Esiste un approccio ecosostenibile alla fotografa? Lo abbiamo chiesto a Massimo e Marco di Photopolis, la fotografia a misura d’uomo. Un progetto che coniuga fotografia ed ecologia.
Massimo > Immaginiamo di produrre migliaia e migliaia di bomboniere di fattura mediocre e tutte simili fra loro. A cosa serviranno, se non ad invadere il mercato di piccoli oggetti invendibili e prima o poi da buttare? Ecco, in fotografia bisognerebbe drasticamente ridurre la produzione di file digitali inutili, perché per essere realizzati c’è bisogno di energia e in più obbligano alla produzione di hard disk per essere conservati. Una montagna di scorie elettroniche che un giorno dovrà inevitabilmente essere smaltita. Perciò si dovrebbe imparare ad usare i sistemi digitali con la mentalità della fotografia analogica. È un lavoro non facile, ma è l’unica strada per ridurre il silenzioso inquinamento provocato dalla foto digitale.
Marco > Su Facebook scorrono innumerevoli immagini brutte, scattate male, banali, monotone, sovra saturando la rete di foto per lo più inutili a molti, ho iniziato a pensare che si stava verificando un grosso danno alla cultura fotografica, alla comunicazione, alla rete tutta. Dieci anni fa già parlavo di byte-inquinamento in un pezzo che scrissi su Gutenberg2000.org. Con PhotoPolis vogliamo cercare di educare in maniera etica, ecologica, sostenibile, all’uso della fotografia.
Una definizione di “ecologia”.
Marco > Ecologia è la disciplina che regola il rapporto tra l’uomo e l’ ambiente che lo ospita.
Dovrebbe essere una materia da insegnare nella scuola dell’obbligo. Le istituzioni non fanno tutto quel che si dovrebbe fare per creare una coscienza ecologica, e la cosa essenziale dell’uomo viene lasciata al caso, a pochi “estremisti” indipendenti.
Massimo > È l’unico futuro possibile per i nostri figli.
Una definizione di “fotografia”
Marco > Può essere un gioco, un documento, un’interpretazione della realtà, una terapia, un ricordo, un complemento di arredo… È sicuramente comunicazione. Un potente mezzo di comunicazione.
Massimo > La fotografia nasce come “ricordo” di qualcosa o di qualcuno. Ma restringendo al massimo quest’idea, una fotografia è tale se si ricorda, altrimenti è una cosa “mordi e fuggi”, cioè nulla.
Qual è il punto di incontro fra le due? Se c’è, oppure se va trovato.
Marco > Il punto di incontro tra ecologia e fotografia c’è. Anzi ce n’è più di uno se si guarda verso certe direzioni. Se stimolo dei ragazzi di una città a riconoscere dove si trova un certo paesaggio italiano ritratto in una foto, il processo è ecologico (Eco-logia: oikos, “ambiente”; e logos , “studio”), ma vale lo stesso se agli stessi ragazzi si insegna a capire il paesaggio come si “muove” per ritrarlo nella maniera più suggestiva.
Anche combattere la pirateria sul diritto d’autore è una questione ecologica, rispettare la privacy dell’individuo: quante immagini che girano in rete hanno provocato litigi tra persone perché ritratte inconsapevolmente in situazioni compromettenti? E si potrebbe andare all’infinito…
Massimo > Di entrambe tutti ne parlano, ma entrambe vengono troppo spesso usate male.
Parliamo di “Dallo Scatto allo Scarto, Corso di fotografia digitale base per (aspiranti) fotografi utili” a cui Econote.it ha dato il patrocinio morale
Marco > È un corso di fotografia base un po’ sui generis perché per spiegare le classiche cose di tecnica e composizione, abbraccia le conoscenze maturate da entrambi in campo fotogiornalistico, pubblicitario, grafico… passando per l’arte, l’estetica, il cinema, la musica, internet, il design… Le informazioni vengono date agli allievi sfruttando il concetto di multidisciplinarietà e il tutto in maniera leggera, divertente, pratica saltando infatti roba come la storia della fotografia, i grandi autori…
Per info e iscrizioni:
Per iscriversi basta inviare una mail a [email protected] con oggetto “corso base” specificando proprio nome, cognome e un recapito telefonico. Idem per ulteriori info.
Cosa significa essere un “fotografo utile”?
Marco > Un fotografo è utile quando riesce a comunicare attraverso l’immagine un’informazione, un’emozione, un punto di vista diverso che faccia riflettere. Il fotografo utile sa anche come e dove trasmettere la sua foto affinché essa fruibile. È utile chi realizza uno scatto che mostra inequivocabilmente un fatto e dove non c’è bisogno nemmeno di dover aggiungere una didascalia. È utile il fotografo che sa manipolare una vecchia immagine per restaurarla. Ma innanzitutto il fotografo utile è colui che non mette in circolazione decine di foto simili tra di loro ingolfando le linee della rete, ma riesce a selezionarne una che racconti tutto e gestendola con il giusto “peso” in termini di byte.
Massimo > Significa riuscire a concentrare ciò che si vuole esprimere in una breve sequenza di scatti o addirittura in uno scatto solo, e pochi sono capaci di farlo. Oggi con la foto digitale assistiamo ad una produzione inverosimile di fotografie: quante di queste sono utili? quante colgono nel segno, emozionano, restano nella mente e nel cuore di chi le ha fatte e, soprattutto, di chi le guarda? Pochissime. Nella stragrande maggioranza si tratta di foto inutili. Il fotografo utile, invece, punta direttamente al centro del bersaglio, è efficace, sa raccontare ciò che sente e con le sue immagini è in grado di scuotere gli animi e le coscienze della gente.
Cosa hanno in comune Photopolis ed Econote.it?
Marco > Essere green-mind, l’entusiasmo di credere, nonostante tutto, che la divulgazione di concetti ecologici possano migliorare il mondo.
Massimo > La semplicità del linguaggio usato, l’ampio ventaglio di argomenti trattati, l’attendibilità del suo staff e la voglia di fare sempre meglio. Ma anche l’ambizione di risvegliare nella gente uno spirito critico da troppo tempo assopito.
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