Se fra i vostri propositi c’è un “meno cose più felici” e anche se non c’è, ecco quello che al di fuori dell’Italia chiamano “decluttering”: eliminare ciò che non serve e riorganizzare gli spazi.
Gli ambienti in cui viviamo devono essere semplici e funzionali, fior fiori di studi e ricerche hanno evidenziato che vivere in un ambiente pulito, ordinato e sobrio aiuta la concentrazione, l’apprendimento, aiuta ad essere meno stressati. Sgombrare un cassetto è un po’ sgombrare la mente.
Avere una casa priva di cose inutili e funzionale non si realizza in un solo giorno e neanche in un weekend, il decluttering è una prospettiva, un percorso di decrescita: secondo il monito “le cose importanti della vita non sono cose”.
Il decluttering passa per la semplificazione e la riorganizzazione della casa, e perché no, dell’ufficio (del resto ci si passano molte ore al giorno).
1) Un po’ per volta: Non puntare alla perfezione nei primissimi passi. Come una dieta, l’inizio di un nuovo sport, avere aspettative irreali può essere frustrante e portare all’abbandono del progetto.
2) Parti da una stanza: Scegliere un stanza da cui iniziare e un punto preciso: il frigorifero in cucina? La libreria in soggiorno? E da lì partite seguendo un verso orario o antiorario.
3) Fuori da qui: Perchè il decluttering abbia un senso le cose che non sono più utili devono uscire dalla vostra casa, non vale spostarle in un altra stanza. Potete venderle, donarle alle associazioni, utilizzare “Te lo regalo se vieni a prenderlo”, oppure i tanti gruppi che su facebook chiedono o danno aiuto. Se le buttate ovviamente differenziate per bene, se sono RAEE qui un vademecum.
4) Preparate tre scatole: regalare (una scatola più grande), buttare/differenziare, conservare (una più piccola). Un oggetto per volta senza ripensamenti: funziona? Quand’è stata l’ultima volta che l’ho usato? Mi ricordo chi me lo ha regalato e quando? Posso utilizzarlo per altro? E senza indugio scegliete a che scatola appartiene. Poi avanti un altro.
In Fermi tutti! (o almeno rallentate) ho scritto che utilizziamo solo il 20% di quello che possediamo, eppure continuiamo ad acquistare e ad accumulare.
Quinto ed ultimo consiglio: Se non riuscite a liberarvi del superfluo potete guardare una puntata di “Sepolti in casa” su RealTime e cambiare idea.
ll buon vecchio Einstein soleva dire: se una scrivania in disordine é segno di una mente disordinata, di cosa sarà segno allora una scrivania vuota?
L’ambiente in cui viviamo ci deve rappresentare, non deve essere ne così ne cosà … la concentrazione non é tutto, bisogna poi vedere su cosa ci si concentra. Se ci si concentra sulla banalità si potrà dire che le cose importanti non sono cose … poi, senza cose c’é la miseria e nella miseria la dignità soccombe. Per rimanere sul banale: il troppo stroppia, il conformismo uccide.