“Progreditur. Storie e persone dalla città che avanza“: intervista ad Alessandro Tartaglione

Articolo aggiornato il 25 Luglio 2025

Abbiamo intervistato il giornalista Alessandro Tartaglione in occasione della recente uscita del suo ultimo libro, dal titolo “Progreditur. Storie e persone dalla città che avanza“. Dopo il successo del suo precedente volume, Tartaglione torna a raccontare personaggi ed episodi riguardanti la sua città patria, Marcianise, e non solo. Storie conosciute ed approfondite, ma anche scritti nuovi che l’autore è riuscito a produrre grazie ad un lavoro certosino realizzato sia attraverso la consultazione di documenti presenti in archivi storici, biblioteche ed emeroteche, sia mediante la raccolta “sul campo”, con interviste o attingendo ad esperienze vissute in prima persona.

Con questo tuo nuovo libro sulla tua città natale è come se chiudessi una trilogia di volumi – iniziati con “I Love Marcianise Maitant” e continuata con “Marcianisano Doc”: in cosa questo Progreditur è simile e in cosa si differenzia dai precedenti?

In effetti questo libro chiude una trilogia, anche se ho altre storie in sospeso e quindi la trilogia potrebbe diventare una quadrilogia. Sostanzialmente non so quando finirò perché le storie della mia terra sono tante, mi vengono a cercare e io non posso che approfondirle. Questo libro è nella prima parte simile al precedente: storie e persone della mia città, Marcianise. Approfondimenti su storie e vicende più o meno note. Soprattutto l’ultimo testo che chiude il libro è un vero e proprio inedito, perché è una sorta di biografia di Onofrio Buccini, illustre artista marcianisano, che capita nel nell’anniversario dei 200 anni dalla nascita. Sono riuscito a recuperare un documento che nessuno conosceva a Marcianise e che si trova alla Biblioteca Nazionale di Firenze, mi sono fatto mandare gentilmente dagli archivisti questo documento e l’ho pubblicato permettendo così a tutti di leggerlo.

Come mai la scelta di questo titolo?

Il titolo “progreditur” prende spunto dal motto che si trova sullo stemma del Comune di Marcianise. Ho fatto una ricerca sugli stemmi e ho visto che pochi quelli che comprendono oltre all’elemento grafico anche il motto. Dunque mi sono chiesto perché fosse stato scelto questo motto: progreditur è una parola latina che significa procedere, fare progressi, riferito a una città che progredisce. Sono andato a guardare gli atti di presentazione del Comune di Marcianise quando è stato richiesto nel 1872 il riconoscimento del titolo di città. Lo stemma che venne proposto dagli amministratori locali capitanati da un sindaco illuminato che si chiamava Nicola Gaglione, cercava di riprendere un po’ lo stemma antico di Marcianise, ovviamente seguendo dei canoni previsti dalle regole nuove di allora. Insomma a fine 1800 questo stemma sostanzialmente viene modificato dai burocrati di Roma, adattato alle regole, e nella presentazione gli amministratori scrivono questo motto dentro allo stemma: progreditur. Nello spiegare le motivazioni fanno riferimento al fatto che questa parola è insita nell’etimologia della parola Marcianise: prendendo infatti la prima parte, “marcia” di Marcianise e dandogli significato la terza persona del verbo marciare.

Marcianise insomma ha dentro al suo nome questa indole a marciare, a camminare insieme in maniera cadenzata così come scritto nel vocabolario della Treccani. Uno stemma che quindi promuove non l’individualismo, ma il muoversi insieme, camminare insieme verso un futuro di progresso. E quindi io sostanzialmente prendo in considerazione questo motto dandogli anche titolo al libro per auspicare nuovamente alla città di tornare dentro i binari che la portano verso un futuro di progressi.

All’interno si trovano storie e personaggi noti della tua città ma anche episodi e racconti inediti, realizzati con un grande lavoro di ricerca. Come si sviluppa questo lavoro?

