Artecinema quest’anno apre al San Carlo con l’arte di Alberto Burri

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La magnifica cornice del Teatro San Carlo dove si è aperta l’edizione 2016 Foto: Ma-Ni

ArteCinema, la consueta rassegna cinematografica napoletana sull’arte contemporanea è giunta alla ventunesima edizione e quest’anno noi di econote  abbiamo assistito alla serata di apertura tenutasi al teatro San Carlo, le proiezioni riguardavano due temi a noi cari; la fotografia e la land art.

Il primo, Audioghost68, è un cortometraggio che riassume una performance tenutasi per i cento anni dalla nascita di Alberto Burri, presso il sito di quella che forse è la sua opera più nota, “Il grande cretto” un’opera di grande potenza volta alla conservazione della memoria storica di Gibellina, paese raso al suolo dal sisma del Belice nel 1968 poi completamente ricostruito in una diversa collocazione. Alcune sue opere, i cretti in special modo, sono presenti proprio nella sezione dell’arte contemporanea del Museo di Capodimonte!

Alla ricostruzione parteciparono diversi artisti ed architetti come Zanmatti, ma Burri preferì dedicarsi al sito dove si trovavano le macerie.

«Ne rimasi veramente colpito. Mi veniva quasi da piangere e subito mi venne l’idea: ecco, io qui sento che potrei fare qualcosa. Io farei così: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti perenne ricordo di quest’avvenimento. »
(Alberto Burri, 1995)

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L’opera vista dall’alto si compone di una serie di fenditure che si aprono come ferite nel cemento, il quale compata le macerie su una superfice di ottomila mq. Ciò ne fa una delle opere di arte contemporenea più estese al mondo.

Il secondo film in visione è stato “Frame by frame” un accurato lungometraggio  sul lavoro e sulla vita di alcuni fotografi afghani freelance. Durante il regime talebano la fotografia di qualsiasi genere era consideerata un reato, ed un intera pagina della storia dell’afghanistan è così andata perduta.

Oggi diversi fotoreporter lavorano per denunciare le condizioni di vita delle classi sociali più deboli come le donne, i poveri, i tossicodipendenti, gli abitanti dei piccoli centri a cui è resa difficile la registrazione per il diritto al voto, tutto questo in un paese ancora in guerra dove i talebani stanno riconquistando porzioni di territorio.

Nei giorni successivi le proiezioni di Artecinema si sposteranno al teatro Augusteo e tra i film proposti vi segnaliamo per la sezione architettura “la maison Unal” ed ancora per arte e dintorni “Viva Dada”