Bevi Coca Cola, distruggi la terra dei Guarani in Brasile

I Guarani del Brasile stanno soffrendo terribilmente per la perdita quasi totale delle loro terre. Diverse ondate di deforestazione hanno convertito quelle che un tempo erano i loro fertili territori ancestrali in un fitto tessuto di ranch e piantagioni di soia e canna da zucchero destinatati al settore alimentare ed ai biocombustibili.

Un tempo i Guarani brasiliani occupavano circa 350.000 chilometri quadrati di foreste e pianure; oggi invece vivono ammassati in anguste porzioni di terra circondate da allevatori di bestiame e vaste piantagioni. Alcuni gruppi sono rimasti completamente senza terra e vivono accampati ai margini delle strade. Questi minuscoli appezzamenti non sono sufficienti a sostentarli attraverso la caccia, la pesca e l’agricoltura tradizionali. I bambini soffrono quindi gravi forme di malnutrizione.

I Guarani hanno gravi problemi di salute anche a causa dei pesticidi tossici che vengono spruzzati sulle piantagioni. “Gli allevatori hanno distrutto quasi tutta la nostra foresta, le nostre piante medicinali, i nostri frutti e le nostre risorse” ha denunciato Arlindo, leader della comunità di Jata Yvary, in un commovente video-appello. “Ai bambini viene il mal di testa e cominciano a vomitare”.

Senza più terra, perseguitati e privi di speranze e prospettive, tra i Guarani dilagano i suicidi a ritmi che non hanno uguali in tutto il Sud America. Negli ultimi ventotto anni, almeno 625 Guarani Kaiowá si sono suicidati; molti erano ragazzi. La più giovane, Luciane Ortiz, aveva solo 9 anni.

Per sopravvivere, adulti e ragazzi sono costretti a cercare lavoro come manovalanza stagionale nelle piantagioni di canna da zucchero e nelle distillerie d’alcol che circondano i loro territori. Stanchi di aspettare l’intervento delle autorità, da alcuni anni le comunità hanno cominciato a rioccupare le loro terre sfidando le violente reazioni dei fazendeiro e dei loro sicari, assoldati per intimidire, picchiare e uccidere. Sono infatti diversi i leader delle comunità che nel tentativo di rioccupare i loro territori vengono uccisi brutalmente sotto gli occhi dei famigliari.

Ambrósio Vilhalva, protagonista del pluripremiato film di Marco Bechis “Birdwatchers – La terra degli uomini rossi” in cui racconta la triste condizione della sua tribù, è l’ultimo leader in ordine cronologico ad essere stato assassinato a dicembre 2013. Ambrósio si era schierato con forza contro le piantagioni di canna da zucchero che occupano la terra della sua comunità e contro Raízen, una joint venture tra la Shell e Cosan che utilizzava la canna da zucchero per produrre biocarburanti.

Guarda l’ultima intervista rilasciata a Survival da Ambrosio, inframezzata a scene del film:

Un recente rapporto di Oxfam, ha rivelato che Coca Cola si rifornisce di zucchero dall’azienda Bunge la quale, a sua volta, compra canna da zucchero dalla terra rubata ai Guarani per produrre biocarburanti “macchiati di sangue indiano”. (Nel rapporto vengono citate anche PepsiCo ai danni della Cambogia e Associated British Foods ai danni di Mali, Zambia e Malawi)

Coca Cola deve smettere di comprare zucchero dalla Bunge” ha detto un portavoce Guarani a Survival International. “Mentre queste compagnie si arricchiscono, noi soffriamo la fame, la miseria e gli omicidi”.

cocacola

Recentemente, dopo le insistenti pressioni, Coca Cola ha dichiarato che smetterà di acquistare zucchero macchiato di sangue, ma Stephen Corry, direttore di Survival, non è soddisfatto e non crede a queste parole. Questo il suo duro commento alla notizia: “Le multinazionali sono maestre nell’arte di aggirare le critiche con promesse di cambiamento, ma la politica è inutile se non seguono azioni concrete. Per prendere sul serio l’impegno della Coca Cola, la compagnia deve smettere di comprare zucchero dalla Bunge. Fino a quando questo accordo continuerà, l’impegno che la multinazionale ha preso contro l’accaparramento di terra sarà privo di significato”.

Fonte: www.survival.it – Foto copertina: Marie Hippenmeyer