Per un solo piatto di datteri di mare desertificati 10 metri quadrati di fondali

No, non ne vale la pena. Un danno del genere all’ambiente per mangiare un piatto di datteri di mare nelle festività natalizie. I datteri di mare sono proibiti, ne è interdetta la vendita dal 1988. Nonostante ciò le foto scattate dai volontari di Legambiente (sul corrieredelmezzogiorno.it) testimoniano che questi frutti di mare sono in vendita al mercato alla vertiginosa cifra di 80 euro al chilo. Se questi signori li vendono a questa cifra significa che c’è chi non bada a spese e sopratutto non è a conoscenza del danno che arreca al fondale marino, mentre mangia i datteri di mare. La legge italiana vieta molto chiaramente sia la detenzione che la vendita da più di vent’anni.

Il dattero di mare è un mollusco bivalve, dalla forma allungata e sottile, di colore bruno che ricorda, appunto, i datteri. Ci impiega dai 15 ai 35 anni per raggiungere i 5 centimetri. Vivono su rocce calcaree che perforano per parecchi centimetri. Pescare datteri di mare crea un grave danno all’ambiente marino perchè la raccolta di questi molluschi viene fatta con martelli distruggendo letteralmente il fondo marino.

Il prelievo del dattero di mare comporta la completa desertificazione dei fondali per decenni eppure la razzia continua e alimenta un giro crimonoso di affari stimato in 2 milioni di euro all’anno nella sola penisola sorrentina. Si stima intorno ai 70 mila metri quadrati la desertificazione annuale dei fondali in Campania, 30 mila in Salento. Per questo abbiamo scelto una foto che ritrae il dattero di mare all’interno dello scoglio, dove deve restare.

E’ vero che i datteri di mare nei decenni scorsi facevano parte del menù di San Silvestro, ma la tradizione va abbandonata se comporta un tale danno all’ambiente, non credete? E’ una rinuncia facile dopotutto.

Portate sulla vostra tavola al Cenone del 31 prodotti tipici a km 0, inizierete un 2010 all’insegna del gusto, delle tradizioni e del rispetto dell’ambiente. Per iniziare con il piede giusto,

Buon Anno da Econote!