Marea nera nel Golfo del Messico

Il WWF lancia l’allarme: “La marea nera potrebbe essere un colpo di grazia per una biodiversità già sotto pressione”.

Tre giorni fa è iniziata la fuoriuscita dalla piattaforma petrolifera affondata, la marea nera sta raggiungendo le coste della Louisiana, questo va “a sommarsi alle problematiche che quest’area regolarmente subisce a causa dell’eccessivo apporto di nutrienti provenienti dal fiume Mississipi – ha dichiarato Marco Costantini, responsabile Programma Mare del WWF Italia – Inoltre la marea nera sta raggiungendo i paradisi naturali come l’arcipelago delle Chandeleurs area di nidificazione di uccelli marini già colpiti dal disastro Katrina”.

In quest’area i fondali sono già sottoposti ad una forte pressione della pesca a strascico mentre l’economia principale è un’intensa pesca dei gamberi. Inoltre il fiume stesso sversa enormi quantità di nutrienti che provocano una mancanza di ossigeno nei fondali del Golfo creando delle vere e proprie “Dead zones“: qui le conseguenze sono mortalità e stress delle popolazioni cosiddette “bentoniche e bentonectoniche”, ossia, specie che vivono a contatto col fondo (pesci, molluschi e crostacei).

“Al di là dell’adozione di severe norme e regole per evitare simili tragedie, è del tutto evidente che il mondo deve prepararsi a uscire dai combustibili fossili e iniziare una nuova era. Le trivellazioni e lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi è e sarà sempre più complesso, richiede e richiederà grossi sforzi, e comporta e comporterà sempre nuovi pericoli anche ambientali. Invece di prepararsi a raschiare il fondo del barile, occorre creare le condizioni per farne a meno, sfruttando le tecnologie alternative, pulite e rinnovabili, già oggi disponibili sia in campo energetico che per i trasporti”, ha aggiunto Mariagrazia Midulla, responsabile Programma Clima.

Fonte Comunicato Stampa