La “Direttiva vivisezione” e il Parlamento Europeo

Quando l’etica ha un prezzo, si sa quanto ci verrà a costare comprarla. E’ quello che è successo l’8 settembre giorno in cui il Parlamento Europeo ha votato una direttiva (la 86/609) che avrebbe dovuto ridimensionare l’uso di animali nei laboratori scientifici ma essendo un testo frutto di un compromesso dopo l’altro, sono state numerose le polemiche e le delusioni.

La Direttiva, di cui era stata proposta la prima versione nel 2008, doveva rappresentare per gli Stati Membri un importante passo in avanti nella promozione di tecniche di ricerca alternative alla vivisezione, ma nonostante apporti dei cambiamenti positivi non è sufficientemente incisiva. La lobby delle industrie farmaceutiche ha influenzato pesantemente tutto il procedimento che ha portato alla stesura del testo e alla votazione, probabilmente minacciando il trasferimento delle industrie al di fuori dei confini europei. Eppure progresso e salute umana dovrebbero poter coesistere con l’etica! Specialmente oggi che abbiamo a disposizione alternative valide a mezzi di ricerca obsoleti e vergognosi.

La votazione in aula è stata resa possibile anche grazie all’accordo tra i due gruppi politici maggiori, il Ppe (di cui fanno parte il Pdl e Udc) e S&D (di cui fa parte il Pd), che tuttavia hanno subito molte defezioni dopo le sollecitazioni di altri euro-parlamentari sia della nostra maggioranza nazionale che dell’opposizione. Questo a dimostrazione dell’assoluta validità delle parole dell’Onorevole Alfano, battutasi fortemente per impedire l’approvazione della direttiva: “Non è una decisione politica o idelogica, è buon senso! E il buon senso non ha colore politico”.

Approfondimento: “Tutto ciò che volevate sapere sulla “direttiva vivisezione” ma non avete osato chiedere” – Levanteonline.net