Cosa significa e quali strumenti si usano per vaporizzare erbe aromatiche

Al giorno d’oggi, è molto alto il numero di fumatori in Italia ed è destinato ad aumentare. Secondo il “Rapporto sul fumo in Italia”, dimostrato durante Giornata mondiale contro il tabacco 2022 (World No Tobacco Day, 31 maggio), quasi un italiano su quattro è un fumatore e ciò significa che il 24,2% della popolazione italiana è fumatrice. Una percentuale altissima, la più alta dal 2006.

Esistono, però, diversi modi di fumare e quindi non tutti i fumatori fumano in modo simile. C’è chi fuma la sigaretta normale, chi i drummini, chi la pipa, chi le Iqos e chi il vaporizzatore portatile.

Chi decide di vaporizzare l’erba, di fatto deve procurarsi lo strumento adatto per farlo, ossia un vaporizzatore. Questo oggetto a differenza della combustione riesce a sfruttare più volte l’erba o la sostanza vegetale e quindi è un oggetto votato al riutilizzo dell’erba. Un modo molto più efficace del semplice atto di fumare, nonché meno nocivo per la salute. Il fumatore di vaporizzatori assaggerà un sapore molto più leggero, aromatico e pulito rispetto quello della classica sigaretta, in quanto sono eliminati molti fumi caustici e molte sostanze dannose. Il vaporizzatore, però, dovrà essere pulito con attenzione. I residui dell’erba, di solito, si trovano all’interno del bracierino, il quale viene usato per non mettere l’erba a contatto diretto con la fonte di calore. Proprio così si evita il solito processo di combustione.

Cosa succede quando si vaporizza un’erba

Vaporizzare un’erba è un processo del tutto differente dal bruciarla o dall’incensarla. La vaporizzazione sfrutta il flusso d’aria calda per estrarre le componenti attive dalla sostanza vegetale e generare, liberando così il vapore dal catrame. In questo modo l’erba non si brucia, di fatto, non si trasforma in cenere. Il materiale residuo della vaporizzazione, di fatto, avrà perso soltanto le sue proprietà come l’aroma ed il sapore.

I vaporizzatori portatili

I vaporizzatori non sono tutti uguali. Cambiano per potenza, modalità d’accensione e varie caratteristiche. Si possono dividere solitamente in due macrocategorie: vaporizzatori portatili e i vaporizzatori da tavolo. I vaporizzatori portatili solitamente hanno dimensioni ridotte e sono sicuramente più comodi siccome sono trasportabili.  I vaporizzatori portatili e tascabili quindi sono un’ottima scelta per chi desidera un dispositivo di piccole dimensioni, dal peso ridotto ma dall’ottima resa.

Bisogna tener conto che i vaporizzatori, proprio come i forni da cucina o comunque come vari elettrodomestici, hanno bisogno del loro tempo di riscaldamento e per tale motivo vano accesi per tempo.  

Vari vaporizzatori hanno la batteria al litio e solitamente non superano la gradazione di 200°.  Sono veramente avanguardistici e godono di alte proprietà tecnologiche. Il vaporizzatore portatile flowermate mini V5.0S PRO, ad esempio, vanta l’innovativa funzione di powerbank che permette l’utilizzo del vaporizzatore Flowermate come ricaricatore per il cellulare e altri dispositivi portatili, condotto d’aria totalmente isolato per una vaporizzazione pulita e un bocchino in vetro borosilicato che conserva i sapori pienamente intatti.

I vaporizzatori da tavolo

I vaporizzatori da tavolo, all’esatto contrario di quelli portatili, sono più ingombranti ed hanno un peso e delle dimensioni più ingombranti ma vantano comunque un’ottima resa. La maggior parte di questa tipologia di dispositivi possiede un display digitale con uno schermo touch screen (è ormai terminata l’era dei tasti) ed un telecomando che permette di modulare la gradazione di vaporizzazione. Solitamente la regolazione varia da un minimo di 40° ad un massimo di 230°. A prova della loro alta tecnologia, molti vaporizzatori possono essere monitorati anche tramite app e quindi possono essere collegati anche tramite app mobile. Comodità ed efficacia per una svapo d’altissima qualità. Per quanto concerne i metodi di adattamento, invece, sono variabili: dal tubo fino al palloncino.