L’Onere delle acque

C’è un pianeta non tanto diverso dal nostro, ma per immaginarlo ci vuole un attimo. ?Pensate delle montagne sospese a mezz’aria, sdrucciole e franose avvolte da luce e cielo. Non vi sono terre emerse su questo pianeta, l’intero globo è ricoperto da una compatta e limpida massa d’acqua. Gli abitanti vivono su giganti zolle di terra sospese a metri sopra il mare, o la superficie, che dir si voglia. Dalle zolle affiorano torrenti e fiumi per poi cadere in meravigliose cascate. Ad abitare lì, potrete capire, si è sempre in mezzo a nebbia e vapore acqueo.? Potete immaginare ora la natura come possa essere florida da queste parti?

In questo mondo parallelo vive Nereo con la sua storia.? Nereo sa adattarsi ad ogni situazione e non nasconde mai ciò che pensa, è di una trasparenza rara. ?Il ragazzo nacque in un tempo particolare, sul pianeta stavano iniziando a capitare cose strane alla fonte indispensabile di sostentamento dalla quale erano costantemente circondati tutti.

lonere delle acque 1

Un dì di pioggia -una pioggia strana, quasi acida- il giovane nota che dalla sua fonte non esce acqua potabile. Recandosi in paese gli spiegano che deve andare per forza a comprarla al “Gran punto vendita”, perché ormai nelle vicinanze non vi sono fonti pulite. La cosa fa arrabbiare il ragazzo, ma non ha altra scelta. E se per calmarsi decidesse di farsi un bagno? Si ricordava che il fiume vicino casa sua non era molto pulito, ma tuttavia ancora balneabile. Una volta giunto lì però, trova la zona bloccata dai quadrupedi del Dipartimento Sicurezza. Questi grossi cagnoni spiccano per la gentilezza e la fedeltà, un po’meno per l’arguzia. Infatti non seppero soddisfare le domande in proposito di Nereo. ?Tempo dopo, passeggiando sulla banchina si imbatte in un satiro disperato. Non riesce a pescare niente,  tutto quello che si poteva pescare l’ha finito il giorno prima. Nereo non sa cosa fare. Prosegue il giro, odora l’aria: il vapore non ha più un odore fresco e dolce. Va verso il porto, si sporge dallo scoglio affacciandosi sullo specchio della superficie, e guarda giù. Non un’ombra. Non un movimento sotto le onde, non un pescatore sulle zattere: non c’era più niente da pescare né da guardare, era tutto fermo, perché non c’era più vita.

Questo spaventò seriamente Nereo. Ne ebbe abbastanza. ?Un tempo l’acqua era a disposizione di chiunque, ci si poteva immergere tranquillamente e guardare splendide creature colorate, e quante leggiadre sirene affioravano per sedurti! Non vi erano pericoli per la salute né odori strani provenienti dai fiumi, un tempo.

“Significa che l’acqua è diventata inutile… E’ completamente inutilizzabile!? Sarebbe impossibile andare avanti così, perché la situazione continua a degenerare? Forse chi si occupa di questa materia delicata non si rende conto o non è capace di fermare questo scempio; devo trovare i responsabili e aiutarli a sistemare le cose” esclama sicuro il giovane nella sua semplicità.

??Il ragazzo inizia così un viaggio lungo e aggrappandosi di bocca in bocca ai consigli dei passanti, giunge alla cima più alta tra le isole fluttuanti più vicine al cielo. Stanco, affamato e ridotto ormai ad un mucchio di forza di volontà, entra nel tempio che impera con la sua maestosità su tutto il pianeta. È candido, crepato e con qualche colonna a terra, ma dallo stile raffinato. Radici e rampicanti si abbracciano giocando col bianco del complesso. Dal centro della sala -che è quasi una radura viste le dimensioni del tempio- si sentono sciogliere grosse risate.

lonere delle acque 2

Nereo si fa avanti garbato e senza timore. Su una tavola ovale imbandita di tutto ciò che si possa pensare, quattro omoni banchettano divertiti discorrendo su ogni cosa. Si voltano verso il nostro piccolo protagonista. Sono titani. Si alzano ma non gli vengono incontro, lo guardano dall’alto con occhi enormi e inquisitori. Sembravano epici, emanavano un’aura di possanza. ?Qui c’è gente che non perde tempo, Nereo inizia subito a spiegare le ragioni del suo viaggio, la situazione di tutto e tutti. Offre il suo aiuto e chiede perché le cose hanno preso questa piega.? Nereo è estasiato, ha trovato le creature giuste e sono immense! Assieme porteranno le cose come erano prima.

?I quattro giganti si guardano sconcertati. Poi uno si rivolge al ragazzo: “Siamo perfettamente a conoscenza di ciò che sta accadendo per ogni dove.”

“Perché non potete cambiare la direzione degli eventi?”

Nereo si aspettava una lunga risposta, invece si sentì di rimando: “Perché noi siamo Danaro, Ego, Ignoranza e Fobos.”

Alla faccia incerta ed interrogativa del ragazzo, Danaro continua con aria boriosa: “Ti spiego in breve, io spingo i popoli a sfruttare al massimo le risorse delle acque in modo tale da ricavarci il massimo guadagno possibile, Ego fa sì che la gente pensi solo a se stessa e mal organizzi le risorse, Ignoranza serve a tante cose, ma la sua funzione principale è di rendere la sporcizia sempre più abbondante ed infine Fobos schiaccia la volontà delle persone, allontana la gente dal cambiamento. “Ci diamo una mano a vicenda. Per esempio, Ignoranza ed Ego sporcano e riducono l’acqua, vuol dire che io posso vendere la rimanente a caro prezzo! E questo fa bene a Fobos”.

?Nereo è esterrefatto. Tace, si volta lentamente, avvilito. Esce dal tempio a testa bassa. I titani ritornano alla loro festa. ? “Quindi è questo che c’è dietro?” Deluso e stanco si siede a pensare. ?Loro sono troppo forti per il piccoletto. Ma c’è un modo forse. Se anche Nereo diventasse un titano sarebbe alla loro altezza e avrebbe sufficiente potere. Per diventare titani bisogna non essere soli, serve l’aiuto di tutti. Qualcuno deve iniziare e poi una persona dopo l’altra l’altezza del colosso aumenta.

Nereo rinuncia al denaro all’egoismo all’ignoranza e alla paura, a se stesso, e cambia nome in Onere.? Anche se un giorno Onere divenisse un titano potentissimo, potrebbe fermare la rovina, ma non riportare tutte le vittime in vita, pulire le acque, ridarle la bellezza e la forma di un tempo.