In alto mare di Danilo Zagaria – Recensione

Riprende il titolo della famosa canzone di Loredana Berté – aggiungendoci però un fondamentale sottotitolo: Paperelle, ecologia, Antropocene – questo originale saggio di Danilo Zagaria, che parla del nostro mondo, di ecologia, di impatto sull’ambiente e molte altre cose.

Zagaria è un biologo, un divulgatore, un redattore freelance, un giornalista. Il suo primo libro, In alto mare, è uscito a fine settembre per Add Editore, e lui lo ha presentato con queste parole sulla sua pagina facebook: “Ho scritto un libro sul mare, pur abitando a Torino. L’ho scritto per portarlo prima di tutto nelle scuole, per parlare con le classi, là dove in questi anni ho visto premura, inquietudine e sensibilità nei confronti dei temi ambientali e del futuro del pianeta. È un libro di scienza e di libri, di romanzi e saggi, di riflessioni ecologiche e perplessità. Ho tentato di rispondere alla domanda: come stanno cambiando gli oceani e i mari del mondo in pieno Antropocene? Ho scritto dunque di sovrapesca, di inquinamento da plastica, di crisi dell’Artico, di climate change, della sesta estinzione di massa, di erosione delle coste e di quanto conta immaginare tutto questo”.

Ed eccole qui allora, queste 200 e passa pagine che trattano temi importanti, che dovrebbero stare a cuore a chiunque. Vecchie e nuove generazioni. Zagaria ha una particolare capacità di sintesi, abbinata a una scrittura che sa come andare in profondità, spiegando bene le cose, senza tralasciare nulla. Mette insieme i punti, traccia mappe per orientarci nell’Antropocene, l’”epoca dell’uomo”, che tanti danni ha fatto – e che continua a fare, senza fermarsi neanche davanti alla catastrofe imminente.

Nei quattro capitoli del libro l’autore racconta “alcuni problemi ambientali causati dall’umanità che hanno degli effetti sugli ecosistemi marini e gli organismi che li abitano”. E così nel primo parla di plastica, anzi di plastiche, che arrivano nei mari, che si trovano ovunque, in grandi e vere e proprie isole nei posti più inaspettati.

E le paperelle del sottotitolo? Sono quelle che il 10 gennaio 1992 furono abbandonate in mare dalla nave portacontainer Ever Laurel, colpita da una tempesta mentre attraversava l’oceano Pacifico. Il carico, a causa del mare mosso, fini in parte in mare: c’erano anche 7200 confezioni di Friendly Floatees. 4 animaletti colorati per scatola, per un totale di 28800 animaletti di plastica colorati che invece di finire nelle vasche dei bimbi, finirono per anni in mare. Galleggiarono per migliaia di km prendendo le rotte più inaspettate: “paperelle gialle, castori rossi, tartarughe azzurre e rane verdi hanno disegnato il gioco delle correnti, ricostruendo le rotte della plastica”.

Nel secondo la protagonista è la pesca. Troppa pesca, troppa domanda di pesce, che minaccia le specie e la sopravvivenza dell’intero ecosistema marino. Si parla di squali, della loro pesca selvaggia, della loro possibile estinzione. Pesca e sostenibilità, è il tema centrale del capitolo. Una pesca che non dovrebbe più contemplare immagini come queste: al largo del golfo di Biscaglia, a marzo 2022 una massa enorme di pesci morti, di melù, persa da una delle reti del peschereccio Margiris (il secondo più grande del mondo)

Ancora, nel terzo capitolo si parla di Artico e delle minacce che lo riguardano da vicino, a causa del cambiamento climatico. Il futuro dell’artico, del regno del ghiaccio, non è affatto scontato. Non sono solo gli orsi polari a rischiare la morte, ma anche uccelli, cetacei, renne.

Infine, il quarto e ultimo capitolo ha al centro il tema del mare che cambia. Anzi, dei mari che diverranno secondo gli scienziati sempre più alti, caldi e acidi. Le maree salgono e questo lentamente creerà problemi a tutti, soprattutto ai popoli che vivono sul mare. Non solo: i mari stanno diventando sempre più acidi, la sabbia sta finendo (ebbene sì, si scopre ogni giorno una cosa nuova) e il riscaldamento globale finirà per cuocere anche alcune specie che vivono nell’acqua.

Questo è un libro prezioso che mette in fila, uno dopo l’altro, alcuni dei principali problemi che riguardano la sostenibilità del nostro pianeta nell’epoca attuale. Temi come la riflessione sull’abuso della plastica, l’aumento spropositato della pesca, il cambiamento climatico, sono di fondamentale importanza. I Fridays for Future, Greta Thunberg, hanno smosso le coscienze, soprattutto quelle più giovani. Ma certo non basta. Bisogna prendere atto della velocità sostenuta a cui stiamo andando, e la necessità di frenare per evitare un poderoso schianto.

In alto mare è una bussola per comprendere meglio i problemi legati al mare e al cambiamento climatico, e non solo: il volume – che si conclude con una sentita riflessione su cosa possiamo davvero fare, partendo dal pezzo di Jonathan Franzen sul New Yorker “E se smettessimo di fingere?” – è pieno di riferimenti e rimandi ad altri libri, a saggi, a opere che trattano l’argomento. Davvero utile, questa bibliografia ragionata al termine del volume, per ampliare lo sguardo e continuare la riflessione sul tema, per comprendere meglio i problemi ecologici e il mondo che viviamo, e che stiamo lasciando ai nostri figli.