Olio esausto, come riciclarlo?

Cosa fate dopo aver fritto? Mangiate, ok. E dopo ancora, l’olio, dove lo mettete? Dove lo buttate? Ecco, la questione relativa allo smaltimento dell’olio della cottura è davvero importante. Moltissime persone, ogni giorno, gettano l’olio usato per la frittura o nel lavandino o nella tazza del gabinetto. Molto spesso, ancora caldo!

Fate attenzione: l’olio esausto è dannosissimo per l’ambiente, soprattutto per i nostri mari. Infatti, per quanto i depuratori possano arginano il danno, in parte quell’olio arriva in acqua, diventando un pericolo per l’ambiente.

La cosa preferibile sarebbe, dopo la cottura, conservare l’olio in bottiglie di plastica e poi portarlo alla più vicina isola ecologica o ai centri di raccolta dedicati, per recuperarlo. Mi raccomando, non bollente, ma freddo. Se proprio non potete farlo, altro possibile espediente è quello di asciugare con cinque sei strappi di carta assorbente l’olio all’interno della padella. E poi, buttare la carta unta nell’indifferenziato. Anche quando l’olio è poco, consigliamo di usare un tovagliolo per assorbire quel po’ di olio rimasto attaccato alla padella.

Consigliamo di fare un giro sul sito del CONOE per conoscere qualcosa in più sull’argomento, e di chiamare le aziende che si dedicano alla raccolta differenziato per farvi spiegare, a seconda della vostra regione, dove portare il vostro olio per il recupero e l’isola ecologica più vicina. Perché, ad esempio, lo sapete che dall’olio esausto volendo è possibile ricreare dall’olio esausto sapone e biodiesel? E allora, buoni propositi: consumare meno olio e riciclarlo meglio!