Ecco perché l’attenzione all’ambiente va insegnata al bambino

 

L’educazione ambientale è di importanza vitale per la salvaguardia dell’ambiente che ci circonda e, più in generale, del nostro pianeta.

L’impegno sociale e politico sta riuscendo, sempre di più e sempre meglio, a sensibilizzare sul tema anche i cittadini più piccoli e, in qualche modo, più sensibili: i bambini, a scuola.

Sono tanti gli interventi di formazione nelle scuole, con attività varie, laboratori, interventi e incontri divulgativi: trovate alcuni articoli interessanti sullo smaltimento di rifiuti particolari sulla conoscenza di un prodotto comunissimo, la bottiglia d’acqua.

I temi più ricorrenti sono quelli della preziosità dell’acqua e dell’energia elettrica, dell’invito al loro uso con parsimonia, del riciclo, dello smaltimento dei rifiuti ragionato e sostenibile, oltre all’ovvia diffusione dell’idea che, come prima regola, dovremmo seguire quella di produrne il meno possibile, di rifiuti.

Il bambino apprende in maniera diversa dall’adulto, con maggiore “purezza intellettuale”, con minori limiti e con un senso di giustizia ecologica che, spesso, è già innato ed evidentissimo anche in bambini che non hanno ancora ricevuto indicazioni precise.

Allo stesso modo, proprio come una parte integrante dell’educazione ambientale, dev’essere fatta la giusta e opportuna sensibilizzazione nei confronti delle calamità naturali. Di quegli eventi necessari e inevitabili per l’ecosistema che, ovviamente, coinvolgono l’uomo e mettono a rischio la sua vita e il mantenimento delle sue infrastrutture.

La natura va conosciuta nella sua interezza: non è soltanto un documentario o uno scenario mozzafiato per chi sa e vuole fermarsi ad osservarlo. La natura è l’entità con cui l’uomo deve raggiungere la simbiosi con tutti i mezzi che riesce a mettere in campo.

Troppo spesso l’uomo, rifugiandosi nella corazza della sua razionalità e nella consapevolezza del suo ristretto campo di azione, si lascia coinvolgere da un senso di impotenza e di rassegnazione di fronte alla forza devastante di disastri sismici, idrogeologici e di eventi atmosferici allarmanti e rovinosi.

Ed è questo l’anello che manca, e che solo l’uomo può costruire, per agganciarsi alla natura. Il contrario, non avverrà.

E’ l’uomo che con la sua attività intellettiva deve uscire dalla sua zona di comfort, troppo stretta perché effettivamente, un solo uomo è quasi nulla rispetto alla potenza della natura. Ma l’umanità associata, la forza di una moltitudine di conoscenze e applicazioni umane, l’uso di strumenti e di tecnologie, deve e può portarci a rendere il sistema uomo-natura il più interconnesso possibile, dove l’uomo possa sentirsi pronto ad accogliere quello che il suo ambiente sta offrendo il quel momento.

Aiutiamo i nostri bambini a farsi quest’idea: il mondo sul quale viviamo non è quello fittizio dei grandi mercati economici e commerciali. La vita, il nostro battito cardiaco, esiste grazie alla Terra viva che ci accoglie, e noi questa Terra viva dobbiamo anche conoscerla, oltre che rispettarla.