Nel mar Mediterraneo ci sono 250miliardi di microframmenti di plastica. Ad avvertirci è la spedizione TARA, la Goletta a caccia di placton che con il suo viaggio vuole analizzare lo stato dei mari e la biodiversità.
Un viaggio lungo sette mesi, sedicimila chilometri, da maggio a novembre 2014, 22 fermate, 11 paesi. Albania, Grecia, Libano, Malta, Tunisia, Algeria, Francia, Italia, Spagna, Marocco, Portogallo. Prima e ultima tappa: Lorient.
Dal 9 al 13 ottobre TARA sarà a Napoli, per un appuntamento scientifico internazionale organizzato dalla Stazione Zoologica di Napoli Anton Dohrn fondata nel 1874 fra le più antiche d’Europa. Una grande esplorazione scientifica per quantificare la presenza delle microplastiche nel Mediterraneo e i conseguenti effetti sull’ambiente, la biodiversità, la salute dell’uomo.
Il pericolo – La microplastica si insinua in tutte le forme di vita che abitano il mare, microplancton incluso. Plastica che impiega dai due ai trecento anni per degradarsi e finisce per entrare nella catena alimentare.
Come abbiamo spesso detto il mare sembra essere percepito da alcuni come un’immensa pattumiera, ma il mare restituisce sotto svariate forme l’inquinamento che gli procuriamo, anche in questo modo microscopico e molto inquietante come nel caso dei microframmenti di plastica. E se questi frammenti microscopici di plastica entrano nella catena alimentare mangiati da forme di vita marine sempre più grandi, inevitabilmente poi arrivano a noi, mettendo in pericolo la nostra salute.
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