D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.
Italo Calvino, Le città invisibili
Le città stanno cambiando, anzi cambiano continuamente, evolvono. E mai come negli ultimi anni, complice la spinta e il progresso velocissimo in tanti campi, il modo di pensare la città è stato completamente stravolto.
In questo solco si inserisce l’importante riflessione di Carlos Moreno, franco-colombiano, professore di urbanistica all’Università Paris-Sorbonne. Add Editore ha da poco pubblicato La città dei 15 minuti – Per una cultura urbana democratica, un saggio tradotto da Chiara Licata con la Prefazione di Richard Sennett e la Postfazione di Saskia Sassen.
“La città di domani dovrà essere sempre più funzionale e interattiva, costruita e pensata con immaginazione e creatività, in modo da trovare nuovi modi di tessere relazioni tra le due componenti essenziali della vita cittadina: il tempo e lo spazio”. Il cambio di prospettiva proposto da Moreno è radicale: si tratta non più raggiungere punti distanti tra loro nel minor tempo possibile, ma avvicinarli facendo sì che gli aspetti essenziali delle nostre vite possano compiersi in tempo e spazio ragionevole.
Sono tanti i campi scientifici in gioco: in questa nuova tipologia di città in cui tutti i servizi essenziali, come la casa, il lavoro, i negozi, l’assistenza sanitaria, l’istruzione e l’intrattenimento, dovrebbero essere raggiungibili a piedi o in bicicletta entro 15 minuti.
Solo così sarebbe possibile quindi risolvere alcuni dei problemi più urgenti delle città contemporanee, come l’inquinamento, il traffico, la segregazione sociale e la mancanza di partecipazione dei cittadini.
Suggestive e quanto mai attuali le premesse da cui muove questo libro, ben sintetizzate da questo passaggio: “Di recente, quando la pandemia da Covid-19 ha colpito soprattutto i più poveri e i più deboli e la crisi economica ha aggravato i fenomeni di esclusione, ci siamo interrogati sul nostro futuro. In questo decennio iper-connesso, come possiamo evitare di sprofondare in una distopia terribile e ritrovare la strada per una vita urbana ecologicamente, socialmente ed economicamente equilibrata? Come si può avere una città per tutti? Nell’antica Roma lo ius civitatis, il diritto alla città, era prima di tutto il riconoscimento della cittadinanza, al principio riservata agli uomini liberi. La sua estensione è stata un potente fattore di attrazione: significava godere di diritti che in seguito sono diventati i diritti fondamentali che dichiarano l’appartenenza, come cittadini, a un territorio e a una comunità che li riconosce come tali. Nel linguaggio comune “diritto di cittadinanza” è diventato sinonimo di accoglienza, di essere ammessi da qualche parte. Questo è il cuore del libro. Tra la nascita delle città, l’esplosione del fenomeno urbano, dalle città globali alle iper-regioni, come recuperare quanto ci è più caro, ossia vivere nell’umanità ed esserne degni? Cosa fare della visione di alcuni, di un mondo che, alla soglia del 2050, sarà condiviso da umani, robot, intelligenze artificiali le cui interazioni cresceranno sempre di più?”
Attraverso agevoli capitoli ci orientiamo bene in questa rivoluzione del pensiero relativo alla città: dal Diritto alla città e all’esistenza alla vita urbana al tempo del cambiamento climatico, passando per la complessità urbana, il diritto a vivere la città e in città, le metropoli, la prossimità, le grandi trasformazioni, fino alla città ubiqua, quella del Ventunesimo secolo, con il cittadino sempre e ovunque connesso.
Il modello della città dei 15 minuti si basa su alcuni principi fondamentali:
- Prossimità: tutti i servizi essenziali devono essere raggiungibili a piedi o in bicicletta entro 15 minuti.
- Diversità: la città deve offrire una varietà di servizi e attività per soddisfare le esigenze di tutti i cittadini.
- Accessibilità: la città deve essere accessibile a tutti, indipendentemente dalle loro condizioni economiche o sociali.
- Partecipazione: i cittadini devono essere coinvolti nel processo di pianificazione e sviluppo della città.
- Sostenibilità: la città deve essere progettata in modo sostenibile, per ridurre l’impatto ambientale.
Molti i vantaggi di questo cambio di prospettiva. In una città così immaginata, ipotizza Moreno, sarà possibile ridurre inquinamento, con benefici per la salute, l’inclusione sociale, maggiore partecipazione dei cittadini.
In questa direzione già vanno alcune città, da Parigi a Montreal, fino a Buenos Aires, con politiche radicali per trasformare le città entro i prossimi 10, massimo 15 anni. Anche in Italia, incoraggianti passi in questa direzione vengono soprattutto da Milano, Torino, che abbracciano questa filosofia grazie ad amministrazioni lungimiranti e un occhio all’Europa. Il sud resta un po’ indietro, come sempre, ma il desiderio di cambiamento è ovunque, si sente, risulta necessario.
Certo, tra il dire e il fare, come sempre, c’è di mezzo il mare. In questo caso, anzi, una città. Ma la cultura urbana democratica, se ci impegniamo tutti, istituzioni e cittadini, potrà non essere solo utopia.
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