Il Limone delle Meraviglie

Tutto inizia con una foto, un limone dall’aspetto mostruoso, che fa il giro del web. La provenienza di questo limone è Terzigno. Immediati i commenti che additano l’agrume come “frutto dell’inquinamento!”. Purtroppo una notizia del genere, servita in questa maniera, rischia d’infangare ed oscurare tutto ciò che c’è attorno, poiché si tratta di una bufala.

Sebbene delle analisi approfondite siano in corso al laboratorio di botanica dell’Università Federico II di Napoli, i fitopatologi (studiosi delle patologie vegetali) spiegano che il fenomeno, per quanto impressionante, è dovuto da una semplice malattia parassitaria.

Il patogeno è un particolare Acaro di agrumi (nome scientifico Eryphes Sheldoni), le cui punture modificano l’accrescimento del frutto, conferendogli una forma “a polpo” (per questo è detto anche Acaro delle Meraviglie).

Questo tipo d’informazione superficiale minaccia d’invalidare agl’occhi dell’opinione pubblica una situazione di reale pericolo, discreditandola.

Notizie ben più importanti rischiano di finire in secondo piano perché meno “suggestionanti” di un limone mutante, ad esempio quella dell’assenza di un adeguato registro dei tumori della regione Campania. Quello attuale copre solo una piccola frazione dei comuni campani e fornisce dati poco utilizzabili a causa dell’arretratezza dei sistemi informatici.

Un registro dei tumori non è un semplice esercizio statistico. Ufficializzare dati sull’incidenza dei tumori in una determinata regione, associandone altri riguardanti l’inquinamento ambientale, solidifica e migliora le scelte della politica e fornisce un’arma in più alla gente, in particolare quella colpita in prima persona.

Non sono infatti semplici le battaglie legali delle “vittime dell’infinta emergenza”, che vedono archiviate le loro inchieste sull’inquinamento ambientale poiché non esiste una relazione ufficiale riconosciuta dalla Regione (ed in un tribunale) tra i casi di morte da cancro e rifiuti tossici.