“Moltitudini: Anatomia e politica delle folle” di Dan Hancox

Articolo aggiornato il 3 Ottobre 2025

Il saggio di Dan Hancox, Moltitudini, colpisce a partire dalla splendida copertina, che meriterebbe una recensione a parte: l’illustrazione di HaloHalo dalle tonalità rosa, blu, violetto, occupa ogni angolo del volume e riempie ogni spazio concesso, appunto come una folla in un luogo angusto.

Il testo di Hancox, poi, affascina per il suo punto di vista originale sul ruolo della collettività e dell’aggregazione umana nella società. Michele Piumini traduce brillantemente questo volume che analizza temi politici e sociologici, non limitandosi a uno studio sterile, bensì tracciando nuove coordinate sullo studio delle masse.


La Rivendicazione della Folla come Ideale Democratico

Il cuore pulsante di “Moltitudini” risiede nella sua netta opposizione alla tradizionale e spesso negativa percezione delle folle. Hancox fin dall’inizio del volume instaura un dialogo diretto con figure come Gustave Le Bon, autore de La psicologia delle folle, il quale vedeva le masse come entità irrazionali, facilmente manipolabili e intrinsecamente distruttive da sorvegliare e controllare. Il libro Psicologia delle folle, del 1895, è l’opera più nota di Gustave Le Bon ed è un testo che ha formato un certo tipo di pensiero ben consolidato negli anni sul ruolo e l’impostazione delle folle.

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La concezione moderna della folla affonda le radici nel XIX secolo, plasmata soprattutto dallo studioso francese Gustave Le Bon. Il suo libro ebbe un impatto enorme: fu lodato da Freud, letto da Mussolini e utilizzato dalla propaganda nazista.

Secondo Le Bon, la folla degrada l’individuo: l’anonimato dissolve la responsabilità personale, e, senza una guida, domina il caos. Solo un leader carismatico poteva incanalare questa energia distruttiva lontano dall’anarchia e dal “pericolo” di democrazia e socialismo, orientandola verso l’ordine e la gerarchia.

I dogmi che vediamo nascere acquisteranno ben presto la forza di quelli antichi, cioè la forza tirannica e sovrana che mette al riparo da ogni discussione. Il diritto divino delle folle sostituisce il diritto divino dei re.

Gustave Le Bon, Psicologia delle folle: un’analisi del comportamento delle masse

Nonostante l’espansione delle città e l’aumento delle folle, il pensiero di Le Bon continua a influenzare il nostro modo di raccontarle oggi.

Al contrario, Hancox ribalta la prospettiva e riabilita la folla, interpretandola come un ideale democratico in azione. Il suo saggio e il suo studio partono dal marzo 2020, l’inizio del primo lockdown per Covid in Uk. L’autore riflette: “una cappa grigia d’incertezza e timore calò su di noi con preoccupante rapidità. Nei giorni che seguirono, mi resi conto che la pandemia era straziante non solo perché ci isolava dai nostri cari, ma anche perché ci isolava dagli estranei“. Attraverso un’analisi che spazia su diversi contesti storici e culturali, l’autore dimostra come l’aggregazione umana sia stata una forza motrice capace di influenzare nel profondo eventi politici, culturali e sociali. Le masse sono in quest’analisi agenti attivi che plasmano la storia, nonostante siano state a loro volta condizionate e spesso manipolate da governi, media e dalla stessa architettura degli spazi urbani.


Dalle barricate ai festival: Il potenziale trasformativo

Uno degli aspetti più illuminanti e stimolanti del saggio è l’ampiezza delle folle esaminate. Dalle “folle rivoluzionarie” della Comune di Parigi nel 1871 alle folle che hanno preso d’assalto il Campidoglio a Washington il 6 gennaio 2021, passando per la Marcia su Roma di Mussolini e arrivando fino alle folle calcistiche, o quelle dei festival musicali o dei carnevali (come quello di Cadice dell’introduzione, o di Notting Hill in un capitolo interno), l’autore riesce ad esplorare la trasformazione sociale anche in ambiti apparentemente meno “seri” o più ludici.

Questa eterogeneità di esempi sottolinea che il potenziale dell’aggregazione umana è intrinseco all’esperienza del fare insieme, indipendentemente dal fine immediato. Il filo conduttore è l’importanza dell’esperienza collettiva che si mostra come momento fondante della società civile e della libertà d’espressione.


L’Aggressione allo Spazio Pubblico e l’Antidoto all’Isolamento

“Moltitudini” si rivela particolarmente rilevante nel contesto contemporaneo, in un momento in cui la crescente e moderna tendenza a limitare e restringere gli spazi pubblici si unisce alla creazione progressiva di ruoli virtuali e online di aggregazione. Ci troviamo sempre più in un’epoca in cui governi e grandi aziende lavorano attivamente per controllare ed evitare le aggregazioni spontanee, le manifestazioni politiche, le proteste —sia fisiche che digitali. Di questi tempi dunque il libro di Hancox suona come un urgente campanello d’allarme.

Hancox ci ricorda che la vera costruzione di una società più equa e libera passa attraverso la riconquista delle strade e delle piazze come luoghi vivi di espressione collettiva. Per questo si tratta di un libro illuminante. Verso la fine Hancox dice: “Nonostante le menzogne raccontate da chi ci vorrebbe chiusi in casa, soli e drogati di pixel, il richiamo della folla non muore mai. […] viviamo in un mondo materiale e non c’è nulla di paragonabile alla solidarietà e all’euforia che sperimentiamo dentro una folla in carne e ossa. Dobbiamo dar corpo alla nostra vita e alle nostre reti sociali, occupando lo spazio fisico. […] Seguite il consiglio di Matthew Phillip: non siate semplici spettatori, partecipate”.

E con questo invito si conclude in un certo senso questo libro, che appare un vero e proprio invito all’azione. È una lettura utile per chiunque voglia comprendere il rapporto tra potere e popolo, e per chi crede che la democrazia viva e respiri nelle esperienze condivise e nella capacità delle persone di riunirsi e fare la propria voce sentire. Un’opera che, con intelligenza e passione, ci spinge a uscire, aggregarci e onorare il potere della folla.