piccolo paese, da New York, una delle gemelle Jones, Amanda. La sua gemella siamese, Love, è morta durante l’operazione per separarle, un po’ di anni prima, dopo che le due sono rimaste attaccate al di là di ogni previsione. Lei è la figlia di Arleen, ha una gamba di plastica dopo l’operazione, fa tante domande ed è una psicologa.

Foto di KB Wylie da Pixabay

Callista, dicevamo, è morta, e per capire meglio chi è, da dove viene e chi l’ha uccisa, arrivano le dichiarazioni e le storie di 8 abitanti del piccolo paese: conosciamo le loro vite disastrate, ai limiti, ai margini, e scopriamo che ognuno di loro confessa di averla assassinata e di averlo fatto da solo, lasciando poi il corpo abbandonato in un angolo della stanza, o di averlo fatto a pezzi, o ancora chissà cosa.

Piano piano, pagina dopo pagina incontriamo uno dopo l’altro una serie di personaggi enigmatici e sbilenchi, e costruiamo incuriosendoci un puzzle complesso, con l’aiuto della scrittrice che sa come dosare le parole. Scopriamo che ognuno degli uomini che si auto-accusa di aver fatto sesso con la donna, e poi averla ammazzata, forse non racconta tutta la verità. Quest’omicidio misterioso, in qualche modo, diventa la chiave per aprire una porta su un mondo lontano, un paesino di frontiera americano dimenticato da dio e forse anche dagli uomini.

La narrazione diventa quasi un labirinto, la vista e i sensi si confondono quasi come accade agli uomini durante una tempesta di neve… e poi? E poi c’è Chucky, che non capisce tutto perché da piccolo ha avuto un incidente, ora e grande e ha già incontrato Callista prima, c’è sua madre che lo ritrova dopo tanti anni e si prende cura di lui.

Questo è un romanzo per certi versi davvero incredibile, nel senso che a tratti si stenta a credere a tutto quello che leggiamo: ma la lettura è fin troppo avvincente, i colpi di scena si susseguono e il mistero che avvolge Callista Wood e le sue molteplici “dipartite” solo alla fine, forse, sarà svelato.

“L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte” non teme di spiazzare e sorprendere il lettore: avventurandosi in territori narrativi inesplorati per le scrittrici italiane, offrendo una storia che al tempo stesso è inquietante fuori dagli schemi. Tra Fargo e Cormac McCarthy, Holt di Kent Haruf e Breece D’J Pancake, la Montanaro ha scritto un romanzo – suo esordio dopo essersi cimentata soprattutto nel racconto – sorprendente e originale.