Minacce all’Italia amica degli animali

Se è vero che esiste una Italia Animal-friendly è vero che esiste anche una Italia che da decenni pratica la caccia abitualmente. A quest’ultima si affianca senza alcun dubbio, un’industria delle armi, che se pur piccola, ha comunque degli interessi radicati in questa “abitudine” nazionale.

In questo contesto si collocano le recentissime minacce rivolte all’On. Brambilla a causa del suo costante impegno nella tutela degli animali, non solo per una motivazione etica ma anche per una questione turistico-economica. Nel mentre si svolgeva un importante incontro col “Segretario dell’Organizzazione Mondiale per il Turismo” Taleb Ribai, per l’insediamento del nostro Ministro alla presidenza del Consiglio esecutivo dell’Omt, si è saputo di un pacco sospetto trovato a Fiumicino e indirizzato all’Onorevole. Il pacco conteneva una zampa mozzata di capra.

Le minacce non sono assolutamente una novità per il Ministro Brambilla, che si è dimostrata sempre più determinata nelle proprie posizioni facendosi forza del largo consenso popolare che riscuotono le sue battaglie. Che sia per “opportunismo politico” o per effettivo e necessario interesse, il suo impegno è ammirevole anche perché la porta a scontrarsi spesso con colleghi del suo medesimo schieramento politico. Molti deputati del Pdl, infatti, si sono dichiarati palesemente contrari alla riforma sulla legge della caccia, nonostante l’Italia sia l’unico paese in Europa a permettere ai cacciatori di entrare nei fondi privati e violare così un fondamentale diritto costituzionale come la proprietà privata. Da queste discutibili e retrograde posizioni sorgono i dubbi relativi a verosimili pressioni da parte delle lobby della caccia e delle armi per far fallire il progetto di riforma, di cui il Ministro Brambilla è uno dei principali sostenitori.

Sono parole forti quelle che Michela Brambilla usa per difendersi da chi l’accusa di andare contro gli interessi del suo stesso schieramento politico:
Io sono stata eletta dal popolo italiano e ne rappresento le istanze. C’è un sondaggio dell’Ipsos, che sappiamo essere un istituto di ricerca serio, secondo il quale il 60% degli italiani chiede l’abolizione della caccia e un altro 20% maggiori restrizioni. Al Senato forse ho meno appoggio che alla Camera, ma credo che il disegno di legge abbia fondate ragioni per essere condivisibile, perché si propone di tutelare la proprietà privata e di difendere l’incolumità personale dei cittadini. Non è possibile che ai cacciatori sia consentito di entrare nei terreni di chiunque, anche recintati, o di sparare a 50 o cento metri di distanza dalle case e dalle strade. L’evoluzione tecnologica delle armi ha reso queste misure del tutto superate.”

Situazioni spiacevoli come quelle raccontate sono purtroppo ricorrenti e non solo ai massimi vertici. Associazioni di volontariato, gruppi animalisti, progetti ambientalisti sono ostacolati tutti i giorni da una cultura ancora impreparata ai cambiamenti che ci suggerisce la società moderna. Minacce e violenze lasciano un sapore amaro in bocca e portano alla luce una Italia ottusa e inadeguata al dialogo, politico e civile; sono azioni che non colpiscono un unico personaggio politico ma tutti coloro che si battono ogni giorno per un mondo più civile.