L’invecchiamento è un processo fisiologico che consta in sintesi nella degenerazione progressiva delle componenti cellulari, quindi tissutali e quindi dell’intero organismo. A livello cellulare, siamo geneticamente programmati ad invecchiare. Esistono infatti delle porzioni dei nostri cromosomi (le strutture subcellulari contenenti il nostro patrimonio genetico), chiamati telomeri, che funzionano un po’ da “tappi laterali” che proteggono le loro estremità (e quindi il nostro DNA) da danni mutageni. Con il tempo queste protezioni si usurano a seguito delle replicazioni cellulari e stress ossidativi.
Lo stress ossidativo consiste nell’azione di molecole molto reattive (i famosi radicali liberi) che derivano, oltre che da processi fisiopatologici endogeni, anche dall’ambiente esterno. Nonostante il nostro organismo abbia dei meccanismi di difesa per “disinnescare” queste molecole, quando la loro concentrazione supera un certo valore soglia, iniziano ad accumularsi e a far danni molto seri ai vari costituenti cellulari, compreso il DNA.
Una recente ricerca condotta dall’Università Federico II di Napoli ha trovato una possibile correlazione tra invecchiamento cellulare e residenza nei pressi di una discarica abusiva. Dai dati si è rilevato infatti che donne residenti nelle vicinanze di discariche abusive presentano segni di stress ossidativo più marcati rispetto ad un campione di donne che abitano distanti tali discariche.
Indice dello stress ossidativo è stata proprio la misura dell’accorciamento dei telomeri, che, nel caso delle donne residenti vicino alle discariche abusive, sono risultati sensibilmente più corti.
“Le donne sono in salute, ma la ridotta lunghezza dei telomeri significa che la loro età cellulare è maggiore di quella biologica” afferma il Dott. Nappi, che insieme alla Dott.ssa Bruna De Felice ed ai loro colleghi hanno condotto la ricerca.
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