AI BLOCCHI DI PARTENZA “META BOOST: GUIDE TO GREEN”

●        L’iniziativa, promossa da Meta in collaborazione con SME Climate Hub, Legambiente e Giovani Imprenditori Confcommercio si propone di aiutare le PMI a intraprendere un percorso verso la sostenibilità, con azioni concrete per ridurre le emissioni di carbonio e favorire una crescita green.

●      Le PMI rappresentano il 99,7% delle aziende dell’UE, creano il 66% dell’occupazione totale ma hanno un’impronta ecologica pari al 70% dell’inquinamento industriale. La svolta ecologica potrebbe avere un impatto importante sulle PMI, se si considera che il 77% delle persone nell’area EMEA valuta la sostenibilità di un brand prima di provarlo.

●      Il progetto, aperto a tutte le PMI, con un focus dedicato ai settori dell’hospitality, dell’agroalimentare e della ristorazione, offre video training, risorse formative, una guida e un webinar gratuito con le migliori pratiche per portare la sostenibilità al centro dell’attività delle aziende.

Milano, 20 aprile 2022 – In occasione dell’Earth Day, Meta lancia in Italia “Meta Boost: Guide to Green”, il programma internazionale per aiutare le PMI a intraprendere azioni per contrastare i cambiamenti climatici, ridurre le emissioni di carbonio e favorire una crescita sostenibile. Il progetto, realizzato in collaborazione con SME Climate Hub – iniziativa globale che permette alle piccole e medie imprese di intraprendere azioni per il clima – Legambiente Giovani Imprenditori Confcommercio, nasce dalla volontà di Meta di contribuire ad affrontare questa sfida globale. L’obiettivo è sviluppare iniziative concrete per dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e azzerare le emissioni nette entro il 2050, puntando a limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C.

Consapevole dell’emergenza legata al riscaldamento globale, Meta sta lavorando per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale: progetta e costruisce data center e luoghi di lavoro sostenibili, utilizza per tutte le proprie attività il 100% di energia da fonti rinnovabili e dal 2021 ha raggiunto il traguardo “emissioni zero” per le proprie operazioni globali. Un obiettivo conseguito riducendo del 94% le proprie emissioni di gas serra negli ultimi 4 anni.

Meta sta, inoltre, sfruttando le proprie piattaforme per condividere informazioni sull’impatto dei cambiamenti climatici: attraverso il Centro sulle Scienze Climatiche su Facebook, mette in contatto le persone con le risorse di oltre 200 organizzazioni climatiche del mondo. Attraverso una specifica sezione mostra anche le emissioni di gas serra dei vari Stati rispetto agli impegni presi, in modo che le persone possano capire meglio a che punto è il loro Paese oggi e cosa c’è ancora da fare. Meta ha, inoltre, deciso di fare da catalizzatore dell’azione per il clima, sostenendo le PMI nel percorso verso la sostenibilità.

Le piccole e medie imprese rappresentano, infatti, il 99,7% delle aziende dell’Unione europea, creano il 66% dell’occupazione totale[1] e hanno un’impronta ecologica pari al 70% dell’inquinamento industriale dell’UE[2].

La svolta ecologica potrebbe avere, quindi, un impatto importante sulle PMI, soprattutto se si considera che oggi i consumatori sono sempre più attenti ai prodotti e ai servizi che acquistano. Il 77% delle persone nell’area EMEA considera la sostenibilità di un brand prima di provarlo[3] e il 50% si dichiara disposto a pagare di più per un prodotto destinato a essere riutilizzato o riciclato[4]. Anche gli italiani sono attenti a questo tema: 9 persone su 10 sono consapevoli della gravità della situazione ambientale e il 32% delle famiglie negli acquisti alimentari considera la sostenibilità dei prodotti come principale driver di scelta[5]. Inoltre, nel nostro Paese più di 900.582 persone fanno parte di almeno uno degli 11.411 gruppi Facebook dedicati alla scoperta, alla protezione e alla valorizzazione dell’ambiente[6].

Meta ha, quindi, unito le forze con SME Climate Hub, Legambiente e Giovani Imprenditori Confcommercio per dare vita  a “Meta Boost: Guide to Green”, un progetto articolato che prenderà il via domani, giovedì 21 aprile, con un webinar gratuito trasmesso dalla pagina Facebook di Binario F, pensato per aiutare le imprese a muovere i primi passi nel processo di transizione green e, allo stesso tempo, interagire con i clienti utilizzando gli strumenti digitali.

Partecipando all’evento tutte le PMI italiane, e in particolare ristoranti, hotel e produttori agroalimentari, potranno conoscere le azioni da intraprendere per ridurre le emissioni climalteranti: dalla misurazione dell’impronta di carbonio, alle azioni da compiere, fino alla modalità con cui affrontare il problema delle emissioni residue. Nel Meta Boost training Hub le PMI troveranno materiali di formazione, contributi video per approfondire questa tematica e storie di imprese che hanno già intrapreso con successo questo percorso.

Spesso, infatti, le PMI sono a conoscenza delle loro emissioni dirette, ma non hanno consapevolezza di quelle legate alla catena di approvvigionamento, come l’anidride carbonica emessa nella produzione e nel trasporto della carne o delle verdure che acquistano, o quella che deriva dall’alimentazione e dalla macellazione di un capo di bestiame, prima di servire al cliente una bistecca.

Tra le risorse sviluppate da Meta ci sono quindi anche le “Guide per creare un’azienda sostenibile” pensate per aiutare le PMI a scoprire come intraprendere azioni positive per affrontare i cambiamenti climatici, create ad hoc per i settori della ristorazione, dell’hospitality e per i produttori agroalimentari. Riunisci, Individua, Misura, Riduci e Compensa sono i 5 passi che un’impresa deve fare per ridurre la propria impronta di carbonio.

1. Riunisci: creare la propria squadra a cui spiegare il piano da mettere in atto per abbattere le emissioni affinché ciascun dipendente possa inserirsi nel processo.

2. Individua: definire le azioni da intraprendere e individuare le tematiche e le questioni chiave da affrontare, che variano in base alla natura dell’attività.

3. Misura: calcolare la propria impronta di carbonio e concentrarsi sui passaggi più impattanti della catena di approvvigionamento per poi definire gli obiettivi da raggiungere. Per calcolare l’impronta di carbonio si possono utilizzare strumenti gratuiti come Cool Climate o Carbon Fund adatti a ristoranti e hotel o GHG Protocol Scope 3 Evaluator specifico per i produttori di beni di consumo

4. Riduci: esaminare la propria attività per decidere dove intervenire, partendo dalla riduzione del proprio consumo di energia, dall’utilizzo di energia rinnovabile, dalla riduzione dei veicoli aziendali e dell’uso del trasporto pubblico per gli spostamenti, scegliendo apparecchiature di lavorazione più efficienti e preferendo le opzioni elettriche. Una volta individuate le principali cause delle emissioni, utilizzare gli strumenti messi a disposizione da SME Climate Hub, come Project Drawdown, per trovare le soluzioni per i principali settori di incidenza.

5. Compensa: controbilanciare le emissioni con azioni di compensazione sostenendo progetti che riducono le emissioni a livello locale o globale o acquistando crediti di carbonio.

“La sfida che stiamo affrontando sui cambiamenti climatici è globale e più urgente che mai, perché riguarda non solo il nostro oggi ma, soprattutto, il nostro domani e quello delle generazioni future. – ha dichiarato Luca Colombo, Country Director di Meta in Italia. – Meta vuole fare la sua parte e abbiamo fissato un obiettivo ambizioso per essere a zero emissioni di carbonio su tutta la nostra catena del valore entro il 2030. Ma sono convinto che, la nostra iniziativa di maggior impatto, sia la collaborazione con altri attori intorno a noi per sviluppare e condividere soluzioni sostenibili a questo problema, perché il cambiamento climatico è una sfida troppo grande da affrontare da soli. Ecco perché – continua Colombo – siamo orgogliosi di lavorare con SME Climate Hub, Legambiente e Giovani Imprenditori Confcommercio in Italia per lanciare il nostro primo programma di sostenibilità per le piccole e medie imprese, con workshop, risorse e condivisione di esempi virtuosi. Sono numerose, infatti, le piccole e medie imprese che stanno lavorando, innovando e crescendo verso un futuro più sostenibile e possono diventare ispirazione per tutti. Noi crediamo, e abbiamo sempre creduto, che le PMI siano il cuore pulsante delle nostre economie, ma ora più che mai abbiamo bisogno che diventino anche il cuore pulsante di un futuro più sostenibile.”

“Il futuro del nostro Pianeta è strettamente connesso alla sostenibilità delle azioni che scegliamo di intraprendere oggi: la transizione ecologica necessita di concretezza e, in questa sfida che ci investe tutti a diversi livelli, le piccole e medie imprese giocano un ruolo di primissimo piano, sia in termini di impatto sull’ambiente che di responsabilità verso i cittadini, sempre più attenti al tema. – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente – Rendere le imprese, in particolare quelle piccole e medie, consce delle misure e degli strumenti a loro disposizione per ridurre al minimo gli impatti diretti e indiretti delle loro attività è l’obiettivo di questo progetto, cui siamo lieti di dare il nostro apporto, forti di un’esperienza quarantennale in favore dell’ambiente. Dalla riduzione dei consumi energetici all’implementazione delle rinnovabili, i passi da potere compiere sono diversi, ma tutti essenziali a contrastare gli effetti di una crisi climatica che ci impone di dimezzare le emissioni climalteranti entro la fine del decennio. Una sfida da vincere tutti insieme”.

“Per le imprese che Confcommercio rappresenta, il territorio costituisce un vero e proprio asset del business. Per un’associazione come la nostra è quindi praticamente impossibile non essere impegnati nella sostenibilità. Come Confcommercio Giovani, sentiamo in particolare di avere la responsabilità di condividere e valorizzare i temi che guideranno e cambieranno il futuro e la sostenibilità è uno dei temi all’ordine del giorno per le nuove generazioni, lo abbiamo visto in modo lampante negli ultimi anni, prima e dopo il Covid. Tra l’altro, si tratta di una leva strategica per le imprese che vogliono innovare: i dati dicono chiaramente che chi ha scelto di investire nel green ha performato negli ultimi anni meglio in termini di fatturato, internazionalizzazione e capacità di generare occupazione. Non si tratta di improvvisare, però: le scelte in direzione di sostenibilità sono un fatto di cultura aziendale ma anche di competenze, all’altezza del cambiamento: per questo la formazione è un alleato imprescindibile di ogni politica ambientale che si voglia implementare. Non c’è sostenibilità senza fattibilità. Non c’è fattibilità senza responsabilità. Prima di tutto, la responsabilità di lavorare insieme. Una nuova green generation di imprenditori è in arrivo. Confcommercio c’è” – dichiara Andrea Colzani, Presidente nazionale Giovani Imprenditori Confcommercio.