COME È CAMBIATO LO SPRECO ALIMENTARE IN PANDEMIA? | Econote per Fresco Senso

Nessuno di noi non può che andare con la mente ai telegiornali dove rimbalzavano le prime notizie sul nuovo coronavirus da Codogno a Wuhan, alla sensazione di insicurezza con un nemico invisibile dappertutto e infinitamente piccolo, le prime mascherine poi introvabili e i supermercati saccheggiati, con le file fuori di persone che aspettavano per fare la spesa.

Cosa abbiamo messo nei nostri carrelli in questo lungo periodo di emergenza da Covid-19? Cosa abbiamo imparato? Come sono cambiati i nostri stili di vita e di consumo?

Abbiamo comprato – tralasciando disinfettanti, gel, guanti monouso, saponi, etc – macchine per fare il pane (+652%) e il relativo lievito per mettere le mani in pasta, cibo in scatola (+377%) che ci dà il senso di sicurezza, ci siamo tenuti solidamente alla pasta (+239%) e ha fatto un grosso salto in avanti la verdura (+238%) al motto di “già che ci sono mangio bene”. Ma visto il successo delle piattaforme on demand non abbiamo lesinato sui pop corn (+179%) e i generi di “conforto” come biscotti (+147%) e la cioccolata (+86%). I dati sono del Corriere.it

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