Si susseguono sui nostri schermi le immagini della tragedia di Genova, un’altra alluvione che ha distrutto la città. Così poco tempo è passato dall’altra alluvione che colpì la città, che sembrano quasi le immagini di quella del 2011. Nei talk show le solite facce scaricano il barile, nessuno che si assume le colpe, solite frasi fatte già sentite.
E invece, nuova alluvione, ma solo perché i problemi sono sempre i vecchi. Non si ragiona sulla prevenzione, sulla cura di quei territori su cui l’uomo ha agito scriteriatamente per troppi anni e che dovrebbero essere messi in sicurezza.
La natura, quando ci si mette, sa essere distruttiva. L’uomo dovrebbe capirlo, imparare dai suoi errori ed essere preparato, ma in questo caso non è successo. Basterebbe maggiore prevenzione, interventi preventivi appunto, per evitare di piangere sul latte versato una volta che il danno è avvenuto.
Sono troppi in Italia i territori in cui il rischio idrogeologico è alto, e quindi si dovrebbe rapidamente agire su quei territori, stanziando somme e mettendosi al lavoro, con una serie di interventi e soprattutto una strategia che riesca ad arginare questi problemi, che ricordiamo nascono non solo per la potenza della natura, ma anche per le azioni scriteriate dell’uomo, che mettono a rischio territori e di conseguenza anche se stesso.
Allora, proviamo a trovarli questi soldi e a intervenire, invece di pensare solo alle grandi opere, o aspetteremo la prossima alluvione, e magari i prossimi morti?
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