Sentiamo spesso, fin troppo, parlare di capolavoro per descrivere questa o quell’opera artistica, culturale, che quando davvero ce ne troviamo davanti una, quasi non sappiamo che parole usare. Ci sembrano, banali, abusate. Incapaci di racchiudere un concetto.
Come in questo caso. Aggettivi per descrivere questo libro, difficile trovarli. Parole che possano descrivere la sua delicata semplicità, ma anche le sue pieghe profonde. Profonde come gli abissi del mare.
Un graphic novel distopico e originale, quello che Add Editore ha fatto tradurre – dall’ottima Sara Prencipe – e mandato alle stampe, che mette insieme elementi ecologici, avventuristici e inquietanti allo stesso tempo.
Grande Oceano, di Fabien Grolleau e Thomas Brochard-Castex dal primo settembre è in libreria e fumetteria: racconta la storia di un padre e suo figlio, in un mondo che ricorda quello di Waterworld, il film di Kevin Kostner che è a mio avviso uno dei capolavori visionari cinematografici degli anni 90.
La storia
I due francesi ci portano in un mondo salato in cui un cataclisma, il proliferare di devastanti batteri, ha fatto sprofondare tutti i continenti. Al loro posto, un vero e proprio nuovo mondo, un unico continente d’acqua: il suo nome è “Grande Oceano”. Dopo la catastrofe, la società si è riorganizzata. A partire dalle zattere, mettendo insieme i container galleggianti, costruendo delle nuove città sull’acqua. Pezzetto dopo pezzetto. Imparando anche a convivere con gli spaventosi mostri marini che popolano l’oceano. La società prova a riformarsi, ma i pericoli dei mari sono sempre dietro l’angolo, sulle città galleggianti.
Allora l’utopia, il sogno di una nuova terraferma si fa sempre più reale… perché la speranza non può e non deve morire.
La storia raccontata da Grolleau e Brochard-Castex è malinconica, originale, poetica. Come in una sorta di The Road di McCarthy a fumetti, però con l’acqua a ricoprire la Terra, ci mostra una struggente storia di affetto e amore tra un padre e un figlio rimasti improvvisamente soli e alla deriva, con una magica figura della madre scomparsa tra i flutti che torna più volte, che arricchisce la storia, la cui ricerca si fa motore e faro dell’intero racconto.
I due si muovono su una imbarcazione particolare, a metà tra la casa galleggiante e il sottomarino, e si trovano spesso a dover fronteggiare problematiche – una falla, la pesca di qualche pesce per sopravvivere – o semplicemente a vivere una esistenza ondeggiante tra i flutti e i ricordi paterni di un passato che non c’è più.
Sempre edito da add editore, In alto mare di Danilo Zagaria
I testi di Grolleau sono essenziali, malinconici, evocativi. Ci fanno pensare subito a un’umanità triste, che non ha però perduto la speranza. I dialoghi tra padre e figlio sono carichi d’intensità, ci catapultano subito in questa storia in cui l’uno ha bisogno dell’altro, e insieme viaggiano alla ricerca di una terra promessa, e di una moglie/madre scomparsa.
Il tema centrale del libro viene sviluppato con una dolcezza sorprendente, grazie anche all’aiuto di tavole in bianco e nero ampie, ricche, piene di dettagli sorprendenti. L’impatto con ognuno di questi disegni è semplicemente emozionante, eccezionale. E così la tragedia e il senso di apocalisse imminente lascia intravedere splendidi spiragli per continuare a sperare.
I combattimenti che il padre e il figlio intraprendono con i mostri marini, su tutti un temibile e leggendario kraken – un mostro marino leggendario dalle dimensioni gigantesche, generalmente rappresentato come una gigantesca piovra o calamaro – arricchiscono di avventura una storia già di per sé molto bella.
Ananas di Lex Boon – Viaggio alla scoperta di un frutto sorprendente
Davvero un fumetto da leggere e da possedere, per la sua portata artistica ma anche per il suo messaggio evocativo-ecologista – in una edizione molto elegante, con una splendida copertina.