Souvenir da NON comprare

Stiamo per ritornare tutti dalle vacanze che quest’anno per molti sono state più brevi e meno dispendiose. Nelle nostre valigie piccole o grandi potrebbero trovare spazio dei souvenir.

Non c’è nulla di male a comprarne. In questo modo sosteniamo l’economia e l’artigianato di un posto che ha conquistato il nostro cuore e ci portiamo a casa un pezzettino della vacanza da mettere sulla mensola in soggiorno (con moderazione, saranno sempre materiali da smaltire).

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Attenzione però perché con il nostro acquisto possiamo contribuire a pessimi commerci. Pensiamo alle statuette d’avorio, al corallo, agli animali impagliati. Ma anche conchiglie, insetti disseccati come farfalle e coleotteri. Riflettiamo prima di acquistare un pesce tropicale o una meravigliosa pianta esotica. Il WWF ha lanciato una campagna contro il commercio illegale dal titolo “Pensa ai souvenir che porterai con te“. E ci ricorda che il commercio illegale di piante e animali è una delle principali cause di perdita di biodiversità nel mondo. Ogni anno, centinaia di milioni di specie animali e vegetali rare vengono prelevate dal loro ambiente e vendute a peso d’oro sui mercati clandestini.

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E’ difficile pensare che dietro l’acquisto di un oggetto ci sia la messa in pericolo di un’intera specie ma è così. Le nostre azioni e le nostre scelte hanno delle conseguenze. Per questo dobbiamo riflettere sui più piccoli gesti di tutti i giorni. Perché sono quelli che fanno la differenza se fatti in tanti e a lungo. Uno stile di vita sostenibile è fatto di tempo e scelte. 

Ricordiamoci anche che ci sono le norme Cites, convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di animali e piante in via d’estinzione, che tutela 36mila specie e stabilisce le sanzioni per le violazioni in materia di importazione e commercializzazione. Le sanzioni per chi viene trovato in possesso di animali o piante variano a seconda della specie e del rischio estinzione fra i mille e i novemila euro.