Cucinare green: imparare le ricette sostenibili è facile

La sostenibilità è un concetto che dovrebbe sbarcare anche in cucina: ne parliamo con lo staff di NonSoloRiciclo, che ci aiuta a scoprire le ricette green migliori, ma anche molti altri accorgimenti che si possono adottare per fare in modo che la spesa che facciamo tutti i giorni al supermercato risulti più attenta nei confronti dell’ambiente.

L’impatto degli alimenti

Quando si fa la spesa, non sempre si presta la dovuta attenzione all’impatto degli alimenti che si comprano. Per esempio, l’impronta idrica di un chilo di pane è pari a 1.600 litri di acqua. Un discorso ancora più preciso va fatto in relazione al pesce, dal momento che diverse specie attualmente sono in pericolo: per questo motivo sarebbe preferibile evitare di comprare il pesce spada, il tonno rosso, la platessa e il nasello, mentre sono consigliati il rombo, la trota, lo sgombro e le acciughe. Come noto, poi, è la carne bovina ad esercitare un carico ambientale molto elevato: se un chilo di pollo corrisponde a 3.900 litri di acqua, un chilo di carne di manzo richiede ben 15mila litri.

Il consumo di risorse idriche

Come è facile capire, dunque, il dispendio di risorse idriche è molto più ingente di quel che si potrebbe immaginare. Inoltre, l’acqua è necessaria anche per il ciclo di produzione di alimenti e bevande che si potrebbero definire insospettabili. Ogni tazzina di caffè, per esempio, richiede 140 litri di acqua. La scelta dell’acqua di rubinetto, poi, è positiva sia dal punto di vista ambientale che sotto il profilo economico, visto che ogni mese in media si spendono 18 euro per il vino e 19 euro per l’acqua in bottiglia.

Il valore dell’informazione

Essere consapevoli di questi dati, ad ogni modo, non deve indurre un atteggiamento di allarmismo né far scaturire conseguenze estremiste: più semplicemente, vale la pena di compiere le proprie scelte in base alle possibilità che si hanno. Certo, alcuni accorgimenti dovrebbero essere inevitabili: a cominciare dal ricorso a frutta e verdura locali e di stagioni. È chiaro che preparare una marmellata di fragole a dicembre ha ben poco di sostenibile, insomma. Non c’è bisogno di assumere un approccio integralista, mentre è molto più semplice e conveniente intervenire sul proprio stile di vita in modo graduale. Un ottimo punto di partenza può essere individuato nell’autoproduzione. Si può cominciare facendo il pane in casa, ma anche preparando da soli le conserve, i sottoli, le confetture, i sottaceti, e così via. Ognuno di noi, inoltre, ha a disposizione un piccolo spazio, anche solo sul balcone, per coltivare qualche erba aromatica o degli ortaggi.

Le ragioni del pianeta

Un regime alimentare sostenibile si compone di numerose variabili: la scelta di cibi privi di conservanti e di additivi, per esempio, ma anche una dieta biologica. Certo è che il livello di complessità della filiera alimentare è molto più elevato: al di là del ciclo di produzione, infatti, è necessario prendere in considerazione anche quello di distribuzione e le procedure necessarie per lo smaltimento dei prodotti. Si tratta di un percorso lungo e articolato che fa capire come ogni alimento comporti un notevole carico inquinante dovuto alle emissioni di anidride carbonica, ma anche un ingente consumo di acqua e di energia.

Come fare per mangiare in modo sostenibile

Sarebbe importante iniziare a cucinare e a mangiare evitando gli sprechi. È stato calcolato che ogni anno si spreca o va perduto addirittura un terzo del cibo che è destinato al consumo umano in tutto il mondo, qualcosa come 1.300 miliardi di chili di alimenti. Nel nostro piccolo, noi possiamo privilegiare le ricette più sostenibili, cioè quelle che richiedono poca energia e poca acqua per la loro preparazione, mentre per gli acquisti è utile puntare sui prodotti poco elaborati e con imballaggi ridotti. Gli ingredienti che hanno un impatto minore sono quelli di provenienza locale, visto che viaggiano poco: meglio i cavoli dall’avocado, insomma.