Solo da qui, solo Pomì. Sciacallaggio o dovere d’informazione?

Nord VS Sud è una di quelle fratture poco geografiche e molto sociologiche del nostro Paese. Differenze e possibilità che non si sono mai sopite e che come è ovvio si acuiscono nel momento in cui c’è una crisi forte. Insomma se la coperta è corta e fa freddo si litiga di più.

Ora il “caso” della Pomì che pubblica un post su Facebook “Solo da qui. Solo Pomì” incorniciando di un rassicurante rosa la parte sana dell’Italia, quello che abbraccia la Pianura Padana e non va certo oltre l’Emilia-Romagna, diverso dal resto, forse voleva essere davvero una semplice specifica sulla provenienza dei pomodori con cui confezionano i loro prodotti. Forse davvero dopo il servizio delle Iene che scoperchia il vaso di Pandora della Terra dei fuochi, all’azienda sono arrivate richieste come: Da dove provengono i pomodori che finiscono sotto il marchio Pomì sugli scaffali dei supermercati?

Pomì, marchio nato nel 1982, prodotta e confezionata dal Consorzio Casalasco del Pomodoro, distribuisce in Italia e all’estero prodotti a base di pomodoro di origine italiana. Sul sito Pomì è possibile conoscere la tracciabilità e il campo d’origine del pomodoro inserendo il codice qui. La sede è fra Cremona e Mantova e la maggior parte dei pomodori proviene dalla Lombardia e dall’Emilia-Romagna.

pomispot

Non sappiamo se l’iniziativa sia stata pensata da un direttore marketing oppure no, proviamo a immaginarne una riunione. “Ragazzi lo sapete che facciamo? Dopo il servizio delle Iene e le dichiarazioni dei pentiti sui rifiuti tossici provenienti dal nord che hanno foderato quelle terre la gente ha paura dei pomodori di Napoli e Caserta. Così noi specifichiamo che i nostri pomodori sono padani al 100%”. Immaginiamo il povero social media manager che posta quell’immagine con qualche perplessità e si ritrova decine di notifiche inferocite di meridionali e non. Quelli cresciuti a San Marzano, quelli che d’estate da piccoli nei cortili vedevano arrivare carichi di pomodori profumati da trasformare in conserve per l’inverno.

I nuovi meccanismi di comunicazione e il rapporto uno a uno dei social network mettono le aziende di fronte alla possibilità di queste reazioni quasi allergiche (è già attivo un hashtag su Twitter #boicottapomì). In tanti hanno postato questa foto con un commento, ricordando che certo la Pianura Padana non è fra i luoghi più salubri d’Europa ma fra i più inquinati. Quello che ha fatto saltare la staccionata è stata questa vena di sciacallaggio dell’azienda Pomì a danno delle aziende sane della Campania che non vivono un momento roseo e esportano i loro prodotti con mille difficoltà. Oltre al danno anche la beffa?

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