Intervista al viaggiatore – Ilaria Stigliano

Torna la nostra rubrica di intervista a viaggiatori e viaggiatrici, persone che hanno mollato tutto e sono partiti per un lungo viaggio, e che lo fanno sempre tenendo un occhio di riguardo nei confronti dei territori che visitano. Qui ho scambiato due chiacchiere con Ilaria Stigliano, psicoterapeuta e viaggiatrice. Le sue parole sono bellissime e illuminanti.
Buona lettura.
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Cosa significa per te viaggiare?

A me piace l’etimologia della parola. Viaticus: provvista per spostarsi da un luogo all’altro, che in tempi duri era la cosa più importante quando ci si metteva in cammino.
Per me viaggiare è tutto ciò che porto con me nel tragitto da un luogo a un altro. Il bagaglio spirituale interiore che costruisco attraverso il mio spostarmi. Le provviste emotive che porto con me nei momenti difficili. La maggior parte delle persone crede che viaggiare abbia solo aspetti positivi. Forse da turista è così. In realtà viaggiare è spesso difficile. É facile sentirsi soli, senza risorse, è facile avere paura. Ma è proprio quella dimensione che ti fa riscoprire capacità che non credevi di avere.
Viaggio perché la vita è una, forse la mia sarà anche breve, chissà. Quindi voglio viverla facendo ciò che più amo: apprendere dalle culture di tutto il mondo la loro religione, le loro tradizioni, le loro danze, la loro musica; voglio imparare tante lingue, scalare montagne, dormire con la mia amaca tra due alberi o piantare la mia tenda in luoghi remoti, voglio nuotare, surfare sulle dune di un deserto, voglio osservare la vita di animali selvaggi, e più di ogni altra cosa voglio essere libera, voglio gestire il mio tempo come meglio credo e non essere schiava di nessun, non voglio essere schiava del contratto, dello stipendio, del sabato e la domenica. Io spesso per mesi non so mai che giorno della settimana è.
Viaggio perché voglio che ogni giorno sia differente da quello precedente. Voglio che la mia vita sia ogni giorno una meravigliosa sorpresa. Voglio che la mia vita sia divertente, perché ho solo una partita a disposizione. Viaggiare non è solo spostarsi fisicamente, per me è soprattutto vivere ogni giorno nella ricerca e nella scoperta della propria natura.
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Qual è la tua storia? Hai lasciato un lavoro stabile e hai cambiato vita, decidendo di fare del viaggio la tua vita?  o ti sei presa solo una pausa?

Beh si, avevo un contratto a tempo indeterminato, del tempo a disposizione, ma non ero felice. Sognavo tutte le notti di preparare il mio backpack perché ero in partenza ma non riuscivo mai a prendere l’aereo. Ogni notte nei miei sogni succedeva qualcosa per cui ritardavo. Poi mi svegliavo di soprassalto. Era la mia vita. Le scelte che facevo ritardavano la mia partenza. Poi sono partita e ho smesso di fare questo sogno.
Credo che nella filosofia di un viaggiatore ci sia il vivere il presente. Questo significa che non posso sapere se la mia vita sarà in viaggio o viaggiare è solo una pausa. Mi piace non vedere nessun aspetto della mia vita come una pausa da qualcosa.
Voglio assumermi la piena responsabilità di ogni decisione che prendo nel presente. E immergermici a pieno.
Ma per ora si, vivo viaggiando.
Sono una psicoterapeuta e visto che mi sposto frequentemente mi occupo di consulenze e sostegno psicologico online. Ho in questo modo unito le mie due più grandi passioni: viaggiare e dare aiuto a chi si trova in una momentanea condizione di debolezza, sofferenza e disagio.

Come hanno preso le tue scelte amici e parenti?

La maggior parte dei miei amici ha sempre considerato le mie scelte “strane”. Per loro è inconcepibile non avere un lavoro, una casa, una famiglia, dei figli, una vita stabile. Però mi vedono felice, quindi comprendono a pieno la mia decisione adesso.
I miei genitori sono naturalmente molto preoccupati.  All’inizio non potevano accettare una cosa del genere. Per loro non aveva alcun senso.
Poi abbiamo parlato, ci siamo scritti molto. Loro vedono che ho una luce diversa quando viaggio. Quindi oggi sono felici per me perché sanno che questa è la mia natura. Ovviamente preoccupati, ma felici. D’altronde mio nonno era un marinaio. So che non è semplice accettare che una figlia possa fare una scelta simile. Per questo li stimo moltissimo. Sono meravigliosi e mi aiutano moltissimo. Sono fortunata.427057_10150509441701176_2145067772_n

Ora dove sei di preciso? Quanto ci resterai?

