Presentato il Sustainability Monitor Report

Terna, Eni, Invitalia, Zecca dello Stato, e Poste Italiane a rapporto sui temi della tutela ambientale e della responsabilità sociale    

Roma 13/04/2022 – È stata presentata oggi presso lo Spazio Europa di Roma la seconda edizione del Sustainability Monitor Report, il rapporto annuale sulla sostenibilità ambientale e sociale delle catene di fornitura delle principali grandi imprese italiane, promosso dalla Buygreen Community.    

“Il Sustainability Monitor Report è un rapporto che facciamo annualmente per misurare i miglioramenti della qualificazione ambientale delle catene di fornitura delle grandi imprese italiane. È un’indagine importante che già nel 2021, nell’ambito della prima edizione, ha coinvolto 192 imprese realizzando una mappatura del grado, delle modalità e dei fini con i quali le grandi aziende affrontano e tengono conto dei criteri ambientali e sociali negli acquisti diretti e indiretti – spiega Silvano Falocco direttore di Fondazione Ecosistemi.    

Dal rapporto emerge come i Criteri Ambientali vengano utilizzati negli acquisti in maniera più marcata rispetto a quelli sociali, 50% contro il 41,7%. Tra gli strumenti che utilizzano le aziende per consentire ai fornitori di poter vendere i propri prodotti/servizi è diffuso un sistema di valutazione che tiene conto di aspetti ambientali e sociali della fornitura, in un trend incoraggiante che dimostra come si stia ulteriormente raffinando e consolidando. Quasi il 60% delle aziende dichiara un’adozione consolidata di un sistema di valutazione della sostenibilità dei fornitori. Il dato incoraggiante rilevato, è che le aziende -che hanno partecipato a entrambe le indagini (2020 e 2021) – dimostrano complessivamente di essersi migliorate, anche affrontando un riesame delle policy. Rispetto all’approfondimento di quest’anno concentrato nell’analizzare il tipo di diffusione che si riscontra tra i fornitori le certificazioni ambientali e sociali, di processo o di prodotto, emerge che si tratta, nella maggior parte dei casi, di SGA certificati o di etichette ambientali sui prodotti e sociali sui processi.    

“L’indagine ha confermato che esiste un collegamento tra procurement e obiettivi di sostenibilità delle grandi imprese e che questo si concentra su due aspetti: uno ambientale, la sostenibilità delle risorse, e uno sociale, il rispetto dei diritti umani e del lavoro dignitoso –spiega Giorgio Galotti Coordinatore della Buygreen Community e responsabile del Sustainability Monitor Report– La stessa attivazione della Buygreen Community comporterà sicuramente anche una risposta da parte delle piccole e medie imprese quali fornitori, di conseguenza anche processi e prodotti maggiormente sostenibili “ conclude Galotti.” 

 E le realtà presenti commentano: 

“Terna è costantemente impegnata per la tutela dell’ambiente, anche attraverso l’utilizzo dello strumento del Green Procurement, il processo che considera l’impatto ambientale e sociale di prodotti, servizi e opere lungo tutto il loro ciclo di vita. Abbiamo ultimamente adottato policy interne che definiscono, in modalità strutturata, l’inserimento dei criteri ambientali e sociali nelle procedure di approvvigionamento, rendendole ancor più ecologiche per diverse categorie merceologiche. La sfida di medio-lungo termine è quella di definire e applicare criteri simili per l’approvvigionamento di forniture cosiddette ‘core’, ovvero riferite alla realizzazione delle opere elettriche.” Alessia Zoccali Responsabile Tutela Ambiente, Terna 

“Invitalia pone il tema della sostenibilità sempre più al centro delle proprie attività rivolte allo sviluppo economico e sociale del Paese. Nel ruolo di centrale di committenza, ad esempio, si impegna a garantire che le aziende destinatarie di appalti pubblici rispettino nel concreto i criteri di sostenibilità ambientale. E attraverso uno degli incentivi più importanti, il contratto di sviluppo, sostiene con un miliardo di euro – previsto dal PNRR – i grandi investimenti green per la produzione di energia da fonti rinnovabili.”  

Commenta Gabriella Forte Responsabile pianificazione strategica, Politiche Industriali e Risk Management, Invitalia