Se avanzo mangiatemi. Doggy Bag di design contro lo spreco alimentare

Articolo aggiornato il 21 Settembre 2017

Ha un nome un po’ così, da film horror, ma le intenzioni sono decisamente buone: si chiama “Doggy Bag – Se avanzo mangiatemi“, è il progetto ideato da Comieco per la progettazione di tre diversi contenitori per cibi e bevande da portare via se al ristorante proprio non ce la fate più. Esatto, l’obiettivo è quello di ridurre gli sprechi alimentari e l’iniziativa mira a coinvolgere nella missione tutti i protagonisti della ristorazione, dai consumatori agli chef, fino agli addetti in sala.

Lanciato qualche mese fa a Milano da Comieco in collaborazione con Slow Food Italia e la regia dell’architetto Michele De Lucchi e del professore Andrea Kerbaker, che hanno coordinato un team di professionisti, tra designer e illustratori, il progetto ha nei giorni scorsi contagiato Bergamo (raggiungendo quota 75 locali solo in Lombardia), e nelle prossime settimane approderà a Roma, dove sono al momento 17 i ristoranti della capitale che riceveranno gratuitamente i kit di contenitori. (Qui tutti i locali aderenti)

Doggy_bag_color_design-4Utili e anche belli, bisogna dirlo. E non a caso: così sarà meno imbarazzante chiedere al cameriere la doggy bag con gli avanzi. O, meglio ancora, accettare la sua proposta di take-away. Lo dice anche l’indagine sul rapporto tra italiani e doggy bag realizzata da Waste Watcher (Osservatorio nazionale sugli sprechi di Last Minute Market/Swg): sebbene si sia consapevoli che il cibo o il vino avanzati al ristorante rappresentino uno spreco alimentare e economico evitabile grazie alla possibilità di portare a casa quanto rimasto nel piatto o nella bottiglia (lo ammettono tre italiani su quattro), il 41% degli intervistati poi al momento giusto si vergogna di chiedere. Italico pudore.
E allora, se doggy bag dev’essere, che doggy bag sia: ma di design. Ché magari diventa anche di moda, trasformando un problema in opportunità e innescando una piccola rivoluzione culturale. “In questo modo offriamo una seconda vita a importanti vini o cibi, lavorati con arte e passione, che i clienti non terminano”, spiegano i promotori. Affinché l’antispreco alimentare oltre a essere smart diventi anche chic.