Turismo sostenibile ed ecoturismo: viaggiare con rispetto.

Fu il poeta Omar Khayyam a scrivere: “La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte”.

Niente di più vero. L’amore per il viaggio è una passione che mette assieme alcune tra le caratteristiche più uniche dell’uomo: la curiosità, la sete di conoscenza, la voglia di avventura, di novità, di ignoto. Viaggiare significa confrontarsi con la diversità, esplorare nuove culture e con esse nuovi punti di vista e prospettive.

Eppure il verso del poeta persiano assume oggi un senso più sinistro: chi viaggia vive due volte perché “pesa” doppiamente sul fragile equilibrio del nostro pianeta, sulle sue limitate risorse.

Secondo l’UNWTO (l’organizzazione mondiale del turismo) nel 2018 i viaggiatori internazionali hanno raggiunto la cifra record di 1,4 miliardi: ogni anno si mette in viaggio quasi un quinto dell’intera popolazione mondiale. Le emissioni di CO2 del settore turistico sono l’8% del totale e l’Agenzia Europea per l’ambiente dichiara che un turista consuma fino a 4 volte l’acqua consumata da un residente.

Il solo gesto di “volare”, spesso inevitabile, ha conseguenze drammatiche sull’ambiente, essendo gli spostamenti aerei responsabili del 4,9% del riscaldamento globale: se l’aviazione fosse una nazione, sarebbe la settima più inquinante al mondo.

Il turismo nelle sue modalità più aggressive comporta effetti immediati anche sulla quotidianità delle comunità locali, sia umane che animali: le montagne di rifiuti non smaltibili sulle spiagge, la compromissione di habitat delicati, la trasformazione farsesca di usanze popolari a beneficio di fotocamera, l’alterazione dello spazio urbano indotto dal proliferare del fenomeno degli affitti turistici, che ha spopolato interi quartieri della loro presenza organica. Il lato oscuro del turismo non ci risparmia immagini tristi: recentissime le fotografie che documentano gli incidenti delle enormi navi da crociera a Venezia, la quantità di spazzatura abbandonata dalla massa di alpinisti – spesso improvvisati od inesperti – sul monte Everest, le toccanti istantanee di un delfino cucciolo su una spiaggia in Spagna nel 2017, deceduto passando di mano in mano per permettere ai turisti di scattare un selfie.
Viaggiare è un’irrinunciabile fonte di ricchezza economica ed umana, ma dobbiamo farlo in modo sostenibile e limitarne i lati negativi, se non vogliamo che si trasformi in un’arma contro il pianeta.

Il turismo sostenibile e l’ecoturismo sono una parte importante dell’ambientalismo e come quest’ultimo ci spronano ad essere rispettosi nei confronti della Terra e dei suoi abitanti.

Secondo la società internazionale dell’ecoturismo (TIES), l’ecoturismo è “il viaggio responsabile che preserva l’ambiente, sostiene il benessere delle popolazioni locali e coinvolge la mutuale interpretazione ed educazione”. La TIES ne evidenzia alcuni principi cardine: il turismo responsabile minimizza il proprio peso, rispetta natura e cultura, produce esperienze positive per visitatori ed ospiti, procura benefici economici alla conservazione e agli autoctoni, utilizza architetture a basso impatto, riconosce i diritti degli indigeni sulle loro terre e le connesse tradizioni.

L’ecoturismo è inseparabile dal concetto di mobilità sostenibile, che incentiva il trasporto pubblico, quello verde e la progettazione intelligente degli spazi. Tralasciando il camminare e il pedalare, il mezzo senz’altro meno inquinante è il treno: confrontato agli aerei emette da 14 a 40 volte meno CO2 per chilometro percorso. Quando invece si sceglie di viaggiare su gomma, meglio organizzarsi per farlo in gruppo, limitando il numero di automobili sulle strade.

Una buona pratica di turismo sostenibile è accorciare le distanze ed esplorare il proprio paese, magari dedicandosi ai siti ambientali e culturali patrimonio dell’umanità: secondo l’Unesco l’Italia ne vanta addirittura 55. Se si è amanti dell’avventura, si può pianificare una vacanza “in cammino”, contrastando la frenesia del modello turistico moderno in favore della “lentezza”. La Penisola offre innumerevoli sentieri, spesso poco conosciuti: la Via degli Dei, la Via Francigena, il Cammino di San Bendetto, il Cammino Celeste ecc.

D’altronde, possiamo praticare l’ecoturismo anche attraverso piccoli accorgimenti, come ad esempio smettere di sprecare una montagna di carta in prenotazioni: esistono applicazioni come Tiqets (recensioni qui) che permettono di conservare tutti i biglietti per eventi e musei sullo smartphone. Altre buone pratiche comprendono lo scegliere alberghi “green” e limitare i prodotti imballati, specie in quei paesi o contesti dove non è possibile differenziare i rifiuti: acquistare beni non confezionati – quando sanitariamente sicuri – sarà anche garanzia di maggiore autenticità e tipicità.