Glifosato nella pasta italiana: quale scegliere?

La notizia è di questi giorni, dato prima da Il Salvagente e poi ripresa anche dalla Coldiretti. Anche durante la pandemia abbiamo assistito all’invasione del grano canadese in Italia. Si è avuto “il raddoppio nel 2020 degli arrivi che crescono in quantità del 96% nei primi sette mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, spinte dall’accordo di libero scambio Ceta”.

Lo afferma la Coldiretti in riferimento ai risultati delle analisi condotte dal mensile Il Salvagente che ha individuato in sette marchi di spaghetti sui venti analizzati la presenza di tracce di glifosato, classificato come “probabile cancerogeno” dalla Iarc dell’Oms.

Le marche che contengono glifosato

Ci sono anche delle marche inaspettate, di quelle che di solito si comprano perché si pensa in questo modo di avere una maggiore qualità: nel dettaglio abbiamo

Rummo

Eurospin Tre Mulini

Agnesi

Esselunga

Garofalo

Divella

Lidl Combino

Continua la coldiretti: Nel periodo gennaio-luglio si è verificata, infatti, una vera e propria invasione di grano duro per fare la pasta dal Canada. Lì non vengono rispettate le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese e il grano viene trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale dove la maturazione avviene grazie al sole.

LEGGI ANCHE: LA REGINA DEL RICICLO A TAVOLA, LA FRITTATA DI PASTA

Lo studio di Il Salvagente

La presenza sui mercati esteri è vitale per il Made in Italy ma negli accordi di libero scambio – precisa la Coldiretti – va garantita reciprocità delle regole e salvaguardata l’efficacia delle barriere non tariffarie perché non è possibile agevolare l’importazione di prodotti ottenuti secondo modalità vietate in Italia. L’import selvaggio di grano straniero – ricorda Coldiretti – fa concorrenza sleale al Made in Italy e pesa sulle quotazioni del grano nazionale nonostante un raccolto  stimato in flessione intorno al 20% rispetto allo scorso anno e un balzo nei consumi di pasta degli italiani, con un vero boom di quella fatta con grano 100 per 100 Made in Italy che nei primi sei mesi dell’anno è aumentata in valore del 29% e rappresenta ormai un quinto della pasta totale venduta nei supermercati, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat.

LEGGI ANCHE: PASTA GLUTEN FREE

Bisogna allora fare molta attenzione alla pasta con il glifosato, che nuoce alla salute.

La rivista in favore dei consumatori “Il Salvagente” ha fatto condurre le sperimentazioni su 20 prodotti, con risultati che hanno lasciato tutti sorpresi. Il dettaglio delle analisi si trova nella rivista in edicola.

Stando a quello che dice Il Salvagente, a proposito del glifosato: “Oltre alla probabile cancerogenicità ipotizzata dall’Agenzia internazionale sul cancro, l’erbicida ha accumulato su se molti sospetti. Anche quando presente in dosi molto basse. Una delle ultime ricerche è quella pubblicata sulla rivista ‘Science Daily’ dai ricercatori dell’Università di Turku, in Finlandia. La ricerca ha trovato come il 54 per cento delle specie batteriche intestinali del nucleo umano sono potenzialmente sensibili a presenze anche ridotte di questo erbicida”.

Come segnalato anche nell’articolo de Il Salvagente, tutte le aziende citate nello studio hanno risposto a questa notizia: “Prodotti sicuri, valori molto al di sotto dei limiti di legge” stando a quello che sostengono le aziende coinvolte.

In nessuno dei 20 campioni analizzati sono stati trovate tracce superiori ai limiti imposti dalla legge, rileva lo studio de Il Salvagente, ma tracce di glifosato comunque ci sono.

Siamo stati, a tale proposito, contattati dal Settore Pasta di Unione Italiana Food, per una rettifica, che con piacere pubblichiamo per una chiarezza di informazioni.

“La presenza di tracce di glifosato (termine già di per sé eloquente) nella misura infinitesimale trovata dalle analisi di Test-Salvagente non è infatti pericolosa per la salute umana. I residui sarebbero pericolosi qualora superassero i limiti appositamente imposti dalle autorità sanitarie. Ma qui parliamo di livelli di centinaia di volte più bassi. Anche considerando le quantità massime rilevate dalle analisi fino a ora fatte sulla pasta, non sarebbe possibile superare i limiti di sicurezza neppure mangiando 200 chili di pasta al giorno, per 365 giorni dell’anno.

Teniamo a precisare che l’origine del grano non è un indicatore di qualità o di sicurezza della pasta. Ne è un indizio il fatto che ad ottenere il massimo punteggio delle analisi del Test-Salvagente sono, ex aequo, un marchio che usa solo grano italiano e un altro che usa materia prima Ue e non Ue.

La sicurezza della pasta è garantita da stringenti normative comunitarie e da un rigido sistema di controlli nazionali, sia sulla materia prima nazionale, sia su quella importata, cui si aggiungono numerosi autocontrolli dei pastai italiani. Parliamo ogni anno di circa 200 mila controlli sul grano duro e 600 mila analisi sul prodotto finito. La qualità è poi assicurata dai pastai italiani che da sempre producono la migliore pasta al mondo anche grazie alla loro capacità di miscelare i migliori grani presenti sul mercato.”