Un anno dopo l’adozione del pacchetto sull’economia circolare la Commissione riferisce oggi sull’avanzamento e sui risultati delle principali iniziative del suo piano d’azione del 2015.
Insieme alla relazione la Commissione ha inoltre:
– adottato oggi ulteriori misure per istituire, di concerto con la Banca europea per gli investimenti, una piattaforma per il sostegno finanziario all’economia circolare che riunirà investitori e innovatori;
– pubblicato orientamenti per gli Stati membri su come convertire i rifiuti in energia;
– proposto un miglioramento mirato della legislazione relativa a determinate sostanze pericolose presenti nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
A supporto di quest’importante iniziativa, Karmenu Vella, Commissario all’Ambiente dell’Unione Europea, ha scritto la seguente lettera sul riciclo dell’acqua:
Un anno fa la Commissione Juncker ha promosso un progetto per ristrutturare l’economia europea. Il Pacchetto sull’Economia Circolare, infatti, è una presa d’atto dei cambiamenti del mondo e del fatto che lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali – fonte di forte crescita economica in passato – è un sistema inadatto al XXI secolo.
I moderni guru del fitness parlano spesso dell’esigenza di essere in forma e snelli e, infatti, anche per l’economia è arrivata l’ora di diventare “snella”.
Un’economia più snella, ovvero circolare, sarà foriera di grandi opportunità per i cittadini europei, grazie alla riduzione degli sprechi e dell’uso di energia e ai conseguenti benefici per l’ambiente. Ciò significherà posti di lavoro nei settori green dell’economia locale e aziende più competitive, che crescono in maniera sostenibile.
Il Pacchetto si pone come obiettivo quello di realizzare il cosiddetto “snellimento” mediante più di 50 provvedimenti, con proposte legislative per aumentare il riciclaggio e tagliare gli sprechi.
Ma a distanza di un anno, come procede questo programma? Stiamo effettivamente irrobustendo i muscoli del nostro sistema economico o abbiamo perso di vista i nostri obiettivi tra i buoni propositi per l’anno nuovo?
Ancora non siamo giunti al traguardo – i grandi cambiamenti non si verificano da un giorno all’altro – ma siamo senz’altro sulla buona strada. Il 2016 ha visto alcuni importanti interventi iniziali in aree quali lo spreco di cibo, l’ecodesign, i fertilizzanti biologici, le garanzie per i consumatori, l’innovazione e gli investimenti. A gennaio abbiamo lanciato una nuova proposta per garantire che l’incenerimento dei rifiuti sia in linea con i principi dell’economia circolare.
Il sostegno strategico del Primo Vice Presidente della Commissione, Frans Timmermans, e del Vice Presidente, Jyrki Katainen, ci ha offerto gli strumenti utili per valorizzare la collaborazione fra l’ambiente e la politica economica.
Questa Commissione ha preso grossi impegni, sia a livello globale con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sia in Europa con il piano di Investimenti Juncker. Il Pacchetto sull’Economia Circolare ci consentirà di mantenere entrambe le promesse.
Questi principi circolari stanno iniziando a integrarsi gradualmente nelle migliori pratiche industriali, negli appalti pubblici attinenti all’ecologia e nei settori idrico e edile. Le aziende di tutta Europa stanno adottando questi cambiamenti: da Umicore in Belgio, con il riciclaggio a ciclo chiuso delle batterie e delle parti di ricambio delle automobili, a RePack in Finlandia, con il suo sistema di confezionamento sostenibile per i rivenditori e i consumatori. Stanno nascendo modelli circolari di business, con aziende come Michelin che, passando dalla vendita di prodotti al dettaglio a quella di contratti di prestazione e di utilizzo, riducono l’utilizzo delle risorse e, di conseguenza, apportano maggiori benefici ai clienti e alle aziende stesse.
Le proposte per aumentare il riciclaggio procedono in maniera spedita anche nel Parlamento e nel Consiglio. In una mirabile comunione di intenti, tutte e tre le istituzioni hanno dato priorità al dossier, da completare o portare al termine quanto prima.
Il 2016 non è stato che l’inizio e, prossimamente, emergeranno altri importanti elementi. Una nuova strategia è in via di formulazione per la plastica, con l’obiettivo di riciclarla in maniera più efficiente, impedendo che si disperda nell’ambiente e favorendo un distacco tra la sua produzione e l’uso dei combustibili fossili (considerato che la maggior parte dei prodotti di plastica sono derivati dal petrolio).
È in arrivo un’iniziativa per ridurre la presenza di contenuti chimici tossici nei manufatti, così come sono in arrivo proposte sui requisiti minimi di qualità per il riciclo dell’acqua. Un sistema per monitorare i progressi dell’Economia Circolare dovrebbe essere pronto a giugno. Nello stesso mese, nel corso della Settimana Verde – la principale conferenza ambientale d’Europa che si tiene ogni anno – si parlerà di posti di lavoro nella filiera del green e del potenziale di crescita nel settore verde dell’Unione.
Come sempre i finanziamenti sono fondamentali. Più di 100 progetti legati all’Economia Circolare sono stati identificati come “best practices” da una serie di fonti, tra cui LIFE, il fondo dell’UE per l’ambiente, Horizon 2020, il fondo di ricerca dell’UE, e dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale. L’Europa non è mai a corto di idee e i fondi dell’UE stanno permettendo a queste idee di trasformarsi in realtà, dal progetto CABRISS per sviluppare la produzione a ciclo chiuso per il settore fotovoltaico al progetto ANAGENNISI, per riutilizzare le parti dei pneumatici in applicazioni innovative concrete a basso impatto ambientale.
A gennai oè stata lanciata una nuova piattaforma che porterà insieme la Banca Europea per gli Investimenti, alcune banche nazionali e altri partner a condividere migliori pratiche in materia di finanziamento di progetti e di modelli di business dell’Economia Circolare. L’idea è quella di far conoscere più diffusamente il concetto dell’Economia Circolare, di migliorare la bancabilità dei suoi progetti e di garantire che gli strumenti esistenti siano utilizzati appieno.
La circolarità non prevede sacrifici o rinunce, ma è un’idea che stimola a ripensare il nostro approccio, per passare dalla scarsa attenzione agli sprechi ad un futuro più corrispondente alle nostre esigenze.
È un processo, non una conclusione e, a distanza di un anno, possiamo dire di essere ben avviati.
Karmenu Vella, Commissario all’Ambiente dell’Unione Europea
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