Un terremoto è un evento catastrofico. Le case crollano, le vite si spezzano come le strade delle città, inermi di fronte a questo fenomeno completamente imprevedibile. Eppure la sua devastante forza pare possa avere effetto anche a livello biologico. Un recente studio giapponese, pubblicato su Molecular Psychiatry, ha trovato una possibile correlazione tra l’evento catastrofico e dei cambiamenti strutturali all’interno del cervello umano. Studenti ai quali era stata fatta una risonanza magnetica precedentemente al terremoto del marzo 2011 in Giappone, hanno dimostrato, nelle risonanze post-terremoto, una riduzione dell’area orbitofrontale. Quest’area si pensa abbia un ruolo nella gestione della paura, di conseguenza una sua ipofunzione porterebbe il soggetto colpito a controllare di meno quest’emozione. È stato inoltre osservato che questi pazienti hanno iniziato ad acquisire disturbi psichiatrici come ipersessualità, gioco d’azzardo e dipendenza da droghe.
Altre aree del cervello, come la corteccia cingolata anteriore, sembra invece abbia un ruolo positivo nel superare l’evento traumatico.
Un simile studio ci indica come gli eventi esterni, in questo caso drammatici, possano influenzare la nostra neurobiologia, realizzando un cambiamento radicale nel nostro modo di pensare e di agire.
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