DRAMA di Annina Vallarino

Romanzo originale, che sa essere ironico e duro allo stesso tempo, l’esordio di Annina Vallarino, giornalista genovese che vive ad Antibes, dopo aver girovagato un po’ ini Italia ed Europa.

Il tema iniziale è quello delle molestie sul luogo di lavoro. Eva, la protagonista del romanzo, lavora alla Little Dreams. Un giorno, il suo collega e amico Daniele viene accusato di molestie da Christine.

«Ha detto che l’ho molestata».
«È uno scherzo?» sorrido di fronte a questa enormità.
«No. Abbiamo fatto sesso, ma non ricordo bene, eravamo
ubriachi anche noi. Prima di andare da lei ci siamo fatti un altro
giro di shot in un pub sotto casa».

Da quel momento, da questa rivelazione Eva si trova ad avere a che fare con un presente angosciante e un passato che torna a galla, e che era stato il motivo del suo trasferimento dall’Italia a Londra.

E mentre la storia diventa complessa, questa accusa di molestie reale o finta, ci porta a riflettere. Intanto la colpevolezza di Daniele sembra essere certa, ma nessuno pare volere davvero indagare su come siano andate le cose. L’uomo perde il lavoro e il suo annichilimento avviene pur non essendoci certezza della sua colpa, fino alle estreme conseguenze. E solo Eva, che pone dei dubbi e si interroga sulla colpevolezza, finisce però per subire anche lei le conseguenze di una società che “sbatte il mostro in prima pagina” alle volte fin troppo presto.

Una storia che intreccia mistero e tematiche attuali, come la violenza di genere, e che non ha paura di osare negli argomenti e nella scrittura. Seguiamo la storia della protagonista e intanto ci interroghiamo sulle accuse, sul non detto, sui meccanismi torbidi dell’attuale società, guidata dal politically correct e dai meccanismi dei social.

Nel fare i conti col proprio passato, col presente, la protagonista capisce un po’ più del mondo che la circonda, e anche di se stessa.

Attuale e originale, l’esordio della Vallarino sorprende per l’audacia del racconto e la sensibilità. La prosa è agile e veloce, ma quello che davvero colpisce come un pugno al volto è la chiarezza con cui si mettono in chiaro i meccanismi distorti della nostra società. Molto efficaci e memorabili anche le descrizioni di una Londra alle volte lontana da quella che amano i turisti, e delle dinamiche lavorative che l’accompagnano:

Il corridoio è un budello senza fine. Fuori, via Long Acre è tra boccante di persone con sacchetti della spesa in mano; alcuni, appena usciti dagli uffici, si fiondano nei pub per il primo drink (almeno 7£), e poi turisti che si muovono come zombie, zombie che si muovono come turisti, individui approntati per qualunque attività ludica (bowling, freccette, cinema 3D, minigolf, musical, karaoke, bungee jumping fra i grattacieli). La luce è quella del crepuscolo, le insegne mi inebriano. Forse dovrei tornare in Italia, rituffarmi nella vita milanese, andare a trovare zia Rita a Santa Marghe rita tutti i fine settimana, rallentare, smettere di fingere di essere una cittadina del mondo. Mi fermo davanti a un semaforo. Ho bevuto troppo per essere triste come si deve, e l’idea di tornare a casa da sola e in queste condizioni mi toglie il respiro.

Non capita così spesso di incrociare un esordio che faccia così riflettere, in meno di 200 pagine l’autrice condensa una storia forte e lascia interrogativi importanti su giustizia, convinzioni, dinamiche sociali portate all’estremo, che si fa leggere, con un pizzico di amarezza e rabbia.

L’autrice

Annina Vallarino è giornalista e editor, da Genova si è trasferita in Inghilterra, poi in Francia, da sempre molto attenta, e in modo libero, alle tematiche dei nuovi femminismi e degli attuali -ismi in genere.