La rivoluzione della data di scadenza: la bioetichetta contro lo spreco alimentare

Lo spreco di risorse alimentari e la loro corretta riorganizzazione sono tra le più importanti e interessanti questioni di oggi, specialmente in vista del considerevole aumento di posti a tavola stimato dagli esperti. All’anno vengono sprecati milioni di tonnellate di cibo in modi molto diversi tra loro, che coinvolgono la grande produzione o l’inaccortezza del piccolo consumatore.

Circa il 15% del cibo sprecato infatti, deriva solo dal cattivo rapporto del consumatore con la valutazione della data di scadenza del prodotto. E qui entra in gioco Solveiga Pakstaite, studentessa londinese di 23 anni, con la sua geniale tecnologia. La giovane ricercatrice ha ideato un’etichetta viva, degradabile, che “va a male” di pari passo con l’alimento, e che possiamo decifrare tastandola con la mano.

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Come funziona?
Questo gioiellino di etichetta deteriorabile consiste in uno strato funzionale rivestito di una sottile pellicola. Lo strato “funzionale” è composto da una gelatina che simula la concentrazione proteica dell’alimento da tenere sotto controllo. In questo modo la gelatina imita i tempi di decomposizione del prodotto passando gradualmente allo stato liquido. Passando il dito sull’etichetta ci accorgiamo del cambiamento di stato, del deterioramento in corso dell’alimento e del suo stadio poiché invece che una superficie integra e liscia ne sentiremo una più o meno ruvida. Più è liscia l’indicazione, più è fresco il prodotto.

bioetichetta

L’invenzione non fa altro che rendere palese al tatto l’effettivo stato di decomposizione dell’alimento. Un’altra via per notificare la scadenza del prodotto che non sia comunicazione scritta, che potrebbe eliminare alcuni dei problemi di comprensione legati alla classica etichetta stampata.
Infatti, benché la data scritta ci possa sembrare più facile da interpretare, le diciture “da consumare preferibilmente entro il…” o “scade il...” sono fiscali e perentorie e si attengono a obblighi di responsabilità che in molti casi le vincolano a date di scadenza anticipate. Il deterioramento degli alimenti è più flessibile, potrebbe andare a male un giorno prima come alcuni giorni dopo la data indicata. Quanti poi si fanno prendere dai dubbi e piuttosto che mangiare qualcosa di nocivo fanno che buttare tutto per scrupolo? Molti, e giustamente, poiché non abbiamo modo di valutare lo stato di freschezza del prodotto, e quindi nel bene e nel male ci fidiamo della scadenza stampata.

Foto di MTSOfan
Foto di MTSOfan

Pro

  • è preciso: la superficie rimarrà liscia finché il prodotto sarà effettivamente buono, man mano che la freschezza diminuisce diventa irregolare
  • è di facile comprensione
  • rende il consumatore abilitato a verificare direttamente lo stato dell’alimento

Contro

  • prima di poterlo vedere tra i banchi dei freschi bisogna attendere le ultime rifiniture
  • bisogna “regredire mentalmente” dalla data di scadenza al concetto più intuitivo “liscio=buono ruvido=inizia a rovinarsi

E a voi, sembra una buona idea?