Adesso sono a Sydney, in Australia. Resterò qui per circa un anno e mezzo. Ho passato lo scorso anno in Sud America lavorando solo in cambio di alloggio. Quindi adesso ho bisogno di mettere da parte un po’ di soldi per continuare a viaggiare.

Sei una viaggiatrice di gruppo o solitaria?

Non ho mai viaggiato in gruppo e so che non è una forma che mi appartiene.
Viaggiare sola significa per me seguire costantemente il flusso della mia anima connessa con tutto ciò che mi circonda. E l’universo mi dice quasi sempre dove andare e che fare. Gli sono cara evidentemente. Mi aiuta molto.
Mi piace incrociarmi con le persone. A volte, raramente, incontro qualcuno con cui viaggio per qualche giorno, e quando capita è bello.
Ma poi torno in solitaria. Mai ho cambiato la mia rotta (quale rotta poi?) per seguire qualcun altro. Ammetto anche di essere poco flessibile. Amo rispettare i miei ritmi, i miei desideri e i miei tempi quando viaggio. Vado come il vento, cambio rotta da un momento all’altro o resto a lungo dove non credevo di restare. Sento e decido. Non puoi farlo se sei in più di uno.

Nei tuoi viaggi c’è stato un posto che ti ha deluso e un posto che ti ha sorpreso in positivo?

Mi ha deluso San Andrés, in Colombia, un’isola caraibica meravigliosa che tutti consigliano come parte di un viaggio in Colombia.  Nell’istante in cui ho messo piede sull’isola ho sentito una strana pesante energia negativa. Non sapevo il perché. Volevo andare via ma non potevo perché dovevo aspettare il mio volo di ritorno. Raramente prenoto aerei in anticipo quando viaggio anche perché voglio la libertà di restare se un posto mi piace e andare via se non mi piace. Ma è l’unico modo di arrivarci. L’energia che ho sentito lì quando sono arrivata non l’ho mai sperimentata in nessun luogo. Successivamente ho avuto conferma di nuovo che il mio intuito non sbaglia mai. E per una donna che viaggia sola è uno strumento non male. Qualsiasi altro luogo mi ha meravigliosamente sorpresa in positivo.
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Su Econote parliamo spesso di natura. Parliamo di quella che hai visto nel tuo percorso di viaggi, quale paese è stato “naturalisticamente” più bello?

Come chiedere: qual è il tuo libro o film preferito. Impossibile! 🙂

Tra i vari potrei dire il Tibet, la Bolivia, la Patagonia Argentina, l’Islanda sono sicuramente luoghi che mi hanno lasciata a bocca aperta… Il più bello, non so rispondere. Perdonami! 🙂 Quando viaggi ti rendi conto che non c’è limite alla meraviglia. E che Madre Natura è un’artista incredibile!

Su Econote parliamo anche di decrescita e sostenibilità.Cosa fai per essere un viaggiatore sostenibile?

Cerco di evitare quanto più possibile gli aerei, spesso giro in bici o viaggio in autostop, cerco di sostenere le economie locali, scelgo ogni tipo di prodotto che abbia il minimo impatto sull’ambiente, le mie azioni e le mie scelte non devono mai ricadere sulle persone, gli animali e la natura. Né a breve termine né a lungo termine.
Sono molto attenta all’effetto di ogni mia minima azione e acquisto. Non solo alla mia purtroppo. Litigo troppo con le altre persone per quanto concerne la sostenibilità. 🙂

Continuerai a viaggiare anche in futuro? che progetti hai nel breve/medio periodo?

Come dicevo ho difficoltà a parlare di futuro.
L’idea è quella di restare poco più di un anno qui a Sydney, viaggiare l’Australia, la nuova Zelanda e spero di spostarmi in Asia. Poi voglio tornare un poco dalla mia famiglia, che mi manca moltissimo. Dopodiché Africa. Ma non sono progetti, sono solo desideri. E in viaggio tutto cambia sempre. Anche i desideri. Però, visto che sono cara all’universo, confido nel fatto che mi guiderà lui.