Il motto che guida gran parte del lavoro di Econote è il proverbio cinese “Se fai piani per un anno, semina grano. Se fai piani per un decennio, pianta alberi. Se fai piani per la vita, forma ed educa le persone.” Quindi, quando in associazione è arrivato il libro di Dario Martinelli “Lettera a un futuro animalista” ci siamo subito sentiti coinvolti.
Si tratta di un lavoro importante e utile, che rientra a pieno diritto nella collana Mondo migliore di Mursia, l’editore che l’ha pubblicato. Perché nel libro Martinelli si rivolge a suo figli Elmis, appena nato, e gli rivolge decine di lettere, ogni volta diverse e dai titoli intriganti, nelle quali gli presenta e gli espone la scelta di vita animalista, nell’ottica di un futuro migliore.
Diventare genitore è un passo importantissimo, perché significa allevare un figlio che a sua volta, come spiega Martinelli nell’introduzione, citando Angela Schwindt: “ci insegna qual è il vero significato della vita stessa”. Responsabilità, doveri e valori, questi motivi guidano l’autore nella stesura del libro, che si presenta appunto come una serie di lettere semi-immaginarie, scritte partendo da un caso concreto di vita del neonato – la prima parola, i primi passi – per poi allargare la riflessioni ai temi importanti dell’animalismo, del vegetarianesimo, di una vita eticamente più corretta.
E se per Martinelli l’educazione animalista è un obbligo, per un lettore del suo libro risulta più utile estrapolare le singole lettere, leggerle con attenzione, rielaborarle, prenderne spunto. Perché anche se non si voglia accogliere tutti i consigli e leggere tutte le lettere dell’autore, si può e si deve cogliere a piene mani dai messaggi sparsi qua e là nel testo, per educare al meglio un figlio: per educarlo nel modo migliore, in modo coerente, nel rispetto degli animali, della natura, del mondo che ci circonda. Gli si deve parlare, come fa Martinelli, di coscienza, di rispetto, di alterità, di giustizia, di etica, di amore, di curiosità e molto altro ancora.
Ed è così che il messaggio che emerge più forte dalla lettura del libro è l’invito alla libertà, la riflessione sul fatto che siamo tutti nati con la possibilità di scegliere, e non per forza dobbiamo uniformarci alla massa. Ed è questo uno dei passi più belli del volume, quando l’autore si rivolge al piccolo Elmis dicendo: “ti sto semplicemente consigliando di essere un uomo libero. Solo le persone libere scelgono. Un grande cantautore di nome Giorgio Gaber cantava che la libertà è partecipazione. Finché parteciperai alla tua vita in modo attivo, con coscienza, operando delle scelte, sarai un uomo libero”. E allora, viva la libertà di scelta.
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