Il dottor Antonio Marfella è uno stimatissimo tossocologo e oncologo dell’ospedale Pascale di Napoli. A me piace considerarlo anche un amico di Econote.it visto che insieme abbiamo partecipato ad eventi, organizzato incontri, è stato fra gli ospiti quando questo progetto era un format radiofonico.
E’ un uomo che si batte per la sua terra e mette a disposizione le sue conoscenze alla causa, fa parte del direttivo Regionale Medici per l’Ambiente ISDE di napoli ed è Difensore Civico dell’assise di Palazzo Marigliano.
Questo è per inquadrarlo agli occhi di chi non lo conosce. Ieri mi ha inviato la lettera aperta scritta al direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco con le “obbligate considerazioni” riguardo allo smaltimento dei rifiuti industriali in Campania.
La pubblichiamo integralmente di seguito.
Gent. Mo Direttore
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Marco De Marco
Abbiamo letto con estremo interesse l’articolo di oggi a firma FG (Fabrizio Geremicca) con l’intervista all’assessore all’Ambiente ROMANO che conferma quanto da noi riportato come Medici per l’Ambiente sezione di Napoli e pubblicato sia su TERRA dello scorso 11 maggio 2011 che sul vs sito ON LINE a firma di Luca Marconi sabato 9 maggio scorso. Ritengo quindi importantissimo e di pubblico interesse fare le seguenti obbligate considerazioni e deduzioni:
1) La Regione Campania, quindi, è da tempo ufficialmente la prima (ed unica in Italia! ) REGIONE “RIFIUTI ZERO industriali” dal momento che dichiara (ed avrà fatto le conseguenti quanto obbligate verifiche e controlli ) di non avere necessità, per smaltire correttamente ben 15mila tonnellate al giorno di rifiuti industriali, di una sola discarica per rifiuti industriali ne’ di un solo inceneritore!
2) Sorprende quindi molto che, anche in sedi televisive come “Porta a Porta”, sia l’esponente del governo on Lupi che il candidato Lettieri, anziche’ illustrare alla intera Nazione come si fa a essere l’unica Regione “Rifiuti Zero” e quindi la piu’ virtuosa di Italia nel trattamento e nel riciclo COMPLETO E TOTALE dei propri rifiuti industriali, pericolosi e non, si intestardissero invece in un contraddittorio con il candidato De Magistris contrario alla realizzazione di un ennesimo impianto insalubre di classe I ( tossico inceneritore) in pieno centro a Napoli est, zona già colpita (quando esistevano le centraline di monitoraggio dell’aria, anche esse di competenza ARPAC regionale, e che ormai da tempo non ci sono e non funzionano piu’ a Napoli….) da ben oltre i 200 sforamenti di pm10 all’anno!
3) Come da noi Medici per Ambiente Napoli, evidenziato in quegli articoli e confermato dal competente tecnico ingegnere e Rettore Raimondo Pasquino e dal Prof Franco Ortolani in un articolo sempre su “Terra”, se si rispettano le percentuali di raccolta differenziata previste per legge, gia’ da oggi, negli impianti di incenerimento previsti, saremmo obbligati a incenerire una quota di rifiuti urbani o proveniente da fuori regione, o, piu’ verosilmente , di natura NON URBANA, come appunto quote non ben definibili e soprattutto NON TRACCIABILI (nella perdurante assenza del sistema SISTRI) di rifiuti industriali , semplicemente per consentire il funzionamento a pieno regime e l’incasso dei CIP6 da parte dei gestori di tali impianti!
Risulta , a mio parere, decisamente inverosimile, incredibile , ed al momento tecnologicamente impossibile, che si possa smaltire correttamente e senza utilizzare impianti finali come discariche a norma per rifiuti speciali e altri impianti di trattamento finale per rifiuti pericolosi, tutte le 15mila tonnellate di rifiuti industriali prodotti ogni giorno in regione Campania, a cui si devono aggiungere (e sorprende che l’assessore non lo sappia) le quantita’ IMPORTATE ufficialmente, pari a circa 300mila tonnellate l’anno, cioè circa 1000 tonnellate al giorno , come ampiamente descritto nel BURC Regione Campania dello scorso 7 aprile 2010.
Sono ben lieto quindi di apprendere che in Regione Campania abbiamo industriali privati e impianti cosi efficienti e tecnologicamente all’avanguardia, capaci da smaltire e riciclare TUTTE le 15mila tonnellate giornaliere di rifiuti industriali prodotti in Campania e le ulteriori altre 1000 tonnellate al giorno importate ufficialmente (e legalmente) da fuori regione.
E allora percheè, per la poca “munnezza” urbana, fatta la raccolta differenziata e i compostaggi, abbiamo bisogno invece sempre e comunque di nuove discariche e di impianti di incenerimento sempre piu’ grandi e anche in pieno centro cittadino? Dove sta l’errore o il criminale inganno?
Napoli, lì 26 maggio 2011
Dottor Antonio Marfella
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