L’epopea di un sacchetto di plastica – Plastic Bag

Oggi vogliamo parlare di uno splendido cortometraggio (18 minuti) realizzato dal regista americano Ramin Bahrani. Si tratta di Plastic Bag, ed è stato presentato nel 2009 al Festival di Venezia. Ma non per questo è poco attuale, anzi. La storia messa sullo schermo da Bahrani è semplice ma toccante, estremamente poetica: la vita di un sacchetto di plastica, che parla con la voce di Werner Herzog e ci racconta la sua storia.

Eccolo lì, il sacchetto: da quando viene per la prima volta usato al supermarket per raccogliere i prodotti, fino alla sua fine in fondo al mare, attraversando varie fasi del rapporto con la donna che l’ha usato per la prima volta, da una donna che sembra dapprima adoperarlo per tutto, per poi gettarlo via non pensando alle conseguenze. E così la vita (eterna?) del sacchetto di plastica ci viene mostrata, giorno dopo giorno: nella discarica, nei campi, nelle foreste, per le strade delle città. Sospeso dal vento, incastrato tra i rami, alle prese con gabbiani, cavalli, in alto nel cielo e nelle profondità del mare, fino al vortice di spazzatura dell’oceano Pacifico.

Il corto è molto bello, e lo è anche il messaggio ecologico che lo guida. Il sacchetto di plastica, con la voce di Herzog, vive la sua vita forse infinita (lo sappiamo, la plastica è un materiale in natura quasi indistruttibile) e, se all’inizio sembra avere uno scopo, ovvero servire il suo proprietario, piano piano si rende conto della propria immortalità, si dimentica del suo proprietario e si abbandona ai flussi della corrente, nelle profondità marine.