A Torino torna il cibo pensato dalla filosofia

rassegna a Torino su pensare il cibo

La filosofia torna in cucina, a riflettere sul cibo. Lo fa sfornando la terza edizione di “Pensare il cibo“, tre giorni ricchi di spunti di riflessione inusuali sulla questione alimentare, in cui i problemi etici e politici legati all’alimentazione dell’umanità sono posti sulla più ampia base del rapporto di ogni persona con l’Altro da sé.
La rassegna si svolgerà martedì 25, giovedì 27 e venerdì 28 ottobre a partire dalle 18 al Circolo della Stampa, in corso Stati Uniti 27 a Torino.

Per ogni appuntamento, un tema su cui ragionare, con l’aiuto di esperti di varie discipline. Si comincia martedì con il teologo Emis Segatti, Yahya Pallavicini, di Coreis (Comunità Religiosa Islamica italiana) e l’economista Paolo Biancone su cosa è “Proibito da Dio: la precettistica alimentare religiosa di fronte alle società secolarizzate“. Che fine fanno i precetti religiosi in campo alimentare in una società sempre più globalizzata e secolarizzata? E come si comportano le diverse religioni? “I precetti alimentari (cosa è proibito mangiare) nelle due maggiori religioni monoteiste si scontrano con una società dove a vincere è una vita basata sul profitto. Ma nell’Islam il cibo ha costruito anche una nuova identità da sfruttare nell’economia globalizzata. Di contro, il mondo economico si trova oggi di fronte a un dubbio amletico: continuare a seguire la logica del profitto o cominciare a dare la giusta importanza agli aspetti etici e spirituali”.

Giovedì il tema indagato si fa più intimo: si parlerà di cibo, tra odio e amore, e di disturbi alimentari durante l’incontro intitolato “La Passione del cibo. Nutrire il corpo tra creazione e distruzione di sé“. Ospiti Federico Francesco Ferrero, critico gastronomico e medico nutrizionista, Antonella Ramassotto, psicoterapeuta e psicoanalista e il filosofo Franco Riva, per un’indagine sulle ragioni profonde che determinano i disturbi alimentari, dall’anoressia alla bulimia, fino a patologie più “contemporanee”, come l’ortoressia, cioè l’ossessione di un’alimentazione sana: “Quando l’elemento passionale si rivolge al cibo può determinare felicità oppure autodistruzione. Appassionarsi e struggersi, sentimenti forti che passano anche nel nostro rapporto con la nutrizione del corpo”.

La chiusura di venerdì coniuga cibo e bellezza negli sguardi dell’antropologo e etnologo Mar Augè e del filosofo Gianluca Garelli. L’incontro si intitola “Il cibo amico o nemico della bellezza? Le culture del cibo e l’accettazione di noi stessi” e, mettendo a confronto noi occidentali con altre culture, sonderà l’accettazione di fronte ai valori della società dei consumi: l’apparire agli altri, il farci accogliere nel sistema della competizione a tutti i costi.

Tutti gli incontri sono arricchiti da momenti musicali (la cosiddetta “tafelmusik”, musica da tavola) e aperitivi conviviali gratuiti in tema con gli argomenti dei dibattiti. A occuparsi di questa coerenza tematica, Sara Casiraghi, blogger (suo il www.pentolapvessione.it), gastronoma e psicologa di formazione. Che come antipasto, serve questa bella sintesi della rassegna:”I precetti alimentari hanno un sapore sul palato, i disturbi alimentari hanno delle regole nel piatto, Proust aveva le sue madeleines e noi siamo animali mangianti: l’umano oltre che nutrirsi pensa il cibo e il momento conviviale è quello in cui il passaggio pensato/mangiato avviene”.