L’emergenza rifiuti di Napoli è stata ormai dichiarata finita. Ciò non significa che corrisponda a realtà, come molto cose che vediamo e sentiamo, specie in questo periodo. Rimangono molti, moltissimi punti oscuri. Nonostante questo, quella dell’emergenza è un onda che viene cavalcata quando un qualsiasi esponente del governo vuole rimarcare che l’Italia è gestita da un “governo del fare“. Poi magari un giorno discuteremo anche del fatto che dietro ad “emergenza” vengono nascosti tutti i colpevoli. Un’emergenza non si può prevedere, del resto è noto come i rifiuti cadano dal cielo. Sorvoliamo al momento.
Tornando al governo del fare, nelle parole dei suoi esponenti la Campania fa pendant con le casette costruite in Abruzzo dopo il terremoto che ha ucciso più di trecento persone il 6 aprile 2009. Anche lì ha operato il governo del fare con la Protezione Civile. Decine di uomini e mezzi hanno lavorato incessantemente, a loro va tutto il nostro riconoscimento. La cronaca di questi giorni però ha offuscato l’immagine di questo “salvatore” mandato dallo Stato per risolvere i problemi e i cataclismi e andare a mettere bocca anche in quello che fa l’America. Qualche dubbio sul capo della Protezione Civile onestamente ci è venuto. Un uomo d’oro, quando Bertolaso è stato incaricato di fare qualcosa si sono mossi quantitativi di denaro che non è possibile immaginare e soprattutto sono cambiate tutte le regole del gioco all’occorrenza. E’ un’emergenza, del resto.
Tutta questa premessa per dire che oggi mi sono imbattuta in “Terra” il primo quotidiano ecologista d’Italia, che esce tutti i giorni in formato tabloid dal 15 aprile 2009. Sul sito internet ho letto un bel pezzo “Dieci domande a Bertolaso” di Raffaele Del Giudice, direttore di Legambiente Campania, verso cui non smetto mai di riporre speranze per il futuro. Dato il mix eccezionale vi posterò l’intero articolo (da terranews.it).
E qui invece vi linko un estratto di Biùtiful Cauntri, il documentario sullo sversamento dei rifiuti tossici in Campania. Al 5° minuto c’è la parte che riguarda la denuncia di una discarica non a norma da parte di Raffaele Del Giudice alla presenza di Guido Bertolaso. Vale sempre la pena di rivedere questo documentario, in questi giorni ancora di più.
Quindi lascio a lui il compito di mettere insieme i pezzi. Buona lettura.
Dieci domande a Bertolaso
Raffaele Del Giudice (direttore di Legambiente Campania)
LO SCANDALO. Tra le altre cose la Protezione civile della guida Bertolaso ormai ha un modus operandi: il problema non lo risolvo ma molto semplicemente non lo faccio più vedere.
In Campania è difficile tirare un bilancio sul lavoro svolto dalla Protezione civile perché non è mai iniziato. L’emergenzia non è mai finita. Tra le altre cose la Protezione civile della guida Bertolaso ormai ha un modus operandi: il problema non lo risolvo ma molto semplicemente non lo faccio più vedere. Esiste un problema, basta che evito di renderlo visibile.
Nel frattempo vado avanti con dei poteri riconosciuti da tutti, assolutamente in deroga a qualsiasi cosa, che mi permettano di fare delle azioni sul territorio. Si tratta delle emergenze usate per l’azione politica del territorio. Un fatto gravissimo che anche Legambiente ha denunciato. In una situazione del genere è normale rivolgere le dieci domande a Bertolaso.
Prima, davvero si doveva aspettare che scoppiasse il casino per intervenire visto che era chiaro fin dall’inizio che quelle discariche non erano a norma? Punto secondo, perché non sono stati realizzati impianti che ci permettano di uscire dall’emergenza rifiuti? Faccio solo un esempio: tuttora in Campania non c’è nemmeno un impianto di compostaggio. Inoltre allo stato attuale, ancora oggi, nessuno può entrare negli impianti Cdr per capire cosa sta accadendo, a vedere le discariche in che condizioni stanno. Tre, non si sa il percolato dove lo stanno portando e che fine fa. Quattro, le ecoballe vengono prodotte o non vengono più realizzate? Altra questione. Ogni isola ecologica aperte durante il picco d’emergenza (in cui i cittadini furono invitati a consegnare la propria raccolta differenziata) è stata chiusa. Il motivo nessuno lo sa.
Una spiegazione dovrebbero darla, visto che i Comuni sono stati spinti, sotto quell’emergenza creata a tavolino, a fare finalmente la raccolta differenziata. Ma ora con il passaggio delle competenze alle Province gli enti locali cosa faranno? I Piani per la differenziata consegnati dai Comuni diventeranno carta straccia? E le Province dovranno creare un maxi consorzio abbracciando tutti i Comuni? Per non parlare delle società che si interessano della raccolta dei rifiuti, per conto degli enti locali. Come verranno organizzate? A quali norme dovranno attenersi? E il mancato introito della tassa sui rifiuti, che d’ora in poi andrà alle Province, come verrà compensato nelle casse comunali?
Trovo questa situazione vergognosa. È come quando i bambini scavano una buca per giocare. Sta avvenendo la stessa cosa: si scava una fossa, poi si vedrà. Siamo di fronte alla mancata programmazione e all’utilizzo dell’emergenza per la gestione del territorio. Per gli impianti di Cdr nei vari decreti era previsto l’ammodernamento, per renderli adatti al trattamento meccanico biologico. È stato fatto? Poi c’è tutta la questione delle discariche non bonificate. Su Taverna del Re e Giugliano il sottosegretario si sprecò in promesse ai cittadini, garantendo la bonifica.
E parliamo delle discariche delle ecomafie, quelle del cosiddetto Quadrilatero della morte (Giugliano, Qualiano, Villaricca, Parete), dove (grazie a numerosi pentiti, i cui racconti sono stati poi accertati dalla magistratura) si è saputo venissero scaricati rifiuti talmente pericolosi che morivano anche i topi. Tutte aree prontamente individuate dagli inquirenti. Chi deve bonificarle? E quando? Questi interventi non sono mai nemmeno partiti. Neanche su un singolo metro quadro. Inoltre per le bonifiche veniva usato il termine gravissimo “misura di compensazione”. Il risanamento di un territorio non è mai una compensazione, ma un atto dovuto che non può diventare merce di scambio. E tutte le promesse di Bertolaso per la Campania sono finora cadute nel dimenticatoio.
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