Era un bel mistero quello dei dischetti sul litorale laziale, ne avevamo parlato negli scorsi giorni.
Ora si è capito meglio la loro provenienza. Si era parlato prima di capsule per caffè, ma non era così, come accertato dalla Guardia costiera. L’indagine, che ha visto il coinvolgimento anche delle capitanerie di porto di Napoli, Salerno e Gaeta, è avvenuta in prossimità della foce del Sele, in Campania, e sugli argini dello stesso fiume, dove è stata trovata una ingente concentrazione dei filtri.
In seguito all’indagine si è capito che i filtri sono fuoriusciti da un depuratore a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto, che purtroppo ha fatto sì che questi filtri si riversassero nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, fino a toccare gran parte del litorale fino alla Toscana.
La natura dei filtri era dunque questa: “filtri a biomassa adesa” utilizzati per la depurazione delle acque reflue. Stando quindi agli accertamenti dei militari della Guardia Costiera, si è potuto comprendere come questi materiali siano stati rilasciati “da impianti di trattamento dei reflui attraverso lo scarico diretto in mare o nei corsi d’acqua in esso sfocianti”.
Leave a Comment