A Leeds, il ristorante che non spreca. Dove paghi quanto puoi

Ci sono delle storie talmente belle che ti viene quasi l’ansia da prestazione quando le racconti. È il caso di questo progetto, conosciuto aldilà della Manica come “Pay As You Feel Cafe”, il Caffè dove uno paga come può e dove l’antispreco alimentare è servito a tavola tutti i giorni. Zuppe, bistecche, pudding: gli ingredienti arrivano dagli scarti di vari stabilimenti alimentari della città, dai ristoranti o anche dai singoli cittadini (tra cui Prince), vengono cucinati con maestria dallo chef Adam Smith & co, e sono consumati da avventori di diverse estrazioni: chi ne ha la possibilità pagherà di più, in modo da permettere a chi è in un momento difficile di mangiare gratis. Semplicemente geniale, no?

Pay as You Feel Cafe

Il Caffè, aperto a Leeds quasi un anno fa, fa parte di The Real Junk Food Project, progetto che mira a ridurre gli sprechi di cibo perfettamente edibile, che secondo i dati FAO 2013 ammontano a 1,3 miliardi di tonnellate a livello mondiale, pari a 1/3 di tutto il cibo prodotto. “Facendo pensare le persone a quanto desiderano offrire come contributo per il loro pasto, l’idea è quella di ottenere che la società arrivi a comprendere il valore che il cibo ha in quanto risorsa”, spiega Mr Smith. E che dunque poi non lo sprechi.

L’idea nasce dalla sua esperienza di studente squattrinato, quando girava tra i bidoni della spazzatura alla ricerca di cibo edibile. Di strada ne ha fatta, Adam Smith, ma la lezione non l’ha mai dimenticata, creando ora un’arcadia dove vanno a braccetto sostenibilità e solidarietà.

The real junk food project

Accanto a lui, un gruppo nutrito (in tutti i sensi) di volontari e 6 direttori, tra cui il giovanissimo Edd Colbert, laureato in sviluppo internazionale, con una specializzazione in politica del cibo: “Ho sempre combattuto contro gli sprechi, di qualunque natura fossero, da quelli alimentari a quelli energetici, perché li ritengo immorali. Trovo che sia una cosa talmente ovvia: se qualcuno mi vedesse cestinare dei broccoli perfettamente commestibili, si arrabbierebbe con me, perché lo spreco di cibo fa arrabbiare chiunque: è solo, allora, una questione di buon senso”.

Pay as You Feel cafe

E cosa ne pensano gli avventori? Le recensioni sulla pagina facebook sono entusiaste. Tra tutte, quella di Rommi: “Ottimo pranzo e di più: questo è un caffè di comunità e storie. Oggi mi sono seduto al tavolo con un lavavetri, che, in parte, ha pagato il suo pasto con la pulizia delle finestre. C’è qualcosa di dinamico in questo luogo che incoraggia le persone a voler investire, facendo del loro meglio per gli altri. Un grande esempio di comunità. Che possa continuare a lungo”. Sì, lunga vita al Pay as You Feel Cafe.