#BuonSelvaggio, ecco chi si aggiudica le copie del libro

Quanti buoni selvaggi nella community di Econote! Tante idee su come sia importante un ritorno alla natura ispirare dal nuovo titolo Marsilio “Il buon selvaggio”, il secondo libro di Devis Bonanni, il ragazzo che vive sulle montagne della Carnia e da informatico si è trasformato in contadino.

Una storia affascinante che vi ha ispirati. Qui la recensione del libro Il Buon selvaggio. Vi avevamo chiesto di commentare con l’hashtag #BuonSelvaggio perché si rende sempre più necessario un ritorno alla natura. Come per il contest del 2012 quando uscì “Pecoranera” siete stati tantissimi (qui la recensione del primo libro di Devis sempre edito da Marsilio “Pecoranera”).

Abbiamo quindi raccolto i contributi più interessanti, gli spunti dei tanti buoni selvaggi.

In cosa poi il vincitore e la vincitrice che saranno contattati per ricevere la copia del libro Il buon selvaggio di Devis. E fra qualche giorno anche una lunga intervista durante la quale Devis ci da le sue personalissime eco-note.

Irene: Secondo me è necessario tornare alla natura perché è l’unica strada per ritrovare l’essenza vera della vita (quella più semplice ma in fondo la più preziosa): recuperare un modo di vivere che rispetti o almeno cerchi di danneggiare il meno possibile la natura significa rispettare noi stessi e soprattutto i nostri figli (e invece per adesso, in generale, ci stiamo solo dando la zappa… sui piedi!). Personalmente cerco di applicare il più possibile le buone pratiche ecologiche ‘di base’: raccolta differenziata fatta bene, meno auto più bici, meno consumi ‘pazzi’ e più riutilizzare-riparare- riciclare-prestare-condividere, autoproduzione detersivi, scelta di prodotti a km 0, basta borse e imballaggi di plastica, tentare di educare un adolescente in modo corretto perché diventi un ‘buonadulto(selvaggio!)’ prima che un ‘consumatore’. Speriamo che sempre più persone capiscano che la natura siamo noi!#BuonSelvaggio

Sandra: tornare alla natura significa recuperarne i ritmi lenti e consapevoli costretti come siamo a vivere in una società che ci vuole sempre di fretta e ignoranti o comunque assoggettati al “consumo di più “quindi alimento l’economia del profitto, che poi è sempre il profitto di chi possiede già.la natura c’insegna ad aspettare con calma, a fluire nelle esperienze della vita come fluiscono le stagioni, c’insegna la consapevolezza che siamo parte di un Tutto più grande di noi, e che nessuno in sé è un’isola felice, ma abbiamo bisogno dei nostri simili per evolvere, come la Natura ha bisogno della nostra attenzione verso di lei. Sono agronomo, mi sono occupata da sempre delle piante degli altri, in particolare degli orti, fino a quando la scorsa primavera ho sentito il bisogno di averne uno mio, da accudire e far crescere, perché produrre anche pochi ortaggi,in maniera il più naturale possibile, mettere le mani nella terra è un modo di avvicinarsi a uno stile di vita più sano e più etico.#BuonSelvaggio

Silene: Negli anni l’uomo ha creato un solco a separare la natura da se stesso, appiattento i deboli di turno da una parte ed eleggendosi dall’altra a unico detentore di razionalitá e capacitá tecnologiche elevate. In realtá anche i castori costruiscono dighe e immagino le facciano con un certo criterio.
Il mio ritorno alla natura si divide in:
– un ricollocamento della posizione dell’umanitá rispetto a tutto ció che esiste, l’abbandono quindi di un antropocentrismo spietato e le sue pratiche.
-allontanamento dalla “societá mercato” che pone la finanza a unico valore e la critica di quelle concentrazioni di potere che oggi sono diventati alcuni brand e aziende, il cui unico scopo sta nel produrre e farci consumare ciecamente, insegnandoci che per il nostro agio abbiamo diritto di spremere ambiente, animali, persone troppo lontane per occuparci della loro condizione di vita ecc. È naturale nutrirsi, non creare scompensi irreparabili nell’ecosistema per farlo.

In definitiva secondo me tornare alla natura significa abbandonare la pretesa di evolverci a fianco dell’economia e della supremazia di specie, tentando invece altre vie di crescita e societá che ci vedano integrati e integranti un sistema molto complesso, un sistema fatto da castori e dighe in cui allo sfruttamento subentri la cooperativitá.

Ogni giorno indago in che maniera consumo e il peso delle mie scelte per l’ambiente e gli altri che lo condividono con me.
#buonselvaggio

Jacopo: Ritornare alla natura: riscoprire “antiche” abitudini che l’industrializzazione ce le ha rubate… dal svegliarsi con i primi raggi del sole e col canto del gallo, se hai bisogno di qualcosa vai a far la “spesa” in bosco o nel proprio orto essere il più autosufficiente possibile, inquinare il meno possibile usando prodotti ecologici. Stare a contatto con la natura perché è la madre di tutto, essa ci nutre, ci regala sensazioni uniche, un semino di pochi grammi da vita ad un albero che sfamerà generazioni di persone e animali. Smettere di comprare cibo spazzatura e iniziare a vivere secondo natura (mangiando cibo di stagione), e non modificarla a nostro piacimento e interesse. Diminuire l’agricoltura intensiva e valorizzare i prodotti del territorio. Come avvicinarsi alla natura? Io ho iniziato per gioco seminando un paio di peperoncini nel mio giardino vedendo crescere seguendoli passo a passo ho scoperto il mio “pollice verde” dopodiché ho iniziato a coltivare piante da frutto e aromatiche, è stato un risveglio. Per cambiare stile di vita: spegni la TV inizia a leggere, vado spesso in bosco a camminare col cane (molto rilassante), sii padrone di te stesso, rispetta la natura gli animali e le persone. #BuonSelvaggio

Paolo: Ritornare alla natura per ritrovare noi stessi, il nostro ritmi, per scoprire nuovamente gli odori e i sapori di ciò che mangiamo, per toccare con mano le piante, la terra e comprendere la fatica che sta dietro al cibo sano e di qualità. Coltivare e’ la via maestra, la sobrietà il giusto atteggiamento. Tendere all’autosufficienza vuol dire scegliere di essere libero. #BuonSelvaggio

Rita: mai come oggi è auspicabile un diffuso e massiccio ritorno alla natura, insegnando alle nuove generazioni già da piccoli i valori e il rispetto della natura, di cui siamo parte, e in tal senso ritengo che il ruolo della famiglia e della scuola sia fondamentale nella loro formazione. Personalmente, cerco di avere un comportamento il più possibile rispettoso della natura anche nei semplici gesti quotidiani, differenziando i rifiuti dei prodotti che consumo, riciclando i materiali il più possibile fino allo stremo, acquistando i prodotti alimentari nella misura necessaria e senza sprechi, direttamente dai loro produttori; infatti, ho la fortuna di abitare in una zona dove tutte le domeniche i coldiretti vengono in piazza ad offrire in vendita le loro produzioni, rigorosamente stagionali, e ogni domenica faccio da loro la mia provvista settimanale.#BuonSelvaggio

Tania: Tornare alla natura…per rispettare l’ambiente e di conseguenza la propria vita.
Si può partire da piccoli gesti quotidiani: differenziare, bere acqua dal rubinetto, comprare a km 0, curare una piantina. Questo cerco di fare anch’io nel mio piccolo. Fare del bene all’ambiente significa fare del bene a se stessi..! #BuonSelvaggio

Anna: #BuonSelvaggio
L’istintualità animale non genera violenza.
Cerco di essere il più animale possibile.

Simonetta: Nella mia classe ho sostituito i giocattoli di plastica con materiali naturali (legnetti, cartone,…).

ByBio#BuonSelvaggio perchè da quando ci siamo allontanati dalla natura ci siamo disumanizzati, meccanizzati, perversamente acculturati e soprattutto ammalati dentro e fuori. Tanti auguri per il tuo cammino!

Diego: Il ritorno alla natura è necessario all’uomo perché l’uomo ne è un componente. Aggiungo che l’antropocentrismo è deleterio allo stesso uomo.

Giancarlo: Per ritrovare se stessi,e entrare in armonia con la nostra madre terra, che ci sta ospitando da sempre, senza chiedere nulla in cambio.

Riceveranno il libro a casa Silene e Jacopo!