Che dai fondi del caffè si potessero ottenere le cose più disparate già si sapeva, dallo scrub per il corpo al deodorante per il frigorifero. Ma che si riuscisse anche a far nascere funghi commestibili dai fondi del caffè forse per molti non era dato neanche da immaginare. Lo impariamo allora da una scuola, l’istituto comprensivo “Ilio Micheloni” di Lammari e Marlia, a Capannori, nel Lucchese, grazie al progetto innovativo Dal caffè alle proteine realizzato dal Centro Ricerca Rifiuti Zero, in collaborazione con l’azienda Usl 2 di Lucca.
Un progetto presentato in questi giorni alla stampa e già promosso a pieni voti: la prima coltivazione sperimentale italiana di Pleurotus Ostreatus, il fungo commestibile sopra citato, è riuscita alla perfezione: grazie ai 100 kg di fondi di caffè (da moka o macchina da espresso) consegnati dalle famiglie dei 190 bambini coinvolti nei 4 mesi di lezioni teoriche e pratiche sono stati prodotti più di 30 kg di funghi solo dal primo raccolto.
“A Capannori non si butta via niente: è il messaggio che in questi anni abbiamo trasmesso e condiviso con i cittadini – ha commentato soddisfatto il vicesindaco Luca Menesini – Questo nuovo progetto va proprio in questa direzione, ovvero far meglio comprendere ai piccoli studenti l’importanza dei Rifiuti Zero”. Anche dopo un buon caffè (di mamma e papà).
“Dal caffè alle proteine ha fatto capire agli alunni e ai genitori come quello che si pensa essere uno scarto sia in realtà una rilevante risorsa per coltivare ottimi funghi dai quali ricavare proteine a basso costo”, spiega Rossano Ercolini, coordinatore del Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori, maestro elementare di giorno e attivista ecologista la sera, paladino della riduzione dei rifiuti che gli è valsa il Goldman Environmental Prize nel 2013 e presidente dell’associazione Zero Waste Europe per la diffusione della strategia Rifiuti Zero, a cui hanno già aderito più di 120 Comuni.
“Se si considera inoltre che ogni persona adulta produce in media 75 kg di fondi di caffè all’anno e che quest’oro nero prodotto all’interno dei bar costituisce l’1,2% di tutti i rifiuti di un Comune, si comprende l’importanza di questo progetto, che, se esteso su larga scala, potrebbe avere molti benefici”, continua Ercolini. Le idee peraltro non mancano: in progetto c’è già una start-up aziendale per la produzione di kit da vendere anche attraverso la GDO e per la produzione di funghi freschi destinati ai GAS, Gruppi di Acquisto Solidali, e alla ristorazione a km zero.
D’altronde sia i fondi del caffè sia i funghi prodotti sono stati analizzati da un laboratorio certificato dal Ministero della Salute, che ne hanno attestato la completa commestibilità. E allora, per festeggiare, tutti a tavola: le ultime fasi del progetto hanno previsto infatti la realizzazione insieme ai genitori di un ricettario con piatti a base di funghi e, ovviamente, la degustazione durante l’evento finale, che ha visto i funghi cucinati in 28 modi diversi. “La zuppa di funghi – confessa Ercolini – era davvero strepitosa”.
Guarda il video del progetto “Dai fondi del caffè alle proteine”
Come coltivare a casa i funghi commestibili?
Lo so che ve lo state chiedendo: come si fa a far crescere i funghi dal caffè a casa? Basta seguire queste indicazioni per preparare il kit per i funghi home-made.
Ogni kit dovrà pesare circa 1 kg: il 90%, sarà costituito dai fondi di caffè freschi come substrato (la caffeina è un ottimo nutrimento per i funghi, perché ne facilita e accelera la crescita) mentre il restante 10% sarà composto da uno strutturante, ottima la segatura, con il micelio, cioè i “semi” dei funghi (è la cosiddetta fase dell’inoculazione). Dove si può trovare il micelio? Si compra nei negozi di agraria, in scatola o in lattina. Troppo complicato? Il piano B prevede direttamente l’acquisto del kit funghi online, anche su ebay.
Il kit in questa fase dovrà essere posizionato al buio, in un sacchetto di nylon chiuso, a una temperatura tra i 20 e i 24°, per circa 25-30 giorni, per l’incubazione. Una volta che il micelio abbia invaso l’intero substrato, è pronto per uscire dalla ‘camera oscura’, per essere messo in un punto mediamente illuminato all’interno di un sacchetto di carta con due finestrelle, una davanti e l’altra dietro, e andrà bagnato periodicamente per garantire la necessaria umidità.
Dopo 7/10 giorni spunteranno i primi funghi che andranno raccolti dopo circa 3/4 giorni. Ma attenzione, non è finita qui: una settimana dopo ci sarà il secondo raccolto, e poi il terzo: state pronti! Infine, il kit esausto sarà perfetto per diventare compost di pregio, per il vostro orto o i vostri vasi. Nulla si distrugge, insomma, ma tutto si trasforma.
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