Il mio lavoro ricerca è interminabile perché spesso mi imbatto in storie che cerco di approfondire. Non mi considero uno storico, anche se alle volte qualcuno leggendo i miei libri mi ha definito in questo modo. Sono un giornalista e quindi sono curioso per indole e mi emoziona molto andare a scavare nel passato. Per farlo ovviamente frequento molto le biblioteche, vado negli archivi storici e consulto emeroteche.

Su Econote raccontiamo spesso il territorio, i territori, ovviamente in un’ottica di ecologia, ambiente, sostenibilità. Che storia ha Marcianise, da questo punto di vista?

Probabilmente la storia che può interessare più Econote, quindi chi ha un risvolto ambientalista e naturalista è sicuramente la storia dell’Eucalipto di Marcianise. In una delle piazze principali della città fu impiantato un eucalipto dal sindaco Nicola Gaglione. Io mi sono andato a studiare tutta la storia, del perché venne impiantato e perché era così importante per i cittadini. La storia è particolare: questo albero assorbe moltissima acqua e questa cosa era molto importante per la Marcianise di allora, perché alla periferia della città vi era una sovrabbondanza di acqua, il terreno era molto pianeggiante, l’Antico corso del fiume Clanio era molto lento e spesso in alcuni tratti straripava, inondava i terreni e questo portava problemi importanti all’agricoltura locale.

E fu proprio consigliato con un decreto Nazionale dopo l’Unità d’Italia di impiantare questi Eucalipti, che venivano sostanzialmente regalati dal governo Nazionale proprio per le zone paludose, e Marcianise era una di queste.

Questo Eucalipto piantato nel centro della città divenne molto importante per i cittadini: il suo profumo era molto forte e veniva consigliato dai medici locali soprattutto bambini e anziani che avevano problemi di asma. Veniva consigliato loro di andare sotto all’albero di eucalipto, che intanto negli anni era cresciuto diventando molto alto. In questo bell’articolo io parlo dell’Eucalipto di Marcianise riprendendo lo scritto di un botanico.

Tra i vari aneddoti raccontati nel tuo libro, non manca il racconto di Una gita scolastica a Marcianise del 1870. Ce ne parli?

La storia della gita scolastica è stata per me molto emozionante, l’ho trovata quasi per caso. È la storia di una scuola ubicata a Caserta, sempre della fine dell’Ottocento, che formava i futuri maestri elementari. Era chiamata la “Normale” maschile perché era frequentata solo da ragazzi. Tra questi ce n’erano alcuni di Marcianise, che un giorno effettuano con i loro docenti una gita scolastica. Chi ha visto il film Una gita scolastica di Pupi Avati che uscì negli anni 80 può capire di che cosa sto parlando. Le gite venivano fatte in siti naturalistici, e due ragazzi di Marcianise vengono invitati dopo aver fatto la gita a descrivere questa giornata particolare. Ed è molto emozionante leggere uno di questi racconti che io pubblico interamente nel libro perché descrive la Marcianise di allora e descrive, soprattutto, il sistema scolastico di allora perché la gita scolastica in realtà era propedeutica agli approfondimenti di tipo didattico. Il racconto permette ai ragazzi di spiegare gli approfondimenti del professore, o dà modo di parlare della ferrovia, della locomotiva che permetteva alla classe di spostarsi. Poi arrivano a Marcianise, si avviano a piedi verso i Regi Lagni per perlustrare la natura.  Il professore spiega loro tutti i tipi di erbe che incontrano durante il tragitto, e poi fanno una sosta molto suggestiva durante la quale i ragazzi fumano la pipa, nonostante fossero ancora minorenni. Un racconto insolito e originale, per questo motivo ho pensato di pubblicarlo.

Qual è la storia che hai raccontato di cui sei maggiormente orgoglioso?

In particolare ce ne sono due. La prima è la biografia del pittore Antonio Mandarino che di recente ci ha lasciato, forse la prima biografia pubblicata di Mandarino, che era un pittore naif un po’ sui generis e che aveva sviluppato uno stile tutto suo, personale, molto popolare non soltanto a Marcianise e ma in tutta la provincia di Caserta. Il suo laboratorio artistico si trovava lungo la strada nei pressi del Big Maxi Cinema, quindi un luogo di passaggio molto frequentato.

Si tratta di un pittore che viveva della propria arte, nel senso che dipingeva i quadri, le tele e le vendeva e in base a quanto vendeva riusciva poi a sostenere la sua famiglia. Di lui avevo già parlato nel mio primo libro I love Marcianise Maitant, però in questo mio ultimo libro sono stato molto più preciso,  cercando di organizzare i suoi stili e quindi spiegando meglio il suo lavoro.

L’altra storia di cui sono molto orgoglioso è la storia riguardante lo scultore Vittorio Moriello, mio compaesano morto prematuramente, prima dei 60 anni, e che è stato un artista molto importante. Io racconto soprattutto una storia: quando lui insegnava nel Lazio fu chiamato da Conticello, che era un archeologo – che fu anche soprintendente degli Scavi di Pompei ed Ercolano -che in quel momento gestiva il museo di Sperlonga.

Lui chiamò Vittorio Moriello su indicazione di un docente universitario che ne aveva apprezzato la sua capacità di riconoscere e di modellare gli elementi classici della scultura. Fu chiamato per ricostruire la cosiddetta Odissea di Marmo, che era un gruppo scultorio molto ampio, che fu trovato nella Grotta di Tiberio. In questa Grotta di Tiberio, negli anni 50, durante uno scavo dell’autostrada, furono trovati tutta una serie di frammenti di questo gruppo scultorio molto imponente.

Moriello ricostruì tutto il gruppo scultoreo che oggi si trova esposto al museo di Sperlonga. Questa storia è straordinaria, che ha influito molto sull’attività successiva di Moriello, che fu un artista veramente completo, perché non faceva solo scultura, ma era anche un pittore e un disegnatore che probabilmente in vita e anche dopo non ha avuto i giusti riconoscimenti.

Sei già al lavoro su qualche nuovo volume, continuerai a raccontare la tua terra?

Sì, quando finirò la promozione per questo libro ho tutta una serie di cose iniziate, fra cui una monografia di Domenico Santoro che fu un socialista e che morì all’età di 31 anni perché fu imprigionato ingiustamente all’inizio del Novecento sulla quale ci sono state anche già altre pubblicazioni, ma io sono riuscito a trovare tutta una serie di documenti che delineano meglio la sua figura e soprattutto fanno scoprire altri episodi mai raccontati. Inoltre, intendo continuare nel solco di questi tre volumi che ho già pubblicato, quindi una nuova opera molto simile a queste che sto pubblicando e poi ho anche tutta una serie di racconti, ho alcune idee in testa che vorrei mettere nero su bianco, però è ancora molto presto per parlarne.


È possibile trovare il libro nelle seguenti edicole di Marcianise: News & Copy (via Nicola Gaglione); Edicola Pontillo (Corso Matteotti); Edicola Laurenza (Viale della Vittoria). Inoltre il libro è presente anche nella Libreria Pacifico di Caserta (via Alois, 24, nei pressi di Piazza Vanvitelli). Si fanno infine spedizioni in Italia: basta farne richiesta via email all’indirizzo tartaglione@woodandstein.it (pagamento con bonifico o paypal).

Alessandro Tartaglione, classe 1971, sposato e padre di due figli, vive da sempre a Marcianise (Caserta). Laureato in Economia presso l’Università Federico II di Napoli, sin da giovanissimo si appassiona al giornalismo e alla politica. Fondatore e direttore di varie testate online, è stato più volte consigliere comunale, oltre a ricoprire la carica di assessore alla cultura. Dal 1999 lavora nell’ambito dei Beni Culturali, prima alla Reggia di Caserta e poi al Parco Archeologico di Pompei. Per Wood & Stein ha già pubblicato “I Love Marcianise Maitant” e “Marcianisano Doc